chapter 14

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Charles corse verso di me tirandomi per il vestito alla ricerca di attenzioni, era sempre stato un bambino timido infatti quella fu la prima e vera volta che mi  rivolse di sua spontanea volontà la parola dal mio arrivo alla corte francese, mi inginocchiai alla sua altezza, lasciando automaticamente la mano a Francis che sbuffò, guardandolo curiosa <<ditemi principino>>egli sorrise timidamente sussurrandomi all'orecchio per non farsi sentire dal fratello <<venite a giocare con me a pallone?>>i suoi occhi si illuminarono quando io annuii, sapevo che comunque essendo appena uscita dall'influenza non mi sarei dovuta sforzare ma proprio non riuscii a dirgli di no, per lui doveva essere difficile crescere al castello senza nessuno della sua età tranne suo fratello minore Enrico. Il delfino di Francia scoppiò a ridere quando alzai leggermente la gonna del vestito, per non inciampare, iniziando a correre con Charles al mio fianco, mi spiegò in modo sbrigativo le regole e iniziammo a giocare, la sua spensieratezza mi ricordava quella che avevo io al fianco di Francis, si perché lui riusciva a tirare fuori ogni mio lato infantile, riusciva a rendermi una persona istintiva e senza paura del futuro, un futuro che immaginavo con lui al mio fianco.

<<prendetemi>>disse il moro scappando da me e da suo fratello, le nostre risate miste al fiatone dovute alla corsa riecheggiavano a non finire e le energie che racchiudeva quel bambino sembravano essere infinite, per fortuna però dopo pochi minuti Charles rallentò e io sfruttai l'occasione per raggiungerlo e sollevarlo da terra mentre lui gridava gioioso, quella visione così tanto felice e pacifica provocò un sorriso sul volto di Francis <<siete diversa dalle altre donne presenti a corte>>disse il bambino che ancora giaceva tra le mie braccia <<un giorno mi sposerete, vero?>>spalancai gli occhi incredula mentre egli si nascondeva dietro i miei capelli per l'imbarazzo, decisi di stare al gioco senza però dargli false speranza<<quando sarete cresciuto valuterò la vostra offerta con piacere, ora però andate che vi stanno cercando>>egli mi sorrise correndo verso la domestica che si occupava sempre di lui e di Enrico quando la regina non riusciva a farlo.

<<ora ho pure un contendente in più a cui stare attento>>Francis si sdraiò a terra ridendo leggermente mentre i suoi occhi si posarono sul cielo, mi sdraiai pure io rivolgendo però il mio sguardo su di lui <<come se ce ne fossero altri e anche se fosse lo sai che io voglio stare solo con te>>ed era vero solo che lui non volle crederci, infatti ghignò leggermente prima di rispondere a sua volta <<e cosa mi dici di mio fratello?>>nella sua voce riuscii a percepire solo dolore e paura, la stessa paura che avevo io quando si avvicinava ad una qualsiasi donna <<state delirando, tra me e Bash non c'è niente tranne che un rapporto di fiducia e di amicizia>> da parte mia non c'era nulla di più e mi infastidiva il fatto che non volesse capirlo, gli avevo mostrato i miei sentimenti senza indugiare e questa titubanza da parte sua me ne stava facendo pentire << lui è innamorato di te, lo vedo da come ti guarda e solo uno stupido non se ne renderebbe conto>>egli pronunciò ogni parola con estrema lentezza, come se fossero difficili da far scivolare sulla lingua e mi faceva strano vederlo in quella condizione, non lo avevo mai visto in quel modo, non lo avevo mai visto così tanto vulnerabile, egli infatti non si era mai mostrato senza la sua solita corazza davanti a me, era come se mi stesse lasciando entrare nel suo cuore e capire le sue preoccupazioni <<è semplicemente gentile, ti stai sbagliando>>era impossibile che avesse ragione lui <<conosco mio fratello e so quello che dico>>il ragazzo di fianco a me sospirò sconfitto girandosi sul fianco per guardarmi dritta negli occhi, io sorrisi accarezzandogli i capelli morbidi <<beh però penso sappia che c'è già un ragazzo nei miei pensieri>> Francis alzò la testa di scatto prendendomi la mano, era così bello e innocente che ebbi paura di rovinarlo, ebbi paura che forse in futuro avrei potuto fargli del male rendendo il suo cuore un cubetto di ghiaccio <<ah si? e chi è il fortunato?>> chiese senza distogliere lo sguardo da me, come se la risposta non fosse ovvia <<lo sai pure te che non ti darò mai la soddisfazione di dirti il nome, però penso che tu possa arrivarci da solo>> nonostante tutto il mio orgoglio non poteva scomparire da un momento all'altro ed era proprio questa particolarità che non mi rendeva una donna accessibile a tutti gli uomini, solo chi riusciva a gestire il mio carattere strano sarebbe riuscito a conquistare il mio cuore e lui era sulla buona strada<<e se ti dicessi che mi sono innamorato di te?>> egli sbucò fuori con questa domanda, una domanda che mi diede molto da rifettere,non avevo mai creduto all'amore, era un po' come quella cosa surreale descritta nelle favole per distrarre i bambini dalla realtà, giusto per fargli credere che il mondo non era così brutto come avrebbero compreso qualche anno dopo, eppure il mondo in cui pronunciò quelle parole mi fece tremare le labbra e riuscii a sentire il mio cuore sul punto di uscire dalla gabbia toracica <<e se ti dicessi che è reciproco?>> la risposta mi uscii dalla bocca senza nemmeno esitare, senza nemmeno pensare a quello che sarebbe potuto succedere in futuro, l'unica cosa su cui mi concentrai in quel momento fu il sorriso che fece prima di fiondarsi sopra di me e iniziò a baciarmi proprio lì davanti a tutti, senza preoccuparsi di chi avesse potuto vederci.

<<vostra maestà mi duole disturbarlo>> una guardia si avvicinò improvvisamente facendo sollevare immediatamente Francis in modo impacciato e imbarazzato, il futuro re di Francia si schiarì la gola intimandolo con la mano di continuare a parlare <<la carrozza di una fanciulla è stata attaccata da dei banditi, hanno ucciso la sua servitrice e il cocchiere, sta richiedendo di parlare con voi>> il ragazzo si girò verso di me desolato, io gli sorrisi comprensiva, era il suo compito aiutare il popolo e non potevo aspettarmi che se ne dimenticasse solo per stare con me, gesto che lo incoraggiò a correre verso il castello.

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