Prologo

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11.03.2045

Il mio compleanno. L'anniversario della sua morte.

Ho preso diciotto anni della sua vita. Ho rubato del tempo ad un'altra persona, alla persona che è morta per avermi.

🍂

Vi capita mai di sentire la mancanza di persone mai viste prima? Oppure di pensare a tutte le cose che avreste potuto fare insieme a loro? Da quelle più stupide a quelle più sentite.

A volte mi sforzo di ricordare come io mi sia sentita a stare fra le sue braccia due secondi dopo il parto; altre ancora penso a come io sia stata l'ultima cosa che lei abbia visto prima di spiccare il volo verso quel famigerato posto migliore. Eppure la vera domanda che infesta i miei sogni ogni notte di questo stesso giorno è sempre la stessa: come cambierebbe la mia vita se lei fosse ancora qui?

Come ogni anno ormai, mi dirigo su per le scale, bloccandomi una volta arrivata in cima. Non ho mai trovato il coraggio di entrare realmente all'interno di questa stanza, ma credo che questo sia il momento più adatto.
Perché?
Non lo so.
L'ho deciso un istante fa, convincendomi che di momenti più adatti non ce n'è, così ho stabilito che oggi fosse il mio.

Dopo aver preso un lungo respiro, abbasso lentamente la maniglia della porta.
Un passo.
L'aria pesante della stanza invade le mie narici.
Un altro.
Il buio mi investe, così accendo la luce dal pannello elettrico; una marea di roba entra nel mio campo visivo, ma una cosa in particolare cattura la mia attenzione.
Uno ancora.
Mi inginocchio davanti ad uno scatolone con la scritta "Annalise" e ci soffio sopra per togliere la polvere superficiale.

Senza più indugiare, tolgo delicatamente lo scotch che tiene chiusi i quattro lembi del contenitore e ne guardo il contenuto: libri, dischi, collane e bracciali, un lettore cd e una rivista.

Mi soffermo sui dischi e, incuriosita, ne prendo uno:
«Sounds Good Feels Good, 5 Seconds Of Summer..» leggo a bassa voce, rigirandomi la custodia di plastica fra le mani.

Spinta dalla curiosità, prendo il lettore musicale e lo attivo, inserendovi poi il cd.

Silenzio.

Do alcuni colpi all'antiquato apparecchio elettronico, facendolo finalmente partire.

Take my money

Una voce estremamente metallica invade il silenzio della stanza, facendomi accapponare la pelle.

Black jeans, white tees, black Converse,
You know she gets it right
Blue hair, blue eyes, I saw her
I couldn't help it, I was like

Presa da un'attacco improvviso di ansia, do qualche altro colpo al lettore cd, tirando un sospiro di sollievo quando tutto torna a procedere normalmente.

I wanna be be
Be in the game
I wanna know know
Your middle name
If we could go go
It won't be the same
Cause' right now
You're killing the game

Eppure, proprio quando penso di aver risolto tutto, una serie di codici numerici invadono il piccolo display del lettore e la voce si abbassa gradualmente di almeno venti tonalità.

Con il cuore in gola e il respiro mozzato per la paura di aver danneggiato qualcosa di così prezioso, mi alzo dal pavimento della soffitta, portando l'aggeggio con me. Mi precipito giù per le scale, diretta verso lo studio di mio padre nella speranza che dopo una sgridata mi avrebbe aiutato ad aggiustarlo; ma nel momento in cui il mio piede raggiunge l'ultimo scalino, tutto intorno a me diventa bianco, impedendomi di orientarmi.

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