Capitolo 36

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I Don't Wanna Lose Control

ASHTON

«Cosa stai facendo?»

Quanto è imprevedibile la vita? Un giorno ti svegli e va tutto bene. L'altro va ancora meglio e quello dopo ancora è semplicemente perfetto. Poi ti addormenti e quando riapri gli occhi non ti senti neanche la stessa persona di due giorni prima. Senti che manca qualcosa ed è proprio la sua assenza a mandare tutto in frantumi; un po' come quando perdiamo l'equilibrio e non riusciamo a seguire la retta via. Perciò da che tutto sembra andare per il meglio, a che ogni cosa viene stravolta da eventi negativi.
Secondo una teoria, non esiste la fortuna o la sfortuna perché ciò che non hai ottenuto o subìto il giorno prima, si manifesterà in un futuro prossimo. Strana cosa la regressione verso la media, vero?

Sembrerebbe che per noi le cose fossero andate troppo bene ultimamente e che l'universo abbia dovuto riequilibrare ogni cosa, aggiungendo del piccante a quel piatto troppo dolce. La mia ruota aveva già preso a girare nella direzione opposta da qualche tempo, ma deduco di aver vissuto agiatamente per troppo.

«Vado via per un po'.»

In un certo senso ci sto facendo l'abitudine. D'altronde siamo sempre stati abituati a sentirci grandi perché tutto ciò che conosciamo ci sembra inferiore a noi, ma di fronte all'ignoto, di fronte a Dio, cosa siamo? Siamo briciole di pane cadute sull'asfalto di un marciapiede. Siamo formiche che camminano fra i ciuffi alti di qualche immensa distesa verde e anche se capissimo come stanno davvero le cose, non potremmo fare niente per cambiarle. Privi di forze, privi di potere, siamo succubi del nostro destino e sediamo in prima fila ad osservare in silenzio, come fosse il film più complesso che abbiamo mai visto. Ci sono così tanti colpi di scena, alcuni non li possiamo prevedere, ma altri sappiamo già che ci attendono, un po' come nei film romantici dove, dopo tutto quell'amore, arriva il colpo di scena con l'antagonista. Lo diciamo sempre, infondo: "era tutto troppo bello per essere vero" o "stava andando talmente bene che c'era da aspettarselo".

Solo che, davanti ad un maxi schermo di qualche sala cinematografica, sappiamo già che, nonostante tutto, il bene prevarrà e che i protagonisti avranno il loro magico lieto fine. Eppure la vita non va esattamente così. Provate a mettere Inception in loop, dove di confusione e di colpi di scena ce ne sono anche troppi. Vi sfido a capire come stanno le cose e poi, magari, anche a spiegarmele.

«Perché?»

Fu in quel momento che Calum distolse lo sguardo da quel borsone impolverato che fino ad un secondo fa stava riempiendo con la sua roba. Faceva dannatamente male vedere come tutto si stava sgretolando sotto i nostri piedi. Credevo di voler bene a Megan, ma dopo un po' ho incominciato a domandarmi se non fosse solo per abitudine. Ciò che davvero mi mandava in confusione era il potere che le davamo: farci arrivare a tanto, a discutere così seriamente, era assurdo.

Ultimante avevo meditato un pensiero egoista. Desideravo la presenza dei miei amici, li volevo tutti per me e con me. Avevo bisogno delle loro attenzioni, della loro comprensione. Inizialmente mi sono sentito in colpa, non è da me chiedere così tanto, ma poi ho riflettuto e sono arrivato alla conclusione che ogni tanto tutti abbiamo bisogno di pensare un po' a noi stessi, no? Anche se egoisticamente. Avevo già perso la persona che amavo, non volevo che mi venissero sottratti anche i miei amici. In un certo senso, temevo che il mio destino fosse quello di rimanere solo. Era davvero quello che l'universo aveva in programma per me?

«Ho bisogno di cambiare aria, persino a casa mia mi sento soffocare. Scommetto che nessuno mi crederebbe in questo momento se provassi a spiegare come sono andate davvero le cose... anche se in realtà non so neanche io chi sia stato o come sia successo-» mormorò Calum, sospirando con aria rammaricata.

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