Noreen venne scortata dalle guardie fino alla sala da pranzo, dove aveva già dovuto mangiare con Hanea e la moglie. Liope si era occupata di lei, lavandola e vestendola con un abito nuovo. Quello vecchio, a brandelli dopo i combattimenti, era stato buttato via.
Dopo la lotta con i felini nell'arena, aveva medicato le ferite come aveva potuto. Liope gliele aveva pulite di nuovo, dopo averla osservata stupefatta per alcuni secondi. Si era congratulata con lei per averle curate nella maniera corretta e le aveva assicurato che non sarebbero rimaste le cicatrici. La donna aveva posto domande su ciò che era successo, ma Noreen aveva preferito rimanere vaga sull'argomento.
Il pomeriggio precedente, Hanea aveva fatto combattere anche Sygal e aveva avuto modo di vederlo solo per alcuni istanti, nel corridoio, mentre lei veniva riportata nella loro cella e lui in quella che permetteva di accedere all'arena. L'aveva visto irrigidirsi quando i suoi occhi si erano puntati sulle ferite sporche di sangue che aveva sulle guance. Aveva tentato di liberarsi dalla presa dei soldati, ma invano. Non l'aveva ancora rivisto e sperava che stesse bene.
Non aveva idea del perché Hanea l'avesse invitata per mangiare con lui, ma sperava non fosse per comunicarle cos'era successo a Sygal.
Le guardie bussarono all'imponente porta, ricca di decorazioni, e la aprirono. Si fecero poi da parte per lasciarla passare. Noreen sospirò e si costrinse a varcare l'ingresso.
Hanea era seduto a capo tavola e la moglie all'altro capo, come l'ultima volta. Quel giorno, però, seduto a metà del tavolo c'era anche un altro uomo.
«Prego, Noreen, accomodatevi» la invitò Hanea, cordiale.
Noreen prese posto di fronte allo sconosciuto, evitando con cura di incrociare lo sguardo dei presenti. Attese in silenzio che venissero servite le portate e mangiò con calma. Hanea scambiò alcune parole con l'uomo, ma Noreen non udì nemmeno i loro discorsi. Era troppo preoccupata per Sygal. Se Hanea aveva costretto lei a combattere contro tre felini, non osava immaginare quali avversari avesse dovuto affrontare Sygal.
«Noreen, avrei piacere nel presentarvi il governatore di Sovar, la città a noi più vicina e con cui siamo in rapporti commerciali più stretti» proruppe Hanea, riportandola alla realtà.
Noreen alzò il capo verso l'uomo e gli fece un cenno del capo, incapace di mostrare un sorriso finto.
Il governatore le sorrise e Noreen puntò l'attenzione sui suoi denti storti e anneriti. Dovette trattenere un conato e rischiò di rimettere tutto ciò che stava mangiando. «Piacere mio, Noreen. Il principe Hanea non mi aveva mai informato della vostra esistenza. Siete molto graziosa».
Il governatore doveva avere una cinquantina di anni e il modo in cui la stava guardando la turbava. La sua voce le fece digrignare i denti dal fastidio. Lanciò un'occhiata a Hanea e iniziò a comprendere il motivo per cui l'avesse convocata. Se lo poteva scordare. Non avrebbe sposato quell'uomo. Girò la testa dalla parte di Hebey, sperando in un suo aiuto, ma era come se la donna fosse presente solo con il corpo. Stava mangiando a piccoli bocconi con lo sguardo assorto e pareva non aver seguito nulla di quella conversazione.
Avrebbe voluto chiedere a Hanea di Sygal, ma non aveva il coraggio di farlo davanti al governatore. Decise di aspettare, sperando che l'intruso se ne andasse. Hanea iniziò un discorso tutto volto alla politica e Noreen provò ad ascoltare, senza capire molto. Il governatore annuiva a ciò che diceva Hanea, ma sembrava perso a sua volta. Man mano che il pranzo avanzava, Noreen iniziò a capire perché Hanea lo avesse invitato alla sua tavola e si mostrasse così amichevole: il governatore di Sovar appariva una persona facile da manipolare. Si beveva ogni parola di Hanea e lo osservava con adorazione.
A pranzo concluso, Hebey fu la prima a lasciare la sala. Noreen la vide allontanarsi a grandi passi e desiderò di poter fare lo stesso. Invidiò la libertà della donna, malgrado fosse intrappolata in quella prigione da più tempo di lei.
Si ritrovò a pensare a sua madre. Anche lei aveva pranzato in quella sala e camminato per i corridoi di quel castello. Provò a immaginarsela lì, seduta al posto di Hebey. La sua mente, però, non riusciva a delineare il viso di Dishga. Distolse di scatto lo sguardo e ricacciò le lacrime. Non sapere neanche che volto avesse sua madre le lasciava un vuoto nel petto.
«Se volete scusarci, io e mia sorella abbiamo delle mansioni da svolgere» disse Hanea, richiamando la sua attenzione.
Noreen inarcò un sopracciglio, confusa, ma tornò impassibile non appena il governatore girò il capo verso di lei. L'uomo annuì, nonostante non apparisse contento di essere stato congedato.
Hanea si alzò e le fece cenno di seguirla. Le guardie li seguirono subito, riempendo i corridoi silenziosi del clangore delle armature. La rendeva nervosa sentire i passi pesanti degli uomini dietro di lei. Camminavano tutti allo stesso ritmo e con passi regolari, fin troppo vicini a lei e Hanea.
Hanea, qualche metro davanti a lei, parlò senza voltarsi o rallentare. «Una persona molto piacevole il governatore di Sovar, non trovi?».
Noreen fece una smorfia, approfittando che il fratello non la potesse vedere. «Se lo dite voi».
«Il governatore è una persona molto...accondiscendente. Il suo esercito però è molto forte e fedelissimo» commentò Hanea, senza nascondere l'irritazione.
«Quindi non potete semplicemente prendervi la città con la forza» intuì Noreen, lanciandogli un'occhiata.
Hanea emise un grugnito annoiato, che però confermò i suoi pensieri. «Il governatore però non è sposato» aggiunse, voltandosi con un ghigno soddisfatto.
«Se pensate che lascerò che mi sposiate con quell'infido, vi sbagliate!» disse, alzando la voce.
Hanea rise e Noreen rabbrividì a quel suono. Il fratello le sembrava fuori di testa. «Non ti preoccupare, non sarà per molto tempo. Una volta sposati, se lui morirà, sarò io a prendere il controllo di Sovar, in qualità di tuo fratello».
«Non mi userete come pedina per i vostri giochetti!» urlò, arrestandosi in mezzo al corridoio. Le guardie le vennero quasi addosso, ma le ignorò.
Hanea si fermò a sua volta e si girò nella sua direzione. Noreen strinse i pugni, pronta ad affrontarlo.
Hanea le rivolse un sorriso pericoloso, che le provò un brivido lungo la schiena. «Non sei nella posizione per opporti. Affrontami, forza! Vediamo chi ne esce vincitore».
C'era la follia pura nei suoi occhi verdi, così simili ai suoi da inquietarla. Fece un altro passo indietro. Era consapevole che non avrebbe resistito più di un secondo a un suo attacco. Aveva bloccato la sua magia e, malgrado ci lavorasse ogni giorno, non era ancora riuscita a creare un buco nello scudo, per permettere al suo potere di raggiungerla.
«Non hai scelta, Noreen. Ti sto proponendo di fare tutto ciò con le buone. Vuoi che passi alle cattive maniere?».
Noreen sospirò e lo guardò dritto negli occhi. «Non sono una vostra proprietà».
Hanea ghignò di nuovo, compiaciuto. Sembrava che stesse aspettando solo quella risposta. Una morsa le serrò la gola. Noreen aprì la bocca e si portò le mani intorno al collo, anelando l'aria. Gli occhi iniziarono a lacrimarle e dovette inginocchiarsi a terra, sentendo le gambe deboli.
«Sai, ieri stavo pensando che ti avrei risparmiato altri combattimenti. Invece, con il tuo comportamento insolente, mi hai fatto venir voglia di lasciarti al tuo destino dentro quell'arena».
Hanea mollò la presa su di lei e Noreen chinò il capo, appoggiando le mani a terra per sostenersi. Fece dei respiri profondi, per calmarsi. Si passò una mano sugli occhi lucidi. Provò a tranquillizzarsi con pensieri positivi. I combattimenti nell'arena li avrebbe potuti affrontare. Ce la poteva fare. Erano meglio di Hanea.
«Riportatela nella cella dei gladiatori» ordinò, prima di andarsene senza più guardarla.
Due paia di mani le afferrarono le braccia e la rialzarono in piedi. Noreen si lasciò scortare lungo i corridoi, concentrandosi solo sul rimanere in piedi.
Sperava di trovare Sygal nella cella, ma la stanza era vuota, fredda e buia come sempre. Le guardie chiusero la porta e la lasciarono da sola. Si lasciò cadere sulla brandina e chiuse gli occhi, troppo stanca per pensare ancora.
STAI LEGGENDO
Il Principe Di Gadiya
FantasiaSECONDO VOLUME DELLA SAGA Noreen ha conosciuto l'assassino dei suoi draghi e di sua madre, ma la resa dei conti sembra ancora lontana. Per porre fine a questa storia, dovrà sfruttare tutto il coraggio e la tenacia di cui dispone e lottare con tutte...