15. Fuga

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Kateur si arrestò di scatto aderente alla parete. Noreen lo imitò e attese che il compagno le desse la via libera. Si trovavano ancora nei sotterranei del castello e confidava che Kateur ricordasse la via per uscire di lì.

Le fece un cenno con le dita e Noreen si incamminò insieme a lui. Arrivarono in un punto dove il corridoio curvava e alcune voci maschili giunsero da dietro la svolta, troppo vicine.

Noreen respirò con affanno, timorosa di essere scoperta dagli uomini mentre era in fuga. Kateur, però, non diede neanche il tempo alle guardie di adocchiarli, perché si avventò su di loro e tagliò con un colpo secco la gola del primo, per poi avventarsi sul secondo. L'uomo provò a difendersi o a gridare per lanciare l'allarme, ma Kateur gli tappò la bocca con una mano e gli conficcò la lama nel petto con ferocia.

Noreen deglutì, a disagio. A volte dimenticava che il ragazzo affabile e solare che conosceva era anche un guerriero addestrato a uccidere senza alcuna esitazione. Kateur, come avendo avvertito i suoi pensieri, si girò a guardarla con un'espressione tesa. «Non possiamo correre rischi» disse, prima di farle cenno di seguirlo.

Camminarono più in fretta di prima e giunsero alla scalinata che conduceva al piano terra e poi al castello. Non poté non notare l'agitazione crescente dell'amico.

Kateur aprì piano la porta e, dopo aver sondato i dintorni, le diede il via libera. Procedettero in fretta verso un altro androne più illuminato, mentre i loro occhi scattavano da un lato all'altro. Anche solo un servitore avrebbe potuto mandare a rotoli la loro fuga.

«Hai un piano per fuggire, vero?» domandò, sussurrando per paura di essere sentita.

Kateur annuì. «Ieri non ho fatto altro che pensarci». Noreen si sentì un po' meglio al pensiero di potersi affidare a lui.

Avevano quasi raggiunto una scalinata che saliva e li avrebbe condotti all'aperto, quando una tromba suonò più volte. Kateur si guardò intorno con gli occhi sbarrati. «Temo ci abbiano già scoperti».

Noreen volse la testa indietro, verso la porta da dove erano appena usciti. «Com'è possibile?!».

Kateur si incamminò più in fretta di prima e Noreen sollevò l'orlo della gonna, sforzandosi di tenere il suo passo. I raggi bollenti del Sole la colpirono. In poco tempo, si ritrovò a sudare, mentre percorrevano la salita.

Quando inciampò per l'ennesima volta, si fermò e chiamò l'amico con urgenza. Kateur si arrestò e si girò a guardarla, preoccupato. Indugiò un paio di secondi, prima di raggiungerla, inginocchiarsi a terra e strapparle l'orlo della gonna con decisione. Noreen trasalì, mentre l'aria le colpiva i polpacci scoperti.

«Dobbiamo correre!» proruppe, raddrizzandosi e stringendole una mano. La trascinò via, lasciando lì a terra una parte del suo vestito. Senza più l'orlo a farla inciampare, riuscì a percorrere tutti gli scalini in fretta.

Le trombe suonarono di nuovo e Noreen scorse alcune guardie dalle muraglie che incoccavano gli archi. Aprì la bocca per avvisare Kateur, ma il cavaliere li aveva già notati e si era già chinato per proteggersi dietro al muro. Anche lei piegò un po' il busto in avanti, nonostante fosse già abbastanza riparata.

Alcune frecce piombarono sopra le loro teste. Udì l'aria fischiare, prima del colpo secco quando si spezzarono contro le mura di pietre. «Non riusciremo mai a uscire di qui» ansimò, stringendo con più forza le dita di Kateur. Era felice di averlo lì. Sapeva che non sarebbe mai riuscita ad affrontare una fuga del genere da sola.

Kateur non le rispose, ma rimase concentrato sulla strada davanti a loro. Corsero fino all'altra estremità del castello, prima che il cavaliere deviasse a destra e scendesse da una piccola scalinata ripida. Noreen posò una mano sulla parete, per assicurarsi di non cadere a causa degli scalini stretti e alti.

Il Principe Di GadiyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora