22•Sono stanca•

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Questa mattina fuori sembra essere una bella giornata: il sole è caldo, luminoso e piacevole...ma dentro ho già una tempesta che fa paura.

Mio padre è uscito e con sé anche Betty, non credo di essermi abituata a vederla in "quel senso" con mio padre! Sono entrambi molto giovani…tuttavia, non avrei mai immaginato di potermi ritrovare in una situazione del genere, insomma, chi lo avrebbe immaginato? Si conoscono da così tanto ed io mi rifiuto di pensare che fra loro ci fosse qualcosa già anni fa!

Mi farebbe male.

Sono cresciuta con una sola idea nella testa: papà ama la mamma. Ne ero fermamente convinta ed ora non so che pensare.

Relativamente parlando, lei è la migliore amica di mia mamma…e adesso è fidanzata con mio padre!

Mi hanno sempre raccontato che nella vita c'è un solo grande amore, il resto sono futili infatuazioni che provano a vincere…voglio bene a Betty, ma non credo che riuscirà mai a prendere il posto di mia madre nel cuore di Derek e non credo che riuscirò io a vederla come tale.

Dopo l'ultima prova generale rimetto lo zainetto dietro le spalle ed esco dalla sala, sola, così come ci sono entrata per poter raggiungere l'officina nella quale entro direttamente sparata!
«Oggi non ti sei presentato alle prove. Tu non hai neanche idea di cosa mi hai fatto passare» incomincio buttando violentemente lo zaino in un angolo per poter cercare la mia tuta blu che solo Dio sa dove è andata a finire «Continui a saltare le prove come se nulla fosse! Questa sera ci sarà la recita e a te sembra non interessare più nulla.» concludo rigirandomi verso il suo corpo 

«Non c'è bisogno di prendersela tanto. Le parti le ho già studiate. Stiamo studiando da tanto Lexie.» mi informa seccato mentre gli strappo da mano la tuta

«Non significa niente. Ci sono molte altre cose da perfezionare: gli sguardi, le intonazioni, le mani…e tu, invece di presentarti pensi ad uscire con chissà chi.» Emily! Deduco...dato che neanche lei era presente.

«Io so come muovermi, so le mie battute e so come avvicinarmi a te. Sei tu che hai paura, sei tu che guardi giù e sei sempre tu che fai un passo indietro.» mi rimprovera con tono provocatorio senza abbassare mai lo sguardo

«Forse perché tu non riesci a mettermi a mio agio» provo ad obiettare perdendo un po' della mia rabbia

«O forse perché non sei portata per fare l'attrice.» sferra l'ultimo colpo chiudendomi in un pugno della mano, sotterrando ogni mio aspettativa, ogni mio sogno e ogni misera speranza. Lo guardo, non riesco a fare altro e passandosi una mano sulla bocca va via.

Mi dirigo immediatamente in bagno per potermi cambiare, le sue parole sono altre cicatrici ed io sono stanca.

Una volta fuori mi impegno in altro pur di poter stare lontano da lui e dai suoi occhi, dal suo mal umore e dal suo eterno profumo. Mio padre mi ha ripetuto di dover imparare a fare tutto, è per questo che ringrazio il signore di poter lavorare in un posto dove oltre Johnny c'è Greg.

Lui è diverso, è forte, muscoloso, bello, alto, robusto. Ti farebbe sentire al sicuro ovunque.

Ma non è Johnny! E questo mi strazia ancor di più, per quanto mi piaccia passare del tempo al suo fianco, quando realizzo il semplice fatto di non star ridendo con chi realmente vorrei, una sorta di malinconia si impossessa di me.

Gli ultimi dieci minuti li passo da sola sedendomi al bancone per sistemare dei fogli, ma improvvisamente mi ritrovo degli steli rovinati buttati sulle mie gambe come se fossi un cassonetto della spazzatura.
«Li hai rotti tu?!» mi domanda con rabbia dopo aver ottenuto il mio sguardo interrogativo

«Per chi erano? La tua fidanzatina?» rido divertita mentre li riprendo in mano

«Sei solo una bambina Lexie. Devi crescere.» a questa affermazione sputata con odio mi metto in piedi stringendoli ulteriormente

«Vaffanculo Johnny.» esterno buttandogli i fiori al petto con la stessa intensità «E no, non li ho rotti io»

«BUGIARDA.» urla infastidito spingendo il viso verso di me

«Non li ho rotti io. E se anche fosse? Quei cosi stanno due dollari. Te li pago io.»

«Tu sei gelosa.» sentenzia fermando le mie mani che erano già intente a prendere qualche spiccioletto.

«Sai che c'è? Pensa quello che vuoi.» frettolosamente gli spalmo i fogli sul petto così da poter restare vicinissima ai suoi occhi «Sono una bambina immatura, gelosa della sua migliore amica, permalosa. Capricciosa. Odiosa. Menefreghista. Si. Si Johnny hai ragione, li ho rotti io i fiori. Non avevo altro da fare.» preciso guardando dritto nei suoi occhi scuri «sono così. Rompo sempre tutto. Distruggo ciò che tocco. Continuamente.» lasciando che i fogli cadano ai suoi piedi lo dimentico dietro le mie spalle per poter raggiungere comunque la sua auto.

Io non ho rotto un bel niente ma tanto mi sembra inutile continuare a ripeterlo.

Intanto le ore passano ed io non faccio altro che stringere il suo bracciale al mio polso.
Quando fa il suo ingresso in scena, con una tovaglia blu in testa, mi siedo per poterlo osservare bene
«Ciao» mi saluta timidamente

«Se sei qui per le tue scuse sappi che non mi interessano.»

«Dobbiamo ripetere»

«Non c'è ne bisogno. Tu sai tutto.»

«Andiamo Lexie! Lo sai che non intendevo dire quello»

«Non intendevi dirlo ma non vuoi ritirarlo. Giusto?» sbuffo mettendomi in piedi «Lo so bene di non essere un'attrice, neanche voglio esserlo.» si che voglio «Non ho rotto i fiori, non avrei avuto motivo. Non sono gelosa. Non ho motivo neanche di essere gelosa. Devo crescere, certo. Ma non sono l'unica bambina presente in questa stanza. Quindi ora gira i tacchi e cresci lontano da me. Come io crescerò lontano da te.»

«Te la prendi troppo»

«Esci»

«Dobbiamo ripetere.» continua imperterrito

«No. Io non vengo. Non farò un bel niente se lo vuoi sapere. Sono una pazza esaurita? Si. Lo sono. E non m'interessa. Perché io sono stanca. Sono stanca di voi che mi guardate come se da un momento all'altro potessi piangere. Sono stanca di essere giudicata. Sono stanca di non essere ascoltata. E sono stanca di essere tua sorella.» faccio un passo «io non voglio essere tua sorella.» preciso con rabbia  ricevendo la sua mano sul mio viso che scaccio immediatamente.

«Lo so. Vestiti che fra un po' partiamo»

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora