10. Noosh

394 34 4
                                    

Pess si voltò a guardare Viltor, il quale si osservava intorno, incantato. Si trovavano sulla spiaggia sabbiosa di Noosh e stavano studiando la situazione, prima di addentrarsi nell'isola. Nulla era mutato dall'ultima volta che era stato lì, ma sapeva che avrebbe cambiato idea non appena avesse visto il villaggio.

Pess si incamminò sicuro verso la vegetazione. Dopo tutti quei giorni di viaggio, avrebbe dovuto sentirsi stanco, il suo corpo anziano avrebbe dovuto essere dolorante, eppure non si era mai sentito così forte negli ultimi decenni. Viltor accusava la fatica più di lui e lo seguì trascinando i piedi sul terreno sabbioso.

«Dimmi che il villaggio non è lontano» proruppe Viltor. Lo stupore era del tutto sparito dal suo viso, lasciando spazio solo alla stanchezza.

Pess sorrise, approfittando che non potesse vederlo. «Non dirmi che un viaggetto di un paio di giorni ti ha stremato così tanto, vecchio».

Viltor borbottò parole poco garbate nei suoi confronti a denti stretti e lo seguì senza più parlare.

Proseguirono tra la vegetazione, finché davanti a loro non spuntarono le case di legno. Pess si bloccò, incapace di dire qualcosa e di comprendere quali fossero le sue emozioni a quella vista.

I segni dell'attacco erano evidenti, nonostante non fossero visibili cadaveri, né tracce di sangue. Alcune abitazioni erano del tutto distrutte, altre solo in parte.

C'era uno strano senso di pace. Quel luogo non era più sicuro da quando i suoi abitanti erano stati uccisi con brutalità nei loro stessi letti, nei posti che reputavano protetti. Eppure, in quel momento il villaggio appariva intoccabile, isolato dal mondo. Non riusciva a credere che fosse stato invaso e distrutto senza pietà e i suoi draghi con esso.

«Non me lo immaginavo così» commentò Viltor, con un filo di voce.

Pess lo guardò con un sorriso triste. Lui non ricordava molto. Era passato troppo tempo dall'ultima volta che era stato lì.


Un fruscio da destra lo fece scattare sull'attenti. I suoi sensi si acuirono e la magia iniziò a fremergli nelle vene.

Viltor scrutava ancora tranquillo il villaggio, quindi non doveva essersi accorto di niente. Pess socchiuse gli occhi e si mise alla ricerca dei ragazzi. Sperava che fossero lì e che non si fossero cacciati in qualche guaio.

Un rametto venne spezzato in un punto ancora più vicino a loro. Pess non attese oltre e si voltò di scatto, con la magia raccolta sulla punta dei polpastrelli, pronta.

Un drago bianco spuntò fuori dagli alberi e si avventò su di loro, ruggendo. Viltor reagì, mentre gli occhi gli diventavano blu e il suo potere assaliva la belva.

«Katla! Viltor!» urlò Pess, intromettendosi con la sua magia. Li immobilizzò entrambi. Katla a mezz'aria e Viltor un istante prima che lanciasse un incantesimo.

Gli occhi candidi del drago si spalancarono, nell'istante in cui lo riconobbe. Si fidò a liberarla, sicuro che non li avrebbe attaccati. Con Viltor fu più complicato. Mentre ritirava il suo potere, dovette combattere contro quello del mago, per evitare che facesse del male a Katla.

Viltor lo guardò perplesso, prima di lanciare un'occhiata severa al drago. Pess si affrettò a presentargliela. «Lei è Katla, l'amica di Noreen. Katla, lui è il padre di Noreen» disse, rivolgendosi a entrambi.

Katla emise un borbottio amichevole e spostò il peso da una zampa all'altra, imbarazzata.

Viltor cambiò espressione e sorrise al drago. «Sono felice che Noreen si sia fatta un'amica».

Il Principe Di GadiyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora