Don't leave me again
È quando il mio stomaco si rifiuta di accogliere anche solo un altro chicco di riso, che in genere mi ritengo soddisfatta.
«Non so tu, ma io ho ancora fame.»
«Tu non sei umano, Calum.» dico in una risata, prima di passargli il mio piatto con sopra ancora tre nigiri al salmone e un hosomaki al tonno.
«Sono.. impressionata.» sentenzio, con una mano sul petto e un sorriso divertito, mentre il moro fa fuori anche gli ultimi pezzi di sushi.
«Sono molto dotato, in tutti i sensi.» farfuglia a bocca piena, pulendosi le labbra con il tovagliolo.
Recepito il doppio senso, roteo gli occhi al cielo, facendo ridere di gusto il ragazzo. Che scemo.
«Guardiamo un film?» propone, alzandosi da tavola per sparecchiare.
«Dove l'hai messo?» chiedo improvvisamente, guardando in giro. Il bassista mi guarda confuso, guardandosi anche lui attorno.
«Dove l'hai messo il vero Calum, quello stronzo?» continuo, fermando poi lo sguardo su di lui, con un sorrisetto divertito.
«Vaffanculo.» risponde, roteando gli occhi al cielo prima di ritornare il musone di sempre.
«In ogni caso sono distrutta, penso che andrò a letto adesso..»
«Vuoi che avverta la stampa?»
«Eccolo qui.» dico, riconoscendolo finalmente. Si era comportato in maniera fin troppo amichevole quella sera. Non è stato male però.🍣
2:37 del mattino:
Mi sveglio di soprassalto, con il cuore che batte all'impazzata e il respiro affannato. Tutto normale insomma, tranne che per una cosa: un malditesta atroce.
Mi alzo lentamente, sentendo la testa girare ad ogni mio movimento.
Non ci voleva proprio.
Entrata in bagno, accendo la luce, sperando che dietro lo specchio ci sia il classico scomparto per le medicine.
Bingo.
Trovate le aspirine, mi reco in cucina a prendere un bicchiere d'acqua per poi ingerire il farmaco.Quando mi giro verso il salotto, vedo Calum addormentato sul divano, seduto e con la testa sorretta dalla mano; le labbra schiuse e la tv ancora accesa che dava la pubblicità.
Mi avvicino a lui, cercando di spegnere la televisione senza svegliarlo. L'unico problema però è il telecomando, incastrato tra il suo gomito ed il bracciolo del divano; con estrema attenzione, gli alzo delicatamente il braccio, afferrando l'apparecchio elettronico e spegnendo la televisione. Tirato un sospiro di sollievo, riposo il telecomando accanto a lui, facendo per allontanarmi, ma proprio quando stavo per fare un passo indietro, inciampo sul suo piede, finendo in ginocchio davanti a lui. Mi tappo istintivamente la bocca, contenendo un' imprecazione per evitare di svegliarlo.
Mi verrà un ematoma enorme.
Dopo aver preso un grande respiro, mi rialzo, dirigendomi in punta di piedi verso camera mia, quando la voce di Calum mi fa immobilizzare. «Non andartene mamma.» farfuglia nel sonno, facendomi girare nella sua direzione. Sta chiaramente sognando.
«Non lasciarmi di nuovo..» sussurra, il labbro inferiore tremolante e le sopracciglia aggrottate.Una morsa mi stringe il cuore: non ho mai avuto una figura materna, non so cosa si provi nel momento in cui la propria madre ti abbandona, ma so cosa si prova durante la sua assenza.
Un passo alla volta, mi dirigo verso il ragazzo che continua a blaterare nel sonno. Non so esattamente cosa fare, ma l'istinto mi precede, prendendo il sopravvento.
«Sono qui, Cal.» sussurro, mordendomi il labbro: non pensavo avesse passato tutto questo.
«Non andare più via.»
«Mai più.» rispondo ancora, sorridendo quando, una volta seduta accanto a lui, si accoccola sul mio petto, circondandomi il busto con le braccia.💤
La luce che filtra dalla porta-finestra del terrazzo mi costringe ad aprire gli occhi, ancora assonnati; sbatto qualche volta le palpebre, cercando di abituarmici. Sentendo un peso un po' più su dei fianchi, abbasso lo sguardo, notando il braccio di Calum che ancora mi tiene stretta a sé. Eppure sono cambiate un po' di cose, come il fatto che adesso siamo entrambi sdraiati sul divano, in una posizione che mi ricorda molto il gioco Tetris.
Calum mi cinge la vita da dietro e ha la testa nell'incavo del mio collo, infatti riesco a percepire i suoi sbuffi di fiato caldo sulla pelle; abbiamo persino le gambe intrecciate.
Al sentire qualcosa premere contro la mia coscia, faccio scivolare una mano fra i nostri corpi, per vedere di cosa si tratti. Magari è il telecomando.
Quando cerco di afferrare l'oggetto, però, mi rendo conto di cosa si trattasse realmente; ritraggo subito la mano, diventando rossa come un pomodoro.
«Oh mio Dio..» dico in un sussurro, maledicendomi in tutte le lingue.
Sollevata dal fatto che Calum non si sia svegliato, cerco comunque di allontanarmi il più possibile dalla sua erezione, ma la sua stretta così salda me lo rende impossibile.
«Calum,» cerco di svegliarlo.
«Calum.» niente da fare.
«Calum!» finalmente.
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Timeless
Fiksi PenggemarIN REVISIONE⚠️ (ex "11.03.2045") Megan, al diciottesimo anniversario della morte di sua madre, viene misteriosamente catapultata nel lontano 2016 dopo l'utilizzo di uno strano lettore cd. A recuperarla dalla strada saranno quattro ragazzi, tra cui...