Trigger warnings: sono presenti scene di tortura.
Noreen venne trascinata con poca gentilezza lungo i sotterranei del palazzo. Le due guardie, che erano venute a prenderla, non le avevano fornito alcuna spiegazione e la stavano conducendo lungo quel corridoio che non conosceva.
Avvertiva una morsa alla pancia, perché non riusciva a capire cosa stesse per accaderle. Era certa che per arrivare alle celle che si affacciavano sull'arena si andasse dalla parte opposta, quindi non comprendeva se quello fosse un buono o cattivo segno.
Una delle due guardie lasciò il suo braccio per aprire una piccola porta difficile da notare a causa del buio. La stanza in cui entrò, però, era ben illuminata.
Noreen diede un paio di occhiate in giro e non appena realizzò dove si trovava, cercò di divincolarsi e scappare fuori. Il soldato strinse la presa sul suo polso e la trattenne.
«Non c'è bisogno di essere così preoccupata, Noreen. Tu non verrai toccata» esordì Hanea, uscendo da una stanzetta adiacente.
Noreen si bloccò, ansimante. I suoi occhi percorsero di nuovo l'ambiente, frenetici. C'erano diversi strumenti usati per la tortura e alcuni erano così strani che faceva fatica a immaginare come venissero utilizzati. Venne spinta verso l'altra sala dalle due guardie, che si fermarono dietro di lei, con le mani appoggiate sulle sue spalle e braccia per tenerla ferma.
«Non pensateci nemmeno!» urlò Noreen, non appena vide Sygal legato al muro tramite due catene.
Sygal alzò di scattò la testa non appena sentì la sua voce e Noreen poté capire, dal suo sguardo, che non si aspettava di vederla. Il ragazzo si rianimò e diede degli strattoni per liberarsi. Hanea gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla. «Calma, non c'è bisogno di agitarsi».
Sygal gli lanciò un'occhiata carica di odio e scrollò le spalle per liberarsi dalla sua presa.
Un altro uomo, massiccio e con la testa rasata, comparve dall'angolo buio della stanza. «Possiamo iniziare, mio signore».
Noreen si dimenò, ma le guardie si opposero ai suoi sforzi. «Perché? Perché?!» gridò, facendo girare Hanea verso di lei.
Il fratello la guardò serio. «Te l'avevo detto che sarei passato alle cattive, se non avessi ottenuto ciò che volevo con le buone».
L'energumeno si avvicinò a Sygal con un attizzatoio ardente, che aveva tirato fuori da un camino acceso.
«All'inizio, avevo pensato di usare la classica frusta, ma poi mi sono detto che con una bestia capace di creare fuoco, sarebbe stato più divertente qualcosa di bollente» proruppe Hanea, lanciandole un'occhiata folle.
Noreen provò a fare dei passi in avanti, ma i soldati la trattennero. L'energumeno accostò l'arma al torace scoperto di Sygal, ma non fece nulla. Puntò gli occhi su Hanea, in attesa di un ordine.
«Allora, Noreen. Quanti draghi sono rimasti vivi? Ce ne sono alcuni sull'isola? Sono sicuro che lo sai» iniziò Hanea, incrociando le braccia al petto.
Noreen sbatté le palpebre più volte. Non riusciva a ragionare in fretta, non aveva la mente lucida. Era ovvio che Hanea non doveva venire a conoscenza di Katla e Galapey, ma cosa avrebbe potuto dirgli, senza rischiare che facesse del male a Sygal? Sygal scosse la testa, fissandola negli occhi. Una tacita richiesta di non dire nulla.
Dimenò le braccia e mantenne l'attenzione fissa sull'attizzatoio. «Non ci sono altri draghi in vita, che io sappia».
Hanea inarcò un sopracciglio. «Quindi quelle due belve che erano con voi quando alcuni dei miei uomini vi hanno attaccati sulla costa chi erano?».
Noreen si impose di non palesare il suo stupore, ma rimase per troppi secondi in silenzio.
Hanea fece un cenno con la mano all'uomo, il quale poggiò con forza lo strumento di ferro bollente sul petto di Sygal. Noreen si dimenò, mentre Sygal chiudeva gli occhi e serrava i denti. Il suo corpo si contorse, nel tentativo di allontanarsi da ciò che gli causava dolore. Eppure, nessun lamento uscì dalla sua bocca e ciò parve innervosire il principe.
Hanea spostò il peso da una gamba all'altra. «Dovresti imparare a mentire meglio» commentò, mentre osservava Sygal.
Noreen si trattenne dal gridargli contro, per non peggiorare la situazione. Invece, chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi, per raggiungere la magia. Poteva proteggere Sygal, fare in modo che avvertisse meno dolore.
Una fitta alla testa le fece scappare un urlo. Aprì le palpebre di scatto e trovò gli occhi furenti di Hanea su di lei. Sygal era tornato a concentrarsi su di lei, mentre l'energumeno si dirigeva verso il camino.
«Ti facevo più furba» disse Hanea, con aria annoiata. «Dove sono quei due draghi?».
«Li abbiamo persi di vista. Potrebbero essere ovunque» rispose, con più sicurezza. Era una mezza verità, in fondo. Katla e Galapey potevano essere rimasti a Noosh, ma potevano anche essersi allontanati.
Hanea la scrutò serio per alcuni attimi. «Mi stai dicendo che i tuoi poteri sono così patetici che non riesci neppure a localizzare le tue bestie?».
Noreen deglutì, non sapendo bene cosa rispondergli. Il fratello sbuffò, ma lei non poté che sospirare di sollievo. Almeno a quello le credeva e forse sarebbe potuto andare a suo vantaggio, perché da quel momento l'avrebbe reputata più debole. Non le sembrava così stupido da sottovalutarla, ma non poteva esserne certa.
«Hai ripensato alla mia proposta?» domandò Hanea, facendole notare come avesse usato apposta quel verbo. Noreen serrò le dita, seppellendo l'impulso di rispondergli che non ci aveva pensato e mai l'avrebbe fatto.
Incrociò lo sguardo di Sygal, il quale la stava fissando con intensità. Sembrava supplicarla in silenzio di non cedere a nessuna richiesta del principe.
Con il cuore in tumulto, già sapendo quali sarebbero state le conseguenze, Noreen parlò. «Io...no».
Hanea sospirò, irritato e fece segno all'energumeno di riavvicinarsi a Sygal, il quale si irrigidì sul posto.
Mentre l'aguzzino avvicinava l'attizzatoio bollente al torace di Sygal, Hanea lo bloccò. «Non lì. Poggiaglielo sulla cicatrice che ha sul collo».
L'uomo obbedì sotto il ghigno soddisfatto di Hanea. Noreen si agitò, furiosa per tutto ciò che il fratello stava facendo a Sygal.
Sygal si dimenò e spostò la testa per evitare di essere toccato, ma Hanea gli afferrò i capelli e lo tenne fermo. L'attizzatoio bruciò la cicatrice, facendogli sfuggire un lamento sommesso. Hanea sorrise, soddisfatto e Noreen deglutì. Aveva gli occhi lucidi e, per quanto si stesse sforzando, non riuscì a impedire ad alcune lacrime di rigarle le guance.
Quella cicatrice impressa sulla pelle ricordava a Sygal la sera dell'attacco, i suoi sforzi per proteggere sua madre e tutto ciò che aveva dovuto subire. Hanea si faceva beffe della sua perdita e del suo dolore. Avrebbe voluto ucciderlo con le sue mani. Sapeva che Sygal sarebbe stato in grado di affrontare qualsiasi tortura, ma che quella l'aveva distrutto dentro. Hanea sorrideva, mentre gli faceva rivivere le sofferenze di quella notte.
«Basta! Prendetevela con me!» urlò.
Hanea le lanciò un'occhiata divertita e lasciò piano i capelli di Sygal. Il ragazzo era chino, con le spalle ricurve, ma alzò comunque la testa per guardarla. I suoi occhi erano diventati rossi e la pupilla si era ristretta come quella del drago. Per un secondo, Noreen ebbe l'impulso di trasformarlo, ma non era sicura di riuscirci. Hanea aveva bloccato tutti i suoi poteri e forse anche quelli da Regina.
Hanea mosse alcuni passi verso di lei e Sygal si agitò, strattonando le catene. «No!» esclamò, facendo fermare il principe.
Hanea sogghignò e scosse la testa. «Patetici». Poi si voltò verso di lei. «Non ti preoccupare Noreen, con te me la prenderò domani».
Noreen deglutì e lo scrutò in silenzio, cercando di capire cosa intendesse. Hanea mosse la mano con aria annoiata. «Riportatela nella cella dell'arena. Lui nell'altra» ordinò, avviandosi fuori dalla stanza.
Noreen si girò verso Sygal, volendogli parlare, ma le guardie la trascinarono via, senza darle il tempo di sincerarsi che stesse bene.
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Il Principe Di Gadiya
FantezieSECONDO VOLUME DELLA SAGA Noreen ha conosciuto l'assassino dei suoi draghi e di sua madre, ma la resa dei conti sembra ancora lontana. Per porre fine a questa storia, dovrà sfruttare tutto il coraggio e la tenacia di cui dispone e lottare con tutte...