Eccola che scende le scale con la cartella in mano <<Grazie, oh ecco è arrivata l'ambulanza>> mi alzo e vado verso di loro che entrano in casa
<<Scusami ma ti avevo sollecitato che era bradicardica, avevi al massimo cinque minuti per arrivare, ho dovuto darle dell'acqua perché non saliva a sessanta>> preciso mentre la caricano su una barella.
<<Scusami ma sei un medico Carter? Non mi sembra che tu lo sia ora, perciò fatti da parte>> mi sposto per farla portare fuori, io giuro che t'ammazzo Steve. Giuro che t'ammazzo il giorno del tuo cazzo di compleanno.
<<No... hai ragione, ma qua c'è in ballo la vita di mia madre, Steven>> prendo le chiavi della macchina e mi giro verso Elizabeth che ha finito di rimettere le cose in freezer e viene verso di me
<<Su andiamo>> la spingo fuori dalla porta per poi chiudere a chiave la casa.
Corro verso il garage e apro la basculante rosso per poi aprire la portiera della macchina
<<Wow... io non salgo su quel rottame>> entro al posto di guida e lei si imbroncia fuori.
<<E come pensi di arrivare all'ospedale? Volando? Entra dentro e non fare capricci>>
urlo sedendomi di nuovo sul sedile, e lei rimane li in piedi. Va bene rimani qua.<<Io ci tengo alla mia immagine, più di mia madre, perciò col cazzo che entro in quel coso, chiamo un Uber>>
<<Sei rimasta la solita stronza viziata di sempre>> dico guidando verso il vialetto
<<Può darsi, ma almeno ho una vita a differenza tua che non fai nulla>>
freno di colpo<<Tu non hai idea di quanto vorrei metterti sotto a questa macchina ora come ora e credimi quando questa storia con mamma si sarà risolta io e te faremo i conti una volta per tutte, ti devo ricordare che ho fatto karate?>> le sorrido e vado via.
Non c'è nulla di male nel mio maggiolino nero, è stupendo.
Arrivo all'ospedale prima di quanto pensassi.
Ok, c'è la devo fare. Devo solo cercare di non farmi riconoscere più che altro, vado verso la receptionist Taylor se non mi sbaglio
<<Buongiorno... senta mi può dire in che camera è la paziente Victoria Carter? L'hanno portata qua in ambulanza d'emergenza>> lei alza lo sguardo dal foglio che stava firmando e inizia a scrivere il nome di mia madre al computer
<<Quinto piano stanza B89, io ti ho già vista, ci conosciamo?>> La guardo male.
<<Ehm credo che si stia sbagliando non sono di qui>> sorrido e me ne vado, l'obbiettivo ora è quello di non guardare nessuno in faccia e di non farmi riconoscere.
Busso alla porta e poi la apro e trovo Elizabeth seduta affianco a mia madre <<Complimenti ora cosa vuoi rinfacciarmi? Che la mia macchina è un rottame? Fallo pure tanto non me ne importerebbe>>Vado verso il divano e mi ci butto sopra togliendomi la giacchetta che avevo messo in macchina
<<Potresti anche evitare di parlare così con tua sorella>> mi si drizzano tutti i capelli della testa e mi metto subito a sedere vedendolo seduto davanti a me
<<Che ci fai tu qua?>>
<<L'ho chiamato io Aria.....è pur sempre nostro padre e suo marito, merita di sapere cosa succede>> Scema, meriti tutti i più brutti insulti esistenti su questa terra.
<<Ma più che altro voi due non avreste neanche il diritto di essere qua, ditemi un po' dopo che tu Ian te ne sei andato chi è rimasto con Victoria? Eh? Specialmente tu Elizabeth che a quindici anni te ne eri già andata via da casa.... siamo rimaste solo noi ed era tutto perfetto poi ti sei presentato tu con una proposta di cui non me ne faccio niente e tu Elizabeth senza alcun motivo. Chi era con lei tutte le notte in cui piangeva per voi? Io ed esclusivamente io, e anche facendo così lei continua a voler più bene a voi che l'avete abbandonata, perciò se sono così inutile per tutti voi io toglierei anche il disturbo>> prendo la giacca ed esco dalla camera.
Mi siedo in una delle tante sedie vuote della sala d'aspetto, e srotolo le cuffiette dalla tasca guardando fuori dalla finestra, mi ritrovo a vedere ricordi che avrei voluto eliminare totalmente. Come quando ho letto la lettera scritta da mia sorella dopo che se n'è andata e sapere che pensava a tutte quelle cose su di me, perché io non ho mai fatto nulla? Perché non ho mai reagito? Ho avuto tantissime opportunità per avvelenarle il caffè oppure mettere della polvere urticante sulla sua biancheria eppure no, non le ho mai fatto nulla. Che ingenua.
<<Aria?>> sento toccarmi la spalla e di scatto tolgo le cuffie per poi girarmi e guardargli la sua stupida faccia.
<<Che vuoi Ian?>> si schiarisce la voce
<<Tua madre ha una mialgia agli arti inferiori, volevo solo dirtelo>> annuisco e mi rigiro verso la finestra.
<<Ho capito non ne vuoi sapere di parlarmi ... senti, facciamo così porto tua madre nel mio ospedale a New York, perché qua i tempi per svolgere un'esame sono infiniti e poi ti lascio in pace per sempre... ok?>>
Mi giro di nuovo verso di lui <<Per sempre sempre?>> annuisce e mi porge la mano che stringo subito e mi alzo.
<<Vai a casa e fai una valigia con un po' di cose tue e di tua madre>> annuisco e faccio per andarmene<<Tieni le chiavi della mia macchina>> dice per poi lanciarmi le chiavi della Porsche <<È una Macan nera>> annuisco e vado verso l'ascensore.
Macan nera eh? Li spende bene i suoi soldi allora.
Eccola in bella vista, apro la portiera e mi siedo sul sedile del guidatore <<Wow>> mamma mia che confort, peccato che io sia abituata a macchine piccole ma questa è stupenda con la "S" maiuscola, l'accendo e vado verso casa.
Percepisco una brutta atmosfera dentro casa, ma cerco di ignorare tutto e correre al piano di sopra <<Dove l'ho messa la valigia?>> ah giusto è nell'armadio di mia madre, che scema. Accendo la luce ed entro dentro al suo armadio e vedo la mia scatola nera aperta a terra.
Che figlia di puttana!
Oh carissima questa volta me la paghi eccome se lo farai, stai tranquilla che in qualche modo non ti farò mai più dimenticare ciò che mi hai fatto.
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Suffer
RomanceAvevo due opzioni, fare ciò che volevo realmente oppure continuare a vivere la mia vita tra sogni e speranze tutte tinte di nero. Evidentemente sono proprio una gran psicopatica per aver scelto la prima opzione... o forse no e se lo meritava davver...