2. Arena

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La porta della cella venne aperta, illuminando all'improvviso la stanza. Noreen serrò le palpebre, accecata. Erano stati per ore nel buio completo e il cambiamento fu troppo repentino. Sygal, accanto a lei, si lasciò sfuggire un lamento.

Noreen si alzò in piedi, pronta a dover riaffrontare il fratello, ma i soldati slegarono Sygal e lo condussero fuori dalla prigione insieme a lei.

«Dove stiamo andando?» chiese Noreen, non riconoscendo i tunnel sotterranei che stavano percorrendo. Il giorno precedente, erano saliti subito ai piani superiori, invece di continuare sottoterra.

Le guardie non si degnarono di risponderle e li spinsero fino a un'altra cella sotterranea. Rimasti da soli, si guardarono interrogativi. Noreen analizzò l'ambiente circostante, ma si trovavano in una stanza vuota, più piccola di quella dove erano stati rinchiusi fino a quel momento.

«Potrebbe essere l'occasione per provare a scappare?» propose, alludendo all'assenza di manette intorno ai polsi di Sygal.

Prima che Sygal avesse modo di risponderle, lo squillo di un paio di trombe attirò la loro attenzione. Noreen si girò, proprio nell'istante in cui una porta di metallo veniva alzata, facendo entrare alcuni raggi di Sole. Notò con la coda dell'occhio che Sygal si irrigidiva al suo fianco.

«Non di nuovo» sussurrò lui, con voce tremante.

Noreen sbarrò gli occhi, non appena realizzò di trovarsi all'ingresso di un'arena come quella da dove aveva salvato Sygal a Ezner e Galapey a Omex. Questa volta, però, non era dalla parte degli spettatori. Hanea voleva farla combattere.

Fece un passo indietro, voltandosi a guardare Sygal, il quale era immobile. Non le servì entrargli nella mente per capire cosa stesse provando. Uno dei suoi incubi era diventato di nuovo realtà.

Una guardia entrò di nuovo nella cella e puntò loro contro una spada, esortandoli a uscire. Noreen fu la prima a fare un passo avanti. Non poteva ancora vedere cosa la aspettava, contro a cosa avrebbe dovuto combattere. Udì i passi di Sygal dietro di lei. Uscirono insieme, fianco a fianco, affrontando le grida della folla, la luce del Sole e il calore appena sopportabile.

Il portone alle loro spalle si richiuse, impedendo loro di tornare indietro. Noreen strinse le dita intorno alla stoffa del vestito che le aveva fatto indossare Liope il giorno precedente.

«C'è una rastrelliera vuota lì, ma scorgo una spada» mormorò Sygal, scrutando con attenzione l'ambiente dell'arena.

Noreen seguì con lo sguardo la direzione da lui indicata. Sarebbe stato il primo combattimento per lui in forma umana e non avrebbe potuto contare sui suoi artigli affilati, sulle ali, sulla mole e sulle fiamme.

Stava per proporgli di trasformarlo, quando Sygal la prevenne. «Non mutarmi, per nessun motivo. Loro si aspettano divertimento e io voglio dargliene il meno possibile».

Noreen assentì, accettando la sua scelta. Questo avrebbe complicato la situazione, ma Sygal era comunque un abile spadaccino e lei poteva ancora sperare sulla sua magia.

Una porta venne aperta dall'altra parte dell'arena, permettendo a due gladiatori di uscire. Noreen deglutì, realizzando che i due uomini erano in possesso di diverse armi e di una corazza protettiva intorno al corpo, mentre a loro era stata concessa solo una spada.

La folla urlò più forte di prima e incitò i due guerrieri. Noreen si morse il labbro, tesa. Era evidente come i due gladiatori fossero amati dal pubblico e questo le faceva pensare che fossero famosi e avessero vinto tutti i combattimenti. Puntò di nuovo gli occhi sulla rastrelliera, sperando di trovarci un arco e delle frecce, ma era vuota.

Il Principe Di GadiyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora