Johnny's POV
Appena fermo l'auto lei corre via lasciandomi da solo a fissarla da qui mentre annuso la scia del suo profumo che vorrei non svanisse mai.Vederla andare via e fuggire da me ogni volta che a dividerci ci sono solo pochi centimetri, mi fa capire di non essere stato il ragazzo più amorevole del mondo nei suoi confronti, capisco che tutti i miei scherzi le abbiamo potuto creare fastidio. Ma...arrivare ad odiare la mia presenza tanto da non riuscire neanche più a parlare con me...è assurdo. È assurdo pensare che sia bastato ricordarle di star avendo a che fare con me per averla nuovamente distante, per poter vedere tutto l'odio che conservava prendere il posto dei suoi occhioni scuri.
Stavo solo giocando, era un gioco. La penna, la gonna, i capelli...erano solo un gioco, e mi sono costati Lexie.
Lei mi odia più di qualsiasi altra cosa al mondo, mi basta guardarla per poter sentire tutto ciò che pensa e mai si è chiesta perché il mio unico modo di averla vicino era tenerla a distanza.
Lei sta giocando col fuoco e non ha capito che rischia di bruciarsi.«Allora? Si entra da qui?» chiede spalancando già la porta per intrufolarsi all'interno mettendo immediatamente le mani ovunque fino a sedersi sulla sedia rossa per poter girare interminabilmente a destra e a sinistra come una bambina.
Mettendo le mani sullo schienale, però, fermo la sua giostra
«Questo è il mio studio. Tu lavorerai con me nel garage.» portando la testa indietro mi guarda alzando gli occhi verso di me che le sono ancora dietro la schiena.«Io e te? Io e te lavoreremo nel garage?» ed ecco che il suo sguardo inizia ad annebbiarsi di rabbia quando con tutta la sua forza si gira completamente verso di me come se volesse uccidermi
«In un certo senso» dico prendendo il cammino verso l'officina, una volta arrivati dentro, lei si guarda attorno spaesata ed io sorrido sapendo bene che Lexie e i motori sono due rette parallele che non si incontreranno mai.
«Da dove si inizia?»
«Devi alzare la macchina, infilarti sotto e capire cosa non va...o...aspetta, forse non lo sai fare?!» le domando sfidandola, e lei lo capisce bene quando infatti si mette perfettamente dinanzi a me guardandomi negli occhi mentre prendendo l'elastico bianco che ha al polso raccoglie i suoi capelli neri in una bella coda di cavallo che non fa altro che valorizzarle di più il viso.
Quando si allontana, mi rendo conto di essere ancora impalato con lo sguardo puntato alle sue labbra che ora non ci sono. Prendendo un bel respiro, mi metto all'opera con gli altri attrezzi fin quando non è di nuovo da me schiarendosi la voce per ottenere la mia attenzione
«Ti sono già mancato?» chiedo ironicamente visto che sono solo passati due minuti scarsi da quando l'ho lasciata sola«Mancarmi? Tu?» ride dolcemente buttando la testa indietro riprendendosi solo quando capisce di essere ignorata «Se tu non mi spieghi come si fa io non posso lavorare qui.» precisa spingendosi verso di me che la guardo alzando un sopracciglio. Tutto però, viene spezzato da un uomo, Greg Smith, che sbuca da sotto una macchina nel momento meno opportuno riuscendo a strapparle un sorriso malizioso che mi manda su di giri «Non vuoi aiutarmi? Bene. Non mi servi più.» dice senza neanche guardarmi per potersi buttare a capofitto da lui che resto a guardare con il sangue che mi ribolle nelle vene.
Dopo averli ignorati per circa cinque ore di fila, dove mi sono limitato a guardarli per non voler disturbare le loro risate scomposte, con passo felpato li raggiungo restando comunque ad un metro di distanza per guardare il suo eterno sorriso alle battute di Greg; lo avevo pure avvertito di non presentarsi oggi.
Questo sarebbe dovuto essere il giorno in cui le avrei chiesto di smetterla di fare la bambina e smetterla di odiarmi, ma lei sembra decisa a portare avanti il suo gioco. Lei sta giocando ed ora gioco anch'io.
Mi abbasso alla sua altezza levandole la chiave da mano.
«Da quanto lavori qui dentro?» mi chiede senza allontanarsi troppo dal mio viso«Da un po', devo pagarmi il corso di recitazione e continuare a suonare»
«Quindi suoni ancora?»
«Vatti a lavare le mani, ti riporto a casa.» le dico senza guardarla per poter continuare e sistemare il suo lavoro
«No! Mi stavo divertendo.» ammette duramente cercando di riprendersi la chiave
«Ti ricordo che sei qui per lavorare e non per divertirti.»
«Ma fratello...La sto guidando bene» entra in difesa ricevendo un'occhiata apatica
«C'è quello che si sa fare e quello che non si sa fare. E Lexie non lo sa fare.»
«Beh se non mi dai neanche il tempo è ovvio che non posso farlo come te o-o Greg.» Commenta alzandosi prima di rigirasi verso di me, evidentemente capendo che di tempo ne ha avuto e pure tanto «È questo che vuoi fare?» si ferma inclinando la testa come se volesse leggere tutto quello che non dico, è sempre stata brava in questo e non lo sopporto «Tu vuoi che io vada via perché di essere ignorato non ti va. Dilla la verità. Per una buona volta dì ciò che pensi Johnny.» mi metto in piedi dando la chiave in mano a Greg e prendendo il suo braccio la porto fuori con me
«E lasciami. So camminare!» dice scuotendo il corpo per essere lasciata libera ma con l'aiuto dell'altra mano le mantengo entrambe le spalle così che non possa scappare
«Ascolta Lexie, fare scenate davanti ad altre persone non mi va, dovresti conoscermi, per cui evita di alzare la voce quando ci sono altre persone. A me di essere ignorato da te non me ne frega proprio un bel niente. Puoi continuare a farlo all'infinito. Ti ho solo detto di andarti a lavare le mani.»
«Perché vuoi riportarmi a casa. Lo hai detto tu. Tu vuoi riportarmi a casa perché non ti va di...di non lo so. Tu non mi sopporti, e vuoi ostacolarmi.» dice sporgendosi ancora facendomi sorridere
«Siamo qui da cinque ore. Vuoi restare a dormire in officina?» le chiedo restando al mio posto facendole fare un passo indietro involontariamente
«Voglio tornare a casa.» mentre lo dice mi sposta violentemente le mani dalle sue spalle dandomi il colpo di grazia quando i suoi occhi diventano lucidi, spenti...senza neanche la sua solita rabbia «E voglio che tu sparisca dalla mia vita Johnny.»
Faccio un passo per fermarla ma l'unica cosa che concludo è dare un pugno alla parete per consumare la mia di rabbia.
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𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊×
RomanceL'odio che c'è fra due ragazzi sembra voler mangiare il loro amore, l'odio che c'è fra due ragazzi è solo un modo per sentirsi forte. Ma se l'odio che riversano l'un l'altro fosse solo amore?