𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐫𝐞𝐧𝐭𝐨𝐭𝐭𝐞𝐬𝐢𝐦𝐨 || 𝐣𝐮𝐬𝐭 𝐥𝐢𝐤𝐞

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<<Ok ti piace guidare veloce, ma non vedi che siamo in una strada? Quello si fa di notte quando non c'è nessuno>>

<<Calmati sono a 90, non mi hai ancora visto sui 200>>

<<E tu quando minchia vai ai 200?>>

<<Quando non c'è nessuno, tiro dritto>> inizio ad accelerare

<<Aria...ARIA! RALLENTA! Così rischio di morire>> ma tu senti questo, si sta cagando sotto e si è pure attaccato alla maniglia sul tettuccio.

Arriviamo all'ospedale più in fretta di quanto credessi <<Allora, siccome ho già messo troppa carne al fuoco sulla mia reputazione io ora: esco, faccio il giro per il giardinetto e facciamo finta che ci incontriamo casualmente all'entrata okay?>> annuisce gli do le chiavi della macchina ed esco dalla vettura.

Mi mancava questo boschetto, mi ricorda quando ho bruciato i vestiti di Ariana... che guarda a caso è successo proprio ieri, chissà quale sarà stata la sua reazione.

Credo che devo mettere delle cimici, si me lo devo segnare: entrare a casa di Ariana e mettere delle cimici, frugare un po' in giro e attuare il più gran piano della storia d'America.
Perfetto, questo non posso proprio dimenticarmelo.

Casualmente mentre sto arrivando verso l'entrata lo vedo arrivare <<Buongiorno dottoressa Carter>>

<<Buongiorno dottor Adams>>  diciamo per poi entrare

<<Come si è risolto poi il caso del signor Jefferson?>> dico per poi sorseggiare il mio caffè di prima ormai freddo ma comunque buono.

<<È stabile, abbiamo già iniziato la procedura che avevate consigliato per la amebiasi, oggi segnaliamo il caso alle autorità competenti e dovremmo già dimetterlo>>

<<Perfetto direi>>

<<Già, allora ci vediamo tra poco>> dando le spalle alla porta dello spogliatoio femminile alzo la tazza di caffè in segno di approvazione verso di lui ed entro.

C'è poco da dire lo scenario è semplicemente stupendo: Ariana che piange disperata, circondata da altre ragazze stupide che la consolano. Cerco di non farmi vedere e vado verso il mio di armadietto.

<<Ehi tu! Perché l'hai fatto?>>

Mi hanno beccata, che inizi lo show <<Scusami?>> le rispondo di tono.

<<Ariana ha appena trovato la tuta che le ha regalato suo padre bruciata o solo dio sa che cos'è successo a quei vestiti, e ha detto che sei stata tu l'ultima ad averli usati ... come ti difendi?>>

<<Oddio, perché non ci avevo pensato? Non è opera mia comunque, io non li avrei bruciati, li avrei buttati nel acido e fatti sciogliere. Avrei eliminato due cose in un colpo: i vestiti e probabilmente sarei morta respirando gli agenti tossici, dunque non sono stata io>>

Appoggio il caffè sulla panchina <<Ma che hai tu? Sei più macabra della bambina della famiglia Adams>> mi dice una

<<Oh non preoccuparti, Mercoledì è il mio spirito guida, e fidati che non mi conosci ancora... odierò pure a morte mia sorella da voler ucciderla, ma secondo te lo farei veramente? Sono più codarda di quanto pensi>>

Devo screditarmi oggi per essere più forte domani.

<<Tua sorella? Oh cristo, Ariana! Non ci avevi detto di avere una sorella>>

<<Cazzo Ariana, cioè io soffro tutta la vita per colpa tua e mi ripaghi così? Bastarda senza cuore>> dico mettendomi il camice.

Mi preparo e piango a comando per iniziare il mio discorso.
<<Io seppure abbia i miei difetti ho sempre cercato di accettarti e ci ho sofferto con questo e... e... tu che fai? Non dici neanche alle tue amiche che hai trovato la tua sorellastra? Vaffanculo>> dico sbattendo la porta dell'armadietto 

<<La prossima volta spero che chiunque ti abbia bruciato i vestiti faccia di peggio>> dico per poi uscire dallo spogliatoio e buttare il bicchiere di caffè vuoto dentro al bidone.

Ma, non ho ancora finito qua, infatti apro leggermente la porta per continuare ad ascoltare la conversazione.

<<<In quale assurdo mondo quella può essere tua sorella?>> non ne ho idea cara, non lo so.

<<Ah guarda non lo so, quella scema si crede dio solo perché urla e dice tutte le sue cose macabre e si veste sempre di nero, mi fa paura! Io ci faccio gli incubi la notte>> oh cara Ariana non è ancora iniziata la tua persecuzione.

<<Si ma potevi dircelo che avevi una sorella, cioè io quella la vedevo ogni mattina e pensavo fosse una di quei film in bianco e nero, comunque Ariana hai sbagliato un po' anche te se devo essere sincera>>

<<In effetti, Ariana, se lei dice di aver "sofferto" a causa tua come puoi biasimarla? Infondo diciamo che dopo che sei nata tu... suo padre, vostro padre, tuo padre ha dovuto lasciare loro per stare con te. Sono poche le persone che riescono ad essere forti e non lasciarsi prendere dalla rabbia nei confronti della propria sorellastra. Non credi che tu debba un po' immedesimarti nei suoi panni?>> Tu cara ti meriti un'oscar per aver detto la pura verità.

<<Ragazze ma cosa state dicendo, ma avete visto quella? Avrà tremila problemi... io le starò alla larga e basta>>

<<Si ma Katy non credi che se ha tremila problemi non abbia bisogno di aiuto? E noi che stiamo facendo? Stiamo solamente sparlando di lei... e poi è appena arrivata poverina non avrà nessuno con cui parlare>>

<<Ragazze per prima cosa non è poverina perché sta sempre attaccata a Jesse e per questo già la odio da morire e secondo perché vi fa tanta pena? Lei è più acerba di quanto pensiate...non cambierà mai, fidatevi>> 

<<Oh Ari io credo che chiunque meriti una seconda chance e poi è uscita piangendo, non credo sia stata lei a bruciartela ... non credo sappia neanche il codice dell'armadietto, anzi potrebbe essere stato chiunque a farlo qualcuno che ti odi di meno rispetto ad Aria ecco>>

<<Non so ragazze io, una chance non gliela darei se poi voi credete che sia una buona idea allora non ne discuto>>

<<E se la mettessimo in prova?>> <<Spiegati meglio Jade>>
<<Nel senso potremmo osservarla per due giorni e vedere se rimane male dopo aver fatto "brutte azioni" se tipo piange o fa qualcosa come stare sempre sola allora la aiutiamo....altrimenti no>>

<<Okay ma vi avverto... non lo farà>>

Richiudo la porta e vado verso il mio reparto, ecco che l'operazione "bye bye Ariana" ha inizio, forse dovrei impararmi i nomi di quelle oche e forse dovrei trovare un nome migliore per l'operazione, ma ci penso dopo ora c'è gente che ha bisogno di me.

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