29. Panico

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Noreen bevve l'ultimo sorso d'acqua del suo bicchiere, prima di chinarsi per appoggiarlo a terra. Appoggiò la mano sulla pancia piena e guardò i suoi amici, dall'altra parte del falò. Non si erano parlati per tutta la cena, ma le andava bene così. Ne aveva approfittato per passare del tempo da sola con suo padre. Le era mancato parlare con lui e sapere che non sarebbero mai più stati solo loro due le provocava un intenso senso di malinconia che non era in grado di soffocare. Era felice di aver conosciuto Sygal e tutti gli altri, ma aveva ricordi sereni dell'infanzia passata a Ezner con Viltor, nonostante tutto.

Aveva visto Sygal e Galapey sedersi vicini e chiacchierare tra di loro, quindi aveva deciso di non interromperli. Stava per alzarsi per raggiungere Katla, accanto a loro in silenzio, quando aveva adocchiato Kateur lasciare il suo posto e passare dietro ai due ragazzi, per accomodarsi alla sinistra della sua amica. Le era sfuggito un sorriso tra il divertito e il preoccupato, ma aveva deciso di non intromettersi. Aveva passato la cena ad alternare lo sguardo tra i due compagni a Pess. Più volte il fratello aveva ricambiato l'occhiata con un sopracciglio inarcato e si era affrettata a distogliere l'attenzione, imbarazzata. Pess non era stupido. L'aveva di sicuro capito che si stava assicurando che stesse bene. E lo conosceva abbastanza bene da sapere che ciò l'aveva infastidito.

Si era aspettata che Pess si unisse a lei e Viltor, ma il mago non si mosse dal suo posto, accanto a Eowra. Anche suo padre pareva essere turbato dalle sue stesse preoccupazioni, ma né lui né lei accennarono a Pess.


Solo a fine cena, Pess si sollevò in piedi, attirando l'attenzione di tutti, e si avvicinò a lei. Noreen si spostò verso Viltor per lasciargli spazio. Incrociò gli occhi di Katla, che sembrava essersi di colpo dimenticata di avere accanto Kateur e fissava lei e Pess con intensità, pronta a intervenire. Tentò di comunicarle con lo sguardo che non correva alcun pericolo, ma Katla rimase immobile e rigida.

«Con la tensione che c'è stasera, se solo starnutissi, mi si avventerebbero tutti contro a spada tratta» commentò Pess, continuando a fumare la sua pipa tranquillo. Noreen, però, sapeva che non lo era affatto, quella situazione lo innervosiva, gli ricordava la diffidenza che avevano mostrato i draghi anche quando era piccolo. Aveva voglia di alzarsi e gridare a tutti di comportarsi come al solito, di non dargli l'idea di essere più sbagliato di quanto già non si sentisse.

«Io e papà ci fidiamo di te» mormorò Noreen, osservando il suo profilo.

Pess abbassò la pipa per sorridere con amarezza. «Non so quanto vi convenga».

Noreen non si demoralizzò. «Stavo pensando che magari, se mi concentrassi, riuscirei a controllare il tuo drago come faccio con gli altri».

Pess si umettò le labbra e scosse la testa. «Non funzionerà. I Semidraghi sono liberi da qualsiasi tipo di legame con la Regina, che non sia di parentela».

«Ci deve essere una soluzione» obbiettò Noreen, tornando a guardare il fuoco.

Pess espirò un'altra boccata di fumo. «Non c'è. Questo è il destino di tutti noi nati dall'unione tra la Regina e un drago».

Noreen sbarrò gli occhi e raddrizzò la schiena. «Mi stai dicendo che nascono sempre Semidraghi?! Non può nascere la nuova Regina?».

Pess spostò gli occhi di ghiaccio su di lei. «Per dare alla luce una Regina, ci vuole sempre un umano».

Noreen puntò l'attenzione su Sygal, dall'altra parte del falò. Anche lui la stava guardando e pregò che non avesse sentito ciò che Pess aveva appena detto. Sbatté più volte le palpebre per rimanere lucida. Per generare la nuova Regina, si sarebbe dovuta unire a un umano. Con Sygal, sarebbero nati solo Semidraghi. Aprì la bocca per parlare, ma non ne uscì alcun suono. Lei e Sygal non avevano futuro. Non si sarebbe mai perdonata se avesse condannato i suoi figli al medesimo destino di Pess. Non sarebbe riuscita a vivere in pace sapendo che sarebbero invecchiati più in fretta di lei, che si sarebbero odiati come faceva Pess.

Si alzò in piedi con un gesto brusco e tenne la testa china, lasciando che alcune ciocche di capelli le andassero davanti alla faccia, in modo che nessuno potesse vedere le lacrime che minacciavano di uscire.

«Scusatemi» riuscì a sussurrare, prima di allontanarsi dalla radura in fretta. Voleva trovare un luogo tranquillo dove riflettere, accettare quella notizia. Sentì l'impulso di correre nella casa per recuperare il diario di sua madre e leggerlo. Quel quadernino rovinato era diventato il suo rifugio. Ogni volta che qualcosa la turbava, lo apriva e leggeva un paio di pagine. Riusciva a percepire i pensieri di sua madre e le sembrava di averla lì accanto che le raccontava alcuni ricordi passati. Alcune pagine le sapeva a memoria, parola per parola.

«Noreen!». Udì Sygal che la chiamava, ma non si fermò. Sentire tutta la preoccupazione nella sua voce aumentò la sua tristezza e il numero di lacrime.

Una mano le si serrò intorno al braccio e la costrinse ad arrestarsi. Sygal la fece girare con gentilezza e la strinse tra le sue braccia. Noreen affondò il viso nel suo petto e non riuscì più a dominare i singhiozzi. Gli avvolse le braccia intorno al busto, sentendosi al sicuro.

«Ti va di parlarne?» chiese Sygal, con tono sommesso.

Noreen non si mosse, ma si rilassò di poco quando Sygal iniziò ad accarezzarle la schiena con una mano.

Rimasero per svariati minuti immobili, finché Noreen non si calmò e riprese il controllo di sé. Si staccò, rimanendo comunque abbracciata a lui. Alzò il capo per osservarlo e scorse tutta l'apprensione nei suoi occhi. Si guardarono per diversi secondi, prima che Sygal le passasse i pollici sulle guance per cancellare le ultime lacrime.

«Cos'è successo?» le domandò, con dolcezza.

Noreen tirò su con il naso e riabbassò gli occhi sul suo petto. Non riusciva a dargli quella notizia guardandolo in faccia. «Ho parlato con Pess e mi ha rivelato che dall'unione della Regina con un drago nascono sempre Semidraghi».

Sygal le accarezzò le guance con i pollici, mentre la fissava. Rialzò lo sguardo per guardarlo, volendo capire il motivo del suo silenzio.

«Non posso dare alla luce la futura Regina con te!» urlò, staccandosi da lui, mentre le lacrime ricominciavano a scorrere. Vide il suo viso sfocato e arretrò ancora quando lui cercò di abbracciarla.

Sygal le strinse con decisione le spalle. «Non devi pensarci ora. Possiamo trovare una soluzione, come faremo per Pess. Non farti sopraffare da questa notizia». Parlò con voce calma e ciò la tranquillizzò. Sospirò a fondo più volte e si asciugò gli occhi umidi. Annuì, più lucida.

«E se non la troveremo?» sussurrò. Lo fissò, quasi pregandolo di trovarla, di rimediare a tutto, come faceva sempre.

Sygal la raggiunse e le posò le mani sulle goti. Si chinò verso di lei e la baciò con dolcezza. «Ci riusciremo, anche a costo di dover girare per tutte le terre di Daktsee. Non ci arrenderemo».

Noreen riuscì a sorridergli e annuì. La sicurezza che aveva era uno dei lati del suo carattere che le piacevano di più. Amava la sua capacità di mantenere la calma quando invece lei rischiava di essere divorata dall'ansia. Ogni volta era come se fosse sul punto di cadere da un precipizio e lui fosse lì a tenerla e allontanarla dal burrone.

«Non sei sola ad affrontare tutti gli ostacoli che la vita di mette davanti, Noreen. Io sono con te. Tutti gli altri sono con te» sussurrò Sygal, appoggiando la fronte contro la sua.

Noreen socchiuse gli occhi e inspirò, confortata dalle sue parole. «Nemmeno tu sei da solo».

Sygal si staccò appena da lei e le sorrise. «Lo so. Ti va di tornare dagli altri?».

Noreen annuì, ricambiando il sorriso. Gli strinse la mano che le porgeva e lo seguì tra la foresta buia, in direzione del falò.


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Capitolo molto breve, ma importante!

Ci avviciniamo alle mille stelline! Volevo ringraziare chi lascia sempre un voto a ogni capitolo <3 (ma anche i lettori silenziosi).

Instagram: animadidragoo.

Il Principe Di GadiyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora