𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐚𝐧𝐭𝐚𝐝𝐮𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐭𝐨 𝐦𝐚𝐤𝐞 𝐚 𝐬𝐜𝐞𝐧𝐞

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<<Ok ora la smetti di parlare?>> alzo gli occhi al cielo <<Scherzi? Io non ho detto ancora niente caro>>

<<Ecco, io ora mentre mi sistemo, tu ed il tuo stile molto grunge, rock e alternativo potete avere a disposizione un po' di mie magliette e credo di avere ancora qualche pantalone di Ariana, forse, sennò pazienza>>

 <<Ma io mi chiedo come cazzo stai riuscendo a rimanere appoggiato sulle braccia? Cioè io se provassi a fare un plank morirei dopo due secondi, cioè non tu non ti stai stancando?>> si mette una mano in testa <<Ecco! Con una mano sola!>>dice ed io ne approfitto per poi rotolare via giù dal letto.

<<Tu puoi anche essere anche quello atletico, ma io sono quella furba>> sorrido e apro le ante dell'armadio e inizio a cercare qualcosa <<Ok va bene furbetta, io vado in bagno>> mi metto a scegliere una maglietta, cavolo ha più vestiti di me... il che credo possa dirla lunga sul suo egocentrismo.

 <<SCUSAMI MA TU IN TUTTO QUESTO CHE TAGLIA PORTI?>> Cerco di urlargli  <<M>>  

Ah ecco perché sono così strette. Prendo invece la prima felpa nera che trovo che guarda a caso è della playboy, ma va bene tanto oggi sarà una giornata di merda e non vedo altri colori di felpe decenti ... e le altre sono troppo corte da essere usate come vestiti dunque o questo oppure niente. Ma a questo punto che fine ha fatto la mia roba? Mi infilo la felpa e esco dalla camera. 

 Eccole le mie cose, le avevo lasciate all'entrata. Prendo la mia borsetta ed i tacchi e ritorno su.

Mi infilo i tacchi neri e prendo il telefono che è pieno di chiamate perse, perché la gente si interessa tanto di me? 

19 chiamate perse da Elizabeth;

40 chiamate perse da mio padre;

24 chiamate perse da mia madre e tu guarda; 

5 chiamate perse da Ariana.... 

Che cosa ho fatto ora?

Chiamo prima Elizabeth  <<Oi Oi Oi sorellina che cazzo volete tutti che ho più di 50 chiamate perse?>>

<<Ehm diciamo che è successo un casino>> 

<<Che è successo?>>

<<Allora... per prima cosa ti chiedo com'è andato il tuo appuntamento? Lo avete fatto? eh? Com'è ? Oh dio quanto ti invidio sorellina>> 

<<È andato bene ma dimmi che succ- >>

<<Oh si! Sposalo subito!>> Allontano il telefono dall'orecchio, diventerò sorda se le continuo a parlarle in continuazione <<Io non sposo nessuno, per ora, ma che cazzo di domande fai Elizabeth? Ora dimmi ti prego qual'è l'emergenza?>>

<<Diciamo che papà sta cercando te e il tuo fidanzato per un'emergenza in ospedale ma non rispondevate, ecco, ah papà è incazzato nero con voi>> sbuffo, datemi una buona dose di pazienza

<<Incazzato con me? È stato lui a dirmi uscire con altre persone! Mandalo a fanculo se sei con lui>>butto giù la chiamata. 

Vado verso la porta del bagno e busso... ma non credo che mi senta visto che è dentro alla doccia. Perché mi state facendo fare questo? Apro la porta del bagno <<Ehi carissimo, scusa ma c'è un'emergenza all'ospedale e rischiamo di essere licenziati da mio padre che è incazzato nero  perché non abbiamo risposto al telefono>> apro di più la porta e lo trovo già ad asciugarsi davanti allo specchio 

 <<Oh cazzo quello ci ammazza ora>>vederlo con le goccioline d'acqua e gli addominali scolpiti bagnati e dolcemente accompagnati dal asciugamano attorno alla vita non aiuta, non aiuta per niente <<Okay... io sono pronta tu fai quello che devi fare e sbrigati io in tanto cerco di parlargli>> dico girandomi di scatto e chiamando il numero di mio padre. Mi siedo sul letto e attendo con pazienza che risponda.

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