4. Voci

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Viltor uscì dalla sua abitazione camminando di buon passo diretto al centro della città. Dopo il lungo inverno, i commercianti erano tornati a Ezner con i loro prodotti. Oltre a voler fare compere, aveva dei vecchi amici da incontrare.

Lungo la strada vide delle bambine giocare tra di loro e non poté che affrontare l'ondata di malinconia che lo travolse. Non si era ancora abituato a vivere senza Noreen, malgrado fossero passati mesi e poteva solo sperare che la figlia stesse bene. La casa era silenziosa e gli capitava spesso di entrare dentro quella che era stata la camera da letto di Noreen, convinto di trovarla lì intenta a leggere un libro.

Sapeva solo che era tornata a Ezner per liberare l'altro drago rinchiuso nell'arena. Dopodiché, era sparita senza lasciare tracce.


«Viltor! Gli anni passano, ma tu non invecchi mai!» lo salutò una donna vestita con un abito nero e i capelli raccolti in una crocchia disordinata. Viltor la raggiunse, ricambiando il sorriso. Nalia era conosciuta per riuscire a leggere il futuro delle persone. Veniva considerata una maga, ma era molto scaltra e riservata, per evitare di essere arrestata e giustiziata. Viltor sapeva bene che non c'era alcun potere in lei, lo sentiva, ma faceva finta di nulla per non offenderla e per non farsi scoprire a sua volta.

«Come va?» le chiese, cordiale. Nalia era nata in un villaggio sul mare oltre le montagne di Bellinkut e infatti la sua "magia" si basava sul potere di alcune conchiglie. L'aveva vista più volte mentre prediceva il futuro a qualche giovane ragazza e si era sempre dovuto trattenere dal ridere. Le fanciulle si bevevano ogni sua parola e la pagavano con più monete del necessario quando lei diceva loro ciò che volevano sentirsi dire. Se le si sedeva di fronte una giovane, le conchiglie le sussurravano che avrebbe trovato presto l'amore della sua vita; se le si sedeva una donna adulta, predicevano imminenti gravidanze e così via.

Nalia scosse le conchiglie nelle mani e gli rivolse un dolce sorriso. «Non mi lamento. Vuoi scoprire cosa ti riserva il destino?».

Viltor scosse la testa, ghignando. «Lascio il posto alle ragazzine». Fece per andarsene per continuare la sua passeggiata, ma la voce di Nalia lo trattenne.

«Non credi nelle mie conchiglie?! Invece, dovresti stare in guardia, soprattutto nei prossimi giorni» borbottò, con sdegno.

Viltor si girò a guardarla, per nulla impressionato. Era una frase che ripeteva spesso, per incutere timore nelle persone o far provare loro il brivido dell'ignoto. Non avrebbe mai creduto a una sentenza così vaga, soprattutto da lei che non aveva alcun accenno di magia.

L'aveva conosciuta quando Noreen era piccola. La bambina era stata attirata dalle catenine di conchiglie attaccate al carro della donna e aveva voluto giocarci. Nalia aveva sorriso a Noreen e si era messa a chiacchierare con lui, chiedendogli se voleva scoprire il futuro della figlia. Era stato in quell'occasione che Viltor aveva sondato a fondo la donna, per cercare segni di magia in lei. La sua prima preoccupazione era che scoprisse chi era Noreen. Negli anni seguenti, Noreen aveva sempre voluto fermarsi al carro blu con le conchiglie e Viltor aveva preso poi l'abitudine di passare a salutarla e scambiarci due chiacchiere, anche quando Noreen era cresciuta e non se ne era più interessata.


Viltor continuò la passeggiata, fermandosi in qualche bancarella che vendeva prodotti tipici dall'altra parte di Daktsee, che erano difficili da trovare a Ezner. Comprò un paio di barattoli di marmellate e un sacchetto di farina prodotta con un grano diverso.

Dopodiché, si diresse verso la bancherella che preferiva. Non fu difficile individuarla, perché il suo mercante si posizionava sempre nello stesso posto da più di dieci anni. Scorse tutte le ceste piene di perle e gioielli.

Il Principe Di GadiyaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora