10•Come rovinare tutto in una semplice e futile mossa•

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Appena sveglia, decido di rilassare un po' i nervi, l'unico modo che conosco e butturami sotto dell'acqua bollente per circa mezz'ora.

È ancora presto, ma la luce del sole è già dentro ad illuminare l'intera stanza. Sento l'acqua calda che mi scivola sulla pelle come una carezza leggera e quando scivola trascina con sé tutto il mio dolore, i miei pensieri, la mia rabbia, le mie lacrime inghiottite e le scarica, scarica tutto giù e tutto lontano da me, anche se per poco, forse troppo poco.

Giro ancora un po' la manovella e lascio che lo scroscio dell'acqua mi arrivi violentemente in faccia percorrendomi l'intero viso e poi ancora, il corpo.

Di ritorno in cucina avvolta nel mio accappatoio, per continuare la giornata con una bella e sana colazione a base di Nutella, mi soffermo sulla figura di mio padre, è seduto comodamente sul divano ma con lo sguardo perso nel vuoto. Era da un po' che non stava così ma adesso sembra decisamente peggiorato.

Nonostante i suoi 42 anni, è ancora l'uomo più affascinante del mondo. I suoi occhi verdi che cambiano intensità in base al tempo e al suo stato d'animo sono gli unici nei quali mi ci rivedo e il suo sorriso è l'unico che mi culla come quando la notte veniva in camera e mi raccontava le sue storie.

Decido di lasciarlo lì, solo con i suoi pensieri, ma improvvisamente si gira verso di me e mi apostrofa con tono minaccioso
«Ti è sembrato giusto il tuo modo di fare? Di uscire? Di tornare a casa? A cosa ti serve il cellulare se quando ti chiamo non rispondi mai?» lo guardo come se fossi ipotizzata senza preferire parola, cosa che lo fa infuriare ancora di più, tanto che si mette in piedi e comincia a strattonarmi per le spalle
«Hai anche bevuto!» urla tutto d'un tratto avvicinando i suoi occhi ai miei

«Non è vero...» mi azzardo a rispondere, mentendo spudoratamente

«No? Ieri sera mi hai guardato a stento e la puzza del tuo vestito non fa pensare ad altro.» continua a gran voce diventando tutto rosso «Sei una bugiarda! E mia figlia non è una bugiarda. Tua mamma sarebbe delusa da te. Ed io lo sono.» si ferma e mentre mi guarda riesco a percepire tutta la sua rabbia e quella delusione che mai avevo visto, fino a quando non mi lascia e si accascia nuovamente sul divano riportando lo sguardo al nulla.

Sarei capace di aprire la porta e andare via, tanto è il dolore che sento dentro di me nel vederlo così. Ma qualcosa, diversamente dal solito, mi spinge a sedermi esattamente al suo fianco prendendogli una mano.
«Scusami Lexie. A volte sento il bisogno di proteggerti e lo faccio chiudendoti in una bolla, impedendoti di vivere e sbagliare. Ma quando sento del pericolo nell'aria, divento furioso. Tu sei l'unica cosa bella che mi è rimasta, guardandoti vedo tua madre e non voglio che tu ti faccia male. Non voglio perdere anche te.» conclude accarezzandomi una coscia prima di essere rinchiuso fra le mie braccia.
Quando ci slacciamo, lui mi sorride e senza attendere troppo tempo riprende parola «Johnny si è preso cura di te, lo fa in continuazione ed io voglio che fra voi due ci sia un po' di pace, vedo i tuoi occhi quando lui è nelle vicinanze, sento la tua voce quando sei con lui...non credo che merita di essere trattato in quel modo Lexie. Qualsiasi cosa lui ti abbia fatto, non lo merita, prova a cancellare tutto, prova a rivivere. Ha lasciato che questa mattina tu restassi a casa per non farti sforzare troppo, ma ora che sei in piedi...lui è a lavoro»

«Io non so come si può cancellare tutto quello che è successo. Quando mi è vicino non riesco a mantenere la calma, è come se fra noi ci fosse un muro altissimo ed io non so scavalcarlo» dico a voce bassa facendo fatica a mantere lo sguardo vivo nei suoi occhi

«Allora abbattilo. È un lavoro che si fa in due e fidati, Johnny sta lavorando da quando ha rimesso piede nella nostra vita. Come lo so?» si ferma per ridere «Beh...quante volte ha resistito ai tuoi "Vai via di qui", alle tue urla, ai tuoi problemi. Quante volte ha provato a proteggerti? Tante, non è così?» lo guardo senza far niente e continua dolcemente «Ha pazienza, ti conosce bene. Non credo che un altro sarebbe rimasto così a lungo. Johnny ti vuole bene.»

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora