𝐂𝐚𝐩𝐢𝐭𝐨𝐥𝐨 𝐭𝐞𝐫𝐳𝐨 || 𝐒𝐞𝐞

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<<Allora Aria come ti va la vita? Lavori? Hai un ragazzo? È carino? Hai continuato il tuo hobby per la chitarra ? Canti ancora? Sarebbe carino fare qualcosa insieme, che ne dici?>> mi va di traverso un mirtillo e inizio a tossire.

 <<Oddio! Mamma fai qualcosa!>> urla quel oca di mia sorella mentre mia madre si alza e mi da una pacca sulla schiena facendomi rigurgitare metà pancakes mangiati ed il mirtillo criminale, grazie piccolo bastardello blu mi ricorderò di te e di cosa hai fatto per me.

<<Oddio! È completamente rossa! Mamma fai qualcosa!>> potresti iniziare stando zitta.

<<E stai calma Elizabeth! Ecco Aria bevi un po' d'acqua>> mi porge un bicchiere pieno fino all'orlo e lo bevo 

<<Stai bene? Tutto apposto? Vuoi che chiamiamo un dottore? O qualcuno? Cazzo Aria Parla!>> deglutisco, ma non sa stare zitta? 

<<Sto bene, per fortuna sono riuscita ad espellerlo prima che entrasse nell'esofago, un minuto in più e sarei morta per asfissia>> mannaggia a te mamma c'ero quasi.

 <<Sto bene>> dico di nuovo 

<<Aspettate un attimo...Elizabeth hai detto che Aria suona e canta?>>

<<Suonavo e cantavo, passato.... remoto, molto remoto parliamo di più di otto anni fa>> cerco di sembrare convincente ma forse faccio solo pena a tutti.

 <<Ah>> mi dispiace non averglielo mai detto ma è un mio piccolo hobby che coltivo ancora, ad insaputa di tutti.

<<Aria non hai ancora risposto alla mia terza domanda>> fa il suo sorrisetto malizioso e perfido di cui avevo completamente rimosso il ricordo, ecco perché la odio è una manipolatrice insensibile.

<<La ritenevo molto ovvia la domanda, non sono una sgualdrina come te che cambia ragazzo come cambia le mutande, e quindi ogni giorno... spero>> mia madre mi guarda malissimo.

<<Aria Mariah Carter! Come ti permetti di rivolgerti così a tua sorella? Considerati morta dopo questa>> che aspetti? Fallo pure! Tanto cosa avrei da perdere? 

<<Esatto, la mamma ha ragione bastarda santa, almeno io la vita me la godo non vivo chiusa dentro ad una camera a non fare nulla dal mattino alla sera a non avere contatti sociali, senti insulta pure il mio stile di vita quanto vuoi ma sappi che quella che ci sta rimettendo sei tu, sei sempre stata tu e sempre sarai tu se continui di questo passo e con questo atteggiamento sfrontato>> questo è troppo.

<<Ma tu chi cazzo ti credi di essere per dirmi ciò che devo fare e ciò che non devo fare? Devo ricordati che sei quattro anni più piccola di me oppure il fatto che sei famosa e hai una vita spericolata tra alcool e droghe ti rende più grande? Ti sbagli>>
Faccio cadere la sedia a terra ed esco da quell'ambiente e mi chiudo in camera.

Non posso più vivere qua, non con una madre così e con quella bastarda di mia sorella che mi odia come se non ci fosse un domani e menomale che il sentimento è reciproco.

Mi siedo sul bordo del letto e fisso la finestra, devo avere un piano. Se me ne voglio andare devo trovare un posto dove stare, e se devo trovare un posto dove stare devo pagare l'affitto che è sui mille dollari al mese ed io alla caffetteria ne guadagno solo cinquecento e quindi dovrei trovarmi un'altro lavoro visto che i miei fondi sono stati legalmente bloccati.
No, no, no e ancora no. Io quel lavoro lì non lo accetto.

Potrei trovarmi un secondo lavoro e così riuscirei forse a pagarmi le spese per il primo mese.

<<AAAAAAAA!!!>>

Guardo la porta sentendo tale urlo, la apro e mi affaccio <<Aria! Vieni qua! Ora!>> scendo le scale sbuffando <<Cosa ti fa pensare che voglia stare con te?>> poi vedo mia madre accasciata a terra con gli occhi spalancati ed il respiro affannato.

<<Oh cazzo>> dico e mi avvicino a lei misurandole il battito <<È bradicardica, 50 battiti>> le tocco la fronte <<È bollente, Elizabeth prendi il termometro nel cassetto sotto la televisione>>

<<Perché Ian mi ama così tanto, siamo sposati eppure continua a mandarmi tanti cuoricini! È troppo dolce ma cristo scollati un po' non respiro>> Smettila mamma, ti prego.

<<Che cosa dice?>> mi porge il termometro che suona subito <<Ha quaranta di febbre, si ustiona di questo passo e sta delirando... prendi tutto ciò che c'è dentro al freezer e porta qua>> prendo il telefono dalla tasca e chiamo il 911.

<<911 qual'è l'emergenza?>>

<<Salve, 300 di Costanera road Cocoplum Miami, mia madre è in uno stato delirante con bradicardia e febbre alta sui quaranta, fate presto>>

<<Mando subito un'ambulanza>>

Elizabeth porta tra le braccia un'infinità di cose fredde che appoggia a terra ed io gliele metto sotto le ascelle, sulla fronte, dietro al collo e sui piedi.

<<Per curiosità hai fatto qualche corso di primo soccorso per sapere tutte queste cose?>> guardo in alto verso l'orologio in cucina e poi lei. 

<<Si un corso che dura quattro anni più altri tre di specializzazione nel mio caso>> lei mi guarda schifata <<Ah pensavo molto di meno, ma a che servono sette anni per imparare ste due cosette che si imparano in due secondi>> Non l'ha detto seriamente.

<<In due secondi? Ma fammi il piacere Elizabeth taci e non dire stronzate come quella che hai appena detto>> mi alzo e vado ad aprire la porta seppure non sia arrivata ancora alcuna ambulanza 

<<Senti Aria... so che non è il momento migliore, ma seppure non sia mia la colpa ti chiedo scusa>> Alzo gli occhi al cielo, lo fa solo per fare scena, non vuole chiedere scusa veramente.

<<Ah vai nell'armadio della mamma e prendi la sua cartella clinica , è dentro ad una scatola marrone nel suo armadio credo, devo vedere un po' di cose>> lei annuisce e va verso la camera. 

<<Ian, smettila di baciarmi ci sono i ragazzi!>> chiudo gli occhi e mi vengono i brividi da capo a piedi, non pensavo facesse così male.


𝐄𝐥𝐢𝐳𝐚𝐛𝐞𝐭𝐡 𝐩.𝐨.𝐯.


Scatola marrone dentro all'armadio. 

Scatola... di che colore era la scatola? Beige? Beh c'e ne sono cinque qua dentro perciò è dentro ad una di queste cinque.

Iniziamo da quella Nera dai.

Minchia se è pesante, la butto a terra, spero non ci fosse nulla di fragile. Apro il coperchio e trovo una foto di Aria alla sua... laurea? Che bastarda non mi ha detto di aver fatto degli studi, ci sono dei fogli : moduli d'iscrizione al "University of Miami Health System"

li faccio cadere a terra, e sbuffo ecco perché sapeva tutte quelle cose mediche, guardo dentro la scatola e trovo un camice sarà stato il suo ma, la domanda che mi sorge spontanea è:
perché non lavora? La mamma ha detto che sta lavorando in un bar. Quindi sorellina che nascondi? 

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