7•L'invito•

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Lexie's POV
Rientro subito dentro sprofondando nella vergogna, come ho potuto anche solo pensare che a lui desse fastido il mio comportamento? Come ho potuto pensare di poter essere così importante per lui tanto da fargli odiare la mia lontananza?

Raggiungo a passo spedito Greg e stringo i pugni per non urlare direttamente o mettere sotto-sopra il suo posto, ottengo i suoi occhi solo dopo avergli tirato un calcio amichevole sulla coscia così da farlo uscire allo scoperto.

«Ehi Lexie.» prima di continuare, mi guarda a lungo e non ci mette poi molto per capire che qualcosa non va «Tutto bene?» annuisco sedendomi al suo fianco «Scommetto che gliene hai dette quattro, eh?» ride di gusto dandomi una gomitata

«In realtà no…devo semplicemente tornare a casa perché si è fatto tardi, stupido da parte mia, no? Pensare di poter far cambiare umore a Johnny solo perché lo ignoro» ammetto guardandomi le scarpe

«Guarda che Joh-…niente, niente, allora vai di lì, c'è il bagno. È un po' piccolo e poco curato ma è comunque un bagno»

«Un bagno dove dopo l'uso mi toccherà andare in ospedale per capire se non ho malattie?» gli chiedo ironicamente alzandomi

«Dovresti» afferma sorridendo, quando mi giro sono costretta a fare un passo indietro per l'immediata vicinanza ad un ragazzo dagli occhi scuri e un bel sorriso caloroso, uno di quei ragazzi che appena noti non puoi non chiederti se riuscirai a vederlo ancora. È bello, è alto, il suo sguardo magnetico...ma...
Ma non è Johnny, e odio dover paragonare ogni ragazzo che incontro a lui. A lui che so, vincerà sempre.

«Ah, quindi lavori qui? La cosa positiva è che mi risparmi un viaggio» commenta smorfiosamente senza smuovere nemmeno per un attimo il suo sguardo da me

«Ah, quindi lavori qui? La cosa positiva è che mi risparmi un viaggio» commenta smorfiosamente senza smuovere nemmeno per un attimo il suo sguardo da me

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«Non proprio, è il mio primo giorno. Ci  conosciamo?»

«Oh…giusto. Piacere, io sono Matt Leblanc.» quando allunga una mano alzo la mia, sporca e nera, con una smorfia gli faccio capire che non sarebbe l'ideale, non sarebbe stato l'ideale neanche se le avessi avute pulite «Frequentiamo lo stesso corso di recitazione. Ehm…"Essere o non essere? Questo è il dilemma" o cose del genere» a queste parole mi scappa una risata che si ghiaccia appena fa il suo ingresso Johnny arrivando al mio fianco per guardarlo con le braccia incrociate al petto

«Ti serve qualcosa?»  gli chiede con un cenno di testa

«Ciao Johnny. Sono solo passato per invitarvi ad una festa che si terrà domani sera nel mio giardino, ci saranno tutti quelli del corso. Questo è l'invito» lo allunga a Johnny che non fa niente per levarglielo dalle mani «Ah…capisco. Aaallooora…Lexie, tu? Ci sarai?» non riesco neanche a ricreare un sorriso che Johnny si piomba davanti a me nascondendomi interamente

«No. Non ci sarà. Deve lavorare. Ora se vuoi scusarci…» prova ad allontanarlo restando tranquillamente nella sua bolla ma frettolosamente gli sposto le mani per farlo smettere

«Si. Ci sarò.» dico duramente sfidandolo con lo sguardo, quando prendo l'invito lancio un'altra occhiata di fuoco a Johnny mentre Matt va via alzando le mani
«Ma che ti è preso? Si può sapere che vuoi ancora dalla mia vita?» alza le sopracciglia senza fiatare, cosa che mi fa andare in bestia e cacciare il fumo dalle orecchie «Se tu non vuoi andare non prendere in mano la mia vita. E no! Non andrai via di qui se prima non mi dici perché lo hai fatto. Allora?... Johnny che vuoi da me?»

«Niente. Se vuoi lavorare, fare tardi la notte non è l'ideale.» dice prendendo già il suo cammino come se nulla fosse «Lo dico per te.»

«Sai che ti dico? Che io ci andrò. Si, ci andrò e il giorno dopo verrò anche a lavoro se lo vuoi sapere.» preciso correndo per poter stare al suo fianco

«Come vuoi»

«Come voglio? Come...voglio? Ma ti senti? Fino ad un secondo fa avresti fatto di tutto per impedirmelo ed ora? Come vuoi?» ottenere attenzioni è già difficile di per sé, figurati pretenderle mentre sono costretta ad alzare i piedi da terra ogni secondo

«Hai detto che ti sveglierai alle 5 del mattino per venire in officina. Mi sta bene. Non ho niente da aggiungere» dice con nonchalance puntando a degli attrezzi da sistemare

«Perché sei così arrabbiato? Che ti ho fatto?» gli chiedo fermandomi mentre spalanco le braccia costringendolo a voltarsi

«Io? Arrabbiato? Lexie tu non sai neanche cosa sia vedermi arrabbiato.»

«No? Ti sei messo contro di me fin da subito. Mi hai nascosto dietro le tue spalle pur di scacciare Matt e hai preso una decisione al mio posto per non farmi andare alla festa.» anch'io non lo sopporto ma almeno non gli avrei tolto l'invito dalle mani, che se non avesse dato via a quella sorte di teatrino avrei rifiutato.

«L'ho fatto. E non significa niente.» si ferma strofinando una mano sulla fronte fino a quando non riprende il cammino per arrivare dietro il suo bancone di lavoro ricoperto da infiniti tubi, chiavi, motori e così via «Tuo padre mi ha chiesto di proteggerti come se fossi mia sorella. Lo sto facendo. È esattamente quello che sto facendo Lexie. Ma tu non capisci. Credi che dietro ogni mia azione si celi dio solo sa cosa, ma fidati. Te lo assicuro, non c'è nulla. Ho un grande rispetto per tuo padre. E…per te. Per cui smettila di alzarti sulle punte e ringraziami una buona volta.»

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora