chapter 13

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Bash entrò nel bel mezzo della notte scuotendomi leggermente in modo che aprissi gli occhi, ero appena riuscita a prendere sonno, Francis stava dormendo abbracciato a me, sembrava non avere paura di essere contagiato, così lo intimai di fare piano, era stata una giornata faticosa per lui e non volevo che si svegliasse <<ditemi>> sbadigliai guardandolo con sguardo confuso e addormentato, la sua espressione sembrava demoralizzata, posò gli occhi sul delfino di Francia e li distolse subito dopo scuotendo la testa <<niente, volevo sapere come vi sentiste>>era visibilmente imbarazzato <<diciamo bene, ho un po' di mal di testa e di freddo, ma penso sia normale>> nonostante il corpo di Francis mi riscaldasse in un modo indescrivibile continuavo a provare dei brividi, solo che non sapevo se fossero dovuti dall'influenza o dalla vicinanza al principe <<bene allora, mi fa piacere>> ammise Bash annuendo e andandosene dalla stanza a testa bassa, avevo detto qualcosa di sbagliato?<<cosa succede?>> la voce roca e impastata dal sonno di Francis interruppe il silenzio che si era creato dopo che Sebastian aveva sbattuto la porta frustato, aprì i suoi occhioni,che mi ricordavano il ghiaccio e il mare allo stesso tempo, guardandomi curioso, probabilmente aveva sentito il rumore della porta <<niente, non ti preoccupare>>.

Bash tornò la mattina dopo con un vassoio pieno di pietanze, il delfino di Francia era stato obbligato ad allontanarsi per motivi strettamente segreti, sapevo solo che riguardassero la politica e nonostante lui avesse provato a rimandare l'incontro non ci riuscì, il re Enrico sapeva essere abbastanza convincente <<buongiorno, è ora di mangiare>>esclamò con voce allegra e vivace, non sapevo come facesse ad avere tutta quella carica di prima mattina <<e contando che siete influenzata vi ho portato qualcosa io>> sorrisi leggermente, mi sarei potuta benissimo alzare pure io e lo sapeva pure lui molto probabilmente <<siete troppo gentile, non avreste dovuto>> dissi sincera, sembrava più spensierato rispetto a quando era venuto a farmi visita per la prima volta <<avete bisogno di idratarvi e di energie>> era vero.

Il ragazzo dagli occhi color smeraldo si avvicinò a me  appoggiandomi il vassoio sopra le gambe, aveva portato davvero tanta roba, non sarei mai riuscita a mangiare tutto infatti dopo vari tentativi riuscii a convincerlo a mangiare con me, in quel modo mi sentii anche meno imbarazzata <<comunque ammiro davvero tanto il coraggio che avete avuto ieri, in pochi lo avrebbero fatto>> Sebastian mi guardò cercando di capire a cosa stessi pensando in quel momento, la verità è che non stavo pensando assolutamente a nulla, avevo imparato a godermi ogni momento senza preoccupazioni <<lo avreste fatto pure voi per proteggere le persona a voi più care, erro?>> il ragazzo davanti a me scosse la testa, sapevo poco di lui ma avevo capito che avrebbe fatto di tutto per le persone intorno a lui, eravamo simili sotto questo punto di vista <<non sbagliate>> ovvio, non mi sbagliavo mai riguardo le persone.

<<siete sporca di crema vicino alle labbra>> Bash scoppiò a ridere mentre il mio viso divenne assolutamente simile ad un pomodoro, presi un tovagliolino iniziando a sfregare per togliere il residuo di cibo dalla mia bocca <<tolto?>> chiesi timidamente, sfortunatamente non avevo uno specchio a portata di mano quindi dovevo affidarmi alla sua parola <<non proprio, posso?>> io annuii incerta mentre egli prese il pezzo di carta dalle mie mani iniziando ad avvicinarsi, riuscivo a sentire il suo respiro in faccia e quella situazione mi imbarazzava più del dovuto, soprattutto quando Francis , ignaro della presenza di Bash nelle sue stanze, entrò di soppiatto <<ho interrotto qualcosa?>> il suo tono era infastidito e non osava nemmeno guardarci, lo vidi stringere i pugni, gesto che faceva solo quando era arrabbiato o nervoso <<no, stavo per andarmene>> Bash si alzò di scatto e, dopo aver preso con se il vassoio quasi vuoto, se ne andò.

Il biondo si avvicinò a me sostituendo gli strofinacci e subito dopo fece per andarsene ma io lo cercai di fermare, non sarei potuta resistere se lui avesse smesso di parlarmi <<Francis aspetta>> dissi con voce flebile, lui non si girò nemmeno decidendo di andarsene lo stesso così mi alzai dimenticandomi che la mia testa stesse girando e lo rincorsi fino alla fine del corridoio dove lo trovai seduto a terra appoggiato con la schiena al muro, sembrava sul punto di piangere ma la sua espressione divenne impassibile non appena mi vide, quel senso di indifferenza presente sul suo viso fu come una pugnalata al petto <<parlami>> dissi semplicemente, non volevo rovinare quello che si stava creando solo perché non voleva esporsi troppo <<cosa ti dovrei dire Caroline?>> mi aveva appena chiamata per nome per esteso, sicuramente c'era qualcosa che non andava <<tutto quello che senti, sono grande e posso sopportare tutto, anche delle offese>> non era vero, lui era una delle poche persone che erano riuscite a capirmi nel castello e sentire delle parole dure provenire da lui sarebbe stato un colpo basso, eppure il mio orgoglio doveva sempre e comunque farsi vedere.

Francis decise di rimanere in silenzio per qualche secondo, un silenzio che mi faceva solo sentire insicura, poi iniziò a parlare senza trattenersi, come gli avevo detto di fare <<cosa vuoi che ti dica? vuoi sapere che ho provato una gelosia e una rabbia tale che avrei voluto picchiare mio fratello in quel momento? vuoi sapere che è da quando ti ho vista che non riesco più a dormire senza sognarti? vuoi sapere che dopo averti baciata mi sono buttato sulla sedia con lo sguardo sognante? vuoi sapere che odio quando qualsiasi altro uomo che non sia io ti tocchi o ti guardi? vuoi sapere che odio non svegliarmi tutti i giorni con te che mi sorridi? vuoi sapere che odio sentirmi così dannatamente vulnerabile? ieri mi sono sentito morire quando ho saputo che te ne fossi andata, avevo davvero pensato che non ti avrei più rivista, diamine Carol ti vedevo in ogni singola cosa, e si sono impaurito, io il futuro re di Francia ho paura di questo sentimento, non so nemmeno come chiamarlo, così tanto forte, ho paura di poter rovinare tutto da un momento all'altro, di perderti per sempre e non posso permettermelo perché tu>>disse prendendomi una ciocca di capelli e iniziando a giocarci <<tu sei tutto ciò di cui ho bisogno ora>>.

Mi lasciò senza parole ma trovai le forze per avvicinarmi ulteriormente a lui e posare le mie labbra sulle sue dando vita ad un bacio passionale, lui sembrò stupito tanto quanto da me da quel gesto inaspettato ma ricambiò, non mi importava se qualcuno potesse vederci, in quel momento c'eravamo solo io lui e non mi importava delle conseguenze.

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