chapter 34

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Pov Caroline 
<<non posso evitare la tua sofferenza, sappiamo entrambi che non posso difenderti da tutto il dolore di questo mondo, però posso piangere con te e raccogliere i pezzi del tuo cuore per rimetterlo a nuovo. Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere però posso volerti così come sei, così maldestra e sfacciata da farmi innervosire ogni volta>> mi girai verso Francis che mi stava guardando con le lacrime agli occhi, non seppi cosa dire, sapevo di amarlo ma sapevo anche che ormai non saremmo potuti più stare insieme senza farci del male, sarebbe successo qualcosa che ci avrebbe fatti separare nuovamente <<io ti amo davvero tanto, penso che anche i muri lo abbiano capito, siamo stati davvero bene insieme e sono stata davvero felice tra le tue braccia ma ormai è cambiato tutto tra noi.Non riesco più a fidarmi di te e mi dispiace dirtelo così ma è la verità, pensavo di poter fare finta di niente eppure non ci riesco>> lui mi prese per mano e un brivido mi trapassò la schiena al suo contatto <<lo hai sentito pure te, vero? non puoi davvero fare finta che tra noi non ci sia più nulla, ti prego Carol dammi una possibilità>> gliene avevo già date due e mi aveva delusa. Non dissi nulla, non volevo ferirlo di nuovo.

<<so che siamo incasinati d'accordo?io sono fin troppo impulsivo e se si parla di te divento irascibile, faccio agire le mie emozioni al mio posto. So di non meritarti, anche uno stupido lo saprebbe, non faccio altro che farti del male>> trasalii, non era assolutamente vero, cercai di controbattere ma lui mi intimò di fare silenzio continuando a parlare <<non ti merito ma maledizione io ti amo, da quando ti conosco non ho bisogno di alcol, di donne, di incontri o cose del genere, tutto ciò che mi serve per vivere sei tu>> con quelle parole capii che il mio piano di rimanere indifferente, di lasciarlo andare per il bene di entrambi non avrebbe mai funzionato. Fin da quando lo avevo visto dalla mia finestra e poi nella sala del trono era cambiato qualcosa in me, di qualsiasi cosa si trattasse io avevo bisogno di lui. Per qualche ragione che mi sfuggiva io ero la sua ancora e, per quanto avessi cercato di combattere i miei sentimenti, lui era la mia e mi spaventava, mi spaventava dipendere così tanto da una persona.Ci fu un po' di silenzio, il suo sguardo sembrava non avere intenzione di spostarsi da me

<<guarda che ti ho capita è inutile che ti comporti così, è inutile che rimani in silenzio facendo tanto la dura>> scoppiai a ridere alzando lo sguardo verso di lui, i suoi occhi azzurri erano pieni di emozioni <<non puoi avermi capita, e sai perché? perché nemmeno io riesco a farlo. Non so dirti cosa provo, non so dirti cosa mi stia passando per la testa in questo momento. Non te lo so dire io, figuriamoci tu>>egli con un salto scese dall'albero, pensai che se ne stesse andando, che volesse lasciarmi lì da sola eppure aprì le braccia in modo che io potessi farmi cadere tra di esse, così feci. Lui mi abbracciò semplicemente, non disse nulla, forse mi aveva capita veramente <<sai perché dico di conoscerti e di capirti?>> scossi la testa facendolo sorridere leggermente <<non sei così difficile da capire, sei tu che ti crei troppi problemi,  sono convinto che se una qualsiasi persona ti osservasse con attenzione ti capirebbe in un attimo>>non sapevo dove volesse arrivare così lo lasciai finire di parlare <<Non perché tu sia semplice da capire, non mi fraintendere è solo che, come dire, sembri sincera in ogni tuo gesto, sembri così naturale che viene da pensare che come appari, così sei. Sei davvero stupenda>> mi prese una ciocca di capelli iniziando a giocarci <<e non parlo solo di bellezza esteriore>>

Era bastato così poco per farmi capire che in lui c'era quella certezza che avevo cercato per tutta la mia vita, lui era un porto sicuro e le mie emozioni erano in alto mare.Lui è arrivato nella mia quotidianità e in silenzio si è fatto spazio in mezzo a tutto quel casino che era la mia vita, non si è mai fermato a scavare dentro di me, non aveva mai avuto paura di quello che avrebbe trovato. Ogni volta ci dicevamo sempre addio, nonostante sapessimo che in un qualche modo ci saremmo ritrovati. La verità è che non eravamo mai stati in grado di dirci addio, non eravamo in grado di vivere l'uno senza l'altro, eravamo solo ostinati dal doverci separare per forza <<ti sei mai chiesto perché questi addii che ogni tanto ci diciamo non hanno una fine e nemmeno un inizio?>> lui scosse la testa guardandomi come se volesse cercare di sapere a cosa stessi pensando prima che lo dicessi <<forse la leggenda del filo rosso che lega due persone è vero, forse siamo legati da questo filo indistruttibile e non posso dipendere così tanto da te, lo capisci? non posso perdere me stessa se tu in futuro dovessi lasciarmi >> dissi sottovoce, mi prese per mano guardandomi dall'alto, la nostra differenza di altezza era piuttosto visibile in quel momento <<non pensiamo al futuro, se deve succedere qualcosa succederà, piuttosto; non facciamo prima a tornare insieme e vedere come va piuttosto che soffrire in silenzio ogni sera perché ci manchiamo?>> aveva ragione, non sarebbe servito a nulla stare lontani.

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