chapter 4

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All'ora di cena, come da programmato, trovai Francis appoggiato alla parete davanti la porta della mia camera. I suoi riccioli biondi erano leggermente in disordine, egli non appena notò la mia presenza mi guardò da testa a piedi sorridendo. Senza nessuno sguardo malizioso o nulla, semplicemente mi stava ammirando a pieno. <<siete davvero incantevole>> esclamò imbarazzato baciandomi la mando, feci un inchino e lo guardai <<non che voi scherziate>> ammisi con le guance leggermente arrossate

<<seguitemi>> disse intimandomi con il dito di fare silenzio, mi prese per mano e iniziò a correre verso la cucina dove i domestici erano indaffarati con i piatti, non avevo mai visitato quella parte del castello.

Notai Leith che stava contando delle carote e lo salutai come se fosse un mio caro amico, odiavo sentirmi superiore o, meglio, essere considerata tale dalla maggior parte della gente
<<Carol, come state?>> posò gli ortaggi che aveva tra le mani e mi venne incontro, abbassò lo sguardo e sorrise leggermente vedendomi con il delfino di Francia << molto bene grazie>> ricambiai il sorriso calorosamente ponendo la mia attenzione verso una donna che si posizionò proprio davanti a noi facendo un inchino<<vostre grazie, ciò che avete richiesto è proprio qui>> il biondo sorrise alla cuoca che gli indicò un cesto e, sempre tenendo la sua mano stretta alla mia, corse fuori per non farsi vedere da nessun altro. Se qualcuno dei reali ci avesse visto probabilmente ci avrebbe obbligato a tornare dentro per mangiare con loro, contando che c'erano anche degli ospiti abbastanza potenti e per il futuro re di Francia perdere un evento così importante sarebbe stata una vergogna, eppure lui decise di passare del tempo solo con me.

<<siete infreddolita?>> domandò guardandomi intensamente, quella sera c'era davvero un freddo esorbitante, eppure io scossi la testa per non farlo preoccupare ma una folata di vento gelido ci colpì proprio in quel momento facendomi rabbrividire, Francis rise leggermente per la mia reazione levandosi la lunga giacca che aveva e posandomela sopra le spalle, senza però lasciare la mia mano <<vi ringrazio>> il biondo annuì conducendomi verso la stalla reale dove lo stalliere si aspettava già il nostro arrivo.

<<siete pronta a cavalcare?>>lo guardai spalancando gli occhi, non lo avevo mai fatto prima, probabilmente avrei fatto una figuraccia cadendo o perdendo il controllo delle redini del cavallo <<siete pronto a vedermi a terra?>> entrambi ridemmo, lo sapevamo tutti e due che sarebbe successo eppure lui non sembrò preoccupato perché non rientrava tra i suoi piani per la nostra serata <<non vi farei mai fare del male, cavalcherò io, voi dovrete solo tenervi stretta a me>> mi aiutò a salire sul suo cavallo con delicatezza <<cercando di non perdere equilibrio>>aggiunse poi per sdrammatizzare, ci sapeva fare con le parole e non era da poco.

La figura di Caterina abbastanza arrabbiata si fece spazio per la stalla facendo rabbuiare i nostri volti <<cosa avete intenzione di fare? Francis diamine è da venti minuti che ti stiamo aspettando, smettila con queste bambinate e fai il tuo dovere da futuro re>>
mi preparai a scendere da cavallo ma il ragazzo mi bloccò iniziando a cavalcare a grande velocità sussurrandomi di tenermi stretta, cosa che avrei fatto a prescindere. Stringerlo mi faceva sentire al sicuro, nonostante ci conoscessimo da un solo giorno mi fidavo di lui, mi fidavo a pieno e raramente le mie prime impressioni sbagliavano.

Il vento si fece spazio tra i miei capelli castani mentre le mie braccia erano avvolte attorno al corpo magro ma forte di Francis, le stelle che si stavano iniziando a far vedere in cielo inoltre davano una sottospecie di sottofondo musicale alla nostra serata, nulla avrebbe potuto rovinare quel momento, nessun pensiero passava per la mia mente, eravamo solo due giovani, lui non era il delfino di Francia in quel momento e io non ero la sorella della regina di Scozia, eravamo Francesco e Caroline.

Il ragazzo dai capelli biondi rallentò e dopo essere sceso da cavallo mi prese in braccio appoggiandomi delicatamente a terra, un telo era disteso a terra proprio davanti ad un lago immenso, sembrava di essere in una fiaba solo che quella volta ero io la protagonista

<<avete fatto preparare tutto questo solo per me?>>domandai stupita guardandolo e abbassando lo sguardo immediatamente, i suoi occhi erano come delle calamite e dovevo fare attenzione a non farmi incantare, se mi fossi innamorata di lui sarebbe stata la mia fine ma sappiamo tutti che non possiamo scegliere chi amare, sarebbe troppo facile sennò

<<non ho fatto preparare niente, ho preparato semplicemente io>> si sedette sopra il telo posizionando al centro il cesto pieno di cibo e bevande, si era proprio impegnato <<però vi prego basta con queste formalità, diamoci del tu>> dissi esasperata, ogni volta che ci rivolgevamo parola sembrava che si creasse una sorta di barriera tra noi e odiavo questa cosa, ormai eravamo in "confidenza" <<in effetti mi faceva sentire vecchio tutta quella formalità, quasi più vecchio di mia madre>> rise poi in un modo così spontaneo e intenso che sorrisi senza volerlo, mi trasmetteva felicità <<oh povera non immagino quante te ne dirà quando torneremo a corte>> dissi ridendo a mia volta, quella donna mi aveva sempre spaventata un pochino e da quel che avevo capito su di lei era meglio non farsela nemica.





<<quello è il grande carro>>il ragazzo prese la mia mano indicando con il mio dito un insieme di stelle, la mia testa era appoggiata alla sua spalla e se fosse stato per me sarei stata lì tutta la notte, una delle cose che notai erano i suoi occhi che si illuminavano ogni volta che parlava di costellazioni, si vedeva proprio che era appassionato di astronomia

<<quella stella come si chiama?>>chiesi vedendo un piccolo corpo celeste che si differenziava dagli altri semplicemente per la propria luminosità, sembrava splendere più delle altre <<non lo so, sai?>>disse cercando di sforzarsi di ricordare il nome

<<allora c'è davvero qualcosa che non sai, non sei così intelligente come fai vedere>> lo presi in giro, amavo stuzzicarlo e amavo come lui mi rispondeva a tono, senza mancarmi mai di rispetto però <<almeno io so cavalcare>> le nostre risate riempirono il silenzio della notte
<<si chiama Caroline, d'ora in poi quella sarà la nostra stella, te la dedico>> semplicemente non risposi, a volte il silenzio vale più di mille parole e il modo in cui mi strinsi più a lui aveva già fatto capire tanto, stavo iniziando ad affezionarmi e sapevo che lui non mi avrebbe mai fatto del male quindi non mi preoccupai.

<<grazie della serata>> dissi sorridendogli, purtroppo era già finito tutto eppure mi sarei portata quel momento sempre nel cuore, ormai quel semplice ragazzo aveva lasciato un marchio indelebile <<grazie a te, davvero, ne avevo bisogno>> il ragazzo si allontanò sorridendomi calorosamente, eppure quando fu a metà del corridoio si fermò guardandomi, ero ancora affacciata alla porta aspettando di vederlo girare l'angolo, mi corse incontro abbracciandomi come se fosse l'unica cosa che voleva in quel momento, mi aggrappai a lui stringendolo il più forte possibile

<<ti devo ridare la giacca>> gli dissi non appena ci staccammo ma lui scosse la testa facendomi un occhiolino e andandosene, quella volta senza girarsi indietro.

Mi buttai sul letto ripensando alla magnifica serata che avevo passato e mi addormentai così, con il cuore che batteva a mille e un senso di vuoto nel petto, un vuoto che si era creato quando lo vidi scomparire nell'oscurità di quella notte fredda ma luminosa allo stesso modo.

reign- powerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora