14•Un cuore che torna a battere•

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«Papà, so bene che non mi porteresti a pranzare fuori se non ci fosse qualcosa sotto. Allora?» gli chiedo scettica arrotolando gli spaghetti alla forchetta

«Ti sembra strano che io voglia passare del tempo con te?»

«Me lo stai chiedendo davvero?» gli domando di rimando alzando le sopracciglia mentre lascio la forchetta a mezz'aria.

«Allora dimmi...il fidanzatino?»

«Ooh! Papà! Daiii. Sei serio? Usciamo insieme e tu mi chiedi di un ragazzo?»

«Beh? Che c'è di male? Hai 18 anni e per Natale io vorrei conoscere il tuo amichetto.»

«C'è di male che non mi piace questo argomento. Odio tutte queste domande. Odio l'amore in generale» rispondo seccata per farglielo percepire meglio, visto che non sembra intenzionato a lasciar perdere.

«Avanti! Chi è?» tipica occhiata maliziosa e sorriso

«Papààà...smettila. Smettila prima che ti arriva qualche spaghetto in testa.» lo minaccio indicandogli il mio piatto facendogli cambiare immediatamente espressione

«Okay...» esterna alzando le mani in segno di resa

«Innamorarsi è una bella sensazione. Ma a volte finisce per ucciderti.»

«Hai ragione...» sussurra inziando a giocare con la sua forchetta incuriosendomi sempre di più

«Cooosa? Tu...papà...» mi guardo furtivamente attorno e successivamente mi sporgo posando le mani sul tavolo «Tu sei innamorato?» gli chiedo sorridendo

«Non so se definirlo così. E forse-»

«No! Papà tu hai bisogno di essere felice.»

«Lexie...»

«Derek!»

«Lexie, io vorrei che tua mamma fosse qui. Sarebbe tutto più semplice»

«Anch'io vorrei che fosse qui. Ma non c'è. Lei non è qui papà. E vorrebbe che tu fossi felice così come lo voglio io. Se quella donna ti fa felice. Allora...allora va bene.» concludo con un bel sorriso mettendo una mano sulla sua per dargli forza prima di poter continuare a mangiare e scherzare come non facevamo da tanto.

Sembra che a poco le cose si stiano sistemando.
A volte basta avere un po' di fede.
Altre...semplicemente agire diversamente.

«Papà, puoi dirmi di chi si tratta?» domando timidamente appena pulisco il piatto

«Solo se tu mi dirai chi porterai a Natale.»

«Io n-»

«Anzi, sai che facciamo? A Natale andremo a mangiare fuori e con noi due verranno anche loro. Ora non iniziare con le solite sceneggiate perché ti scomunico.» ride, ride di gusto...ed io penso che per Natale un ragazzo lo posso solo immaginare.

Sono le 17 quando raggiungiamo il nostro appartamento e la prima cosa che mi salta all'occhio è Elizabeth. Seduta su un gradino con la testa bassa che penzola sulle mani.

A questa vista anche mio padre si blocca e appena mi fermo sul posto per capire come mandarla via, mi tocca un braccio.
«Dai. Perdonala» sussurra con un altro colpo prima di lasciarmi lì per salire sopra salutandola quando si alza senza però avanzare. Almeno non prima che io mi giri per andare via, perché a questo punto corre e mi prende per un braccio

«Lexie, ti prego. Ho dovuto cancellare molti impegni per poter venire qui. Ho bisogno di riaverti nella mia vita» comincia subito così da farmi fermare ancora per potermi voltare verso di lei

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora