23•Fuga•

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Manca mezz'ora all'inizio della recita e sento le palpitazioni a mille, non faccio altro che fare su e giù sul posto interminabilmente senza ottenere nulla, è odioso.

Johnny è già con Emily, mi hanno lasciata da sola a regolare la mia pressione col muro mentre l'aria quasi mi manca.

È solo una recita, sono solo parole ed io sono così brava con le parole, perché mi sento così ansiosa? Cavolo! Avrei bisogno di sfogarmi, avrei bisogno di forza e di tante altre cose che non posso prendendere da nessuno se non da me. Ora che neanche sento di poter essere forte!

All'improvviso il suono del mio cellulare mi scuote dal mio stato di abbandono. È un numero che non conosco ma se è riuscito a rimettermi con i piedi per terra sarà sicuramente una buona idea rispondere.

Quando lo avvicino all'orecchio posso udire un solo e semplice sospiro, quasi uno sbuffo
«Pronto?» domando con un alone di preoccupazione

«Hai intenzione di restare a contemplare il muro per tutta la serata?» mi chiede una voce che non posso ricondurre ad altri se non a Johnny.

«Posso restare qui finché voglio. È più simpatico di te. Non mi contraddice, non mi abbandona. Non mi sostituisce, non preferisce altre a me. È un buon amico...non credi?»

«Che noia! E comunque...da amico ti dico che sembri una pazza. Da fratello ti dico che non può portarti da nessuna parte il muro»

«Chi sei tu per dire che il muro non può portarmi da nessuna parte? Eh?» sbuffo esasperata mettendomi una mano in fronte «Okay. Il muro non può, e tu?» domando di getto

«Potrei.» risponde facendomi nascere inconsciamente un sorriso che provo a levare immediatamente. Johnny non può avere nessun effetto su di me. Non può e non deve: è una specie di fratello ma è soprattutto il fidanzato di Emily, la vita ha voluto che Emily diventasse una mia amica e se c'è una cosa a cui do peso, è esattamente l'amicizia.

«E neanche mi interessa. Perché mi hai chiamato? Come fai ad avere il mio numero?»

«Oh...»

«È successo qualcosa? Emily non ti ha portato in un angolo? Ha scelto un altro al tuo posto? Non credo che mi stupirebbe ma la sai la novità? Se lei non c'è e tu cerchi me, neanche io ci sono.»

«Certo che la tua mente è davvero perversa»

«La mia?» domando ridendo poggiando un pugno alla parete «Sei tu che chissà a che pensi! Ho semplicemente detto in un angolo. In un angolo si possono fare tante altre cose normali. Non ho detto altro! Anzi si, ho continuando parlando di ben altro, quindi si, sei tu che ti sei fermato all'angolo per fantasticare»

«Okay, può bastare!» la sua risata calda mi strazia «Girati» mi rimetto in posizione eretta e piano, pianissimo mi volto ripetendo il suo ordine in mente fino ad intravederlo a circa 4 metri di distanza. I suoi occhi creano in me una scossa potentissima e quasi mi odio per ciò che permetto di poter creare.
Mi sorride allontanando il cellulare e con qualche passo si avvicina mettendomi direttamente una mano sulla spalla sinistra «So che sei agitata ma andrà bene.»

«E se dovessi dimenticare qualche battuta? Se...se...non lo so! Se dovessi andare nel panico?» domando con preoccupazione stringendo la sua camicia «Non sono portata per fare l'attrice!» ringhio a voce bassa prima di fare qualche passo per andare via.

Immediatamente mi blocca ritirandomi a sé «Ehi-ehi-ehi! No.» blocca il mio viso tenendolo con le sue mani calde

«Lo hai detto tu! E sai? Forse è vero.»

«L'ho detto io, e allora? Vuoi lasciare tutto perché io ti ho detto che l'attrice non fa per te?» mi chiede con fermezza

«Si»

«La Lexie che conosco io non si arrenderebbe così facilmente. Soprattutto se a sminuirla è un certo "Depp."» commenta alzando gli occhi al cielo riferendosi a sé stesso con noia

«Depp...» abbozzo un sorriso guardando i suoi occhi, ora più accesi e luminosi «il problema è che non voglio che tutti prendano me, capisci? Tu resteresti nella tua officina a pulire motori se io salirò su quel palco» ammetto con tutta la mia parte orgogliosa che sta rinascendo a poco

«Questo poi lo vedremo. Non mi piace infrangere sogni...tuttavia, potrei essere io il prescelto» dice pavoneggiandosi mentre si aggiusta il colletto della camicia

«Bazzecole!» esclamo allontananandolo da me mentre scuote la testa e ride silenziosamente.

Spostando la tenda rossa mi rendo conto delle numerose persone che dovranno vedermi recitare. Vorrei sotterrarmi, il panico come un serpente velenoso si attorciglia al mio corpo e mi stringe ogni secondo che passa sempre di più. Quando mi ruoto verso destra, chiamata da altri movimenti, Johnny è lì, ci guardiamo a lungo e con così tanta intensità da non sembrare neanche noi: «Pronta?» mi chiede allungando la sua mano

«Pronta.» affermo stringendogliela forte. Un boato ci accoglie appena le tende si aprono. Vedo solo piccole macchie colorate e mani che si muovono freneticamente. Mi sento legata, impotente di fronte a tutti loro vestiti elegantemente...e poi vedo Johnny, e ascolto le sue parole, e quando arriva il mio turno riesco perfettamente a prendere parola come se neanche dovessi controllarmi. Metto tutta me stessa in ogni azione, ogni lacrima che sono costretta a versare e per ogni abbraccio che devo regalargli come se lo amassi da sempre, così come i protagonisti di questa storia che saranno insieme anche in un'altra vita, magari lontana, magari migliore.

La recita è finita, sono ancora ferma fra le sue braccia quando la luce si abbassa, dal nulla, sento inevitabilmente le sue labbra sulle mie. Un secondo, un solo secondo prima del buio «È andata bene» commenta Johnny mentre annuisco ancora scossa prima di essere ritirati dal signor Gaston dietro le quinte

«Siete stati bravissimi ragazzi. Ero convinto che sarebbe stato un successone ma è andata addirittura meglio. Avete tutte le carte in regola per poter fare qualcosa di grande.» alle sue parole non ho risposte, nella mia mente c'è solo Johnny e il suo bacio invisibile. È stato fatto come da copione, non lo avevamo mai provato perché a parer mio sembrava inutile farlo... Ed ora non riesco a pensare ad altro «appena avrò notizie concrete ve le comunicherò e adesso andate! Godetevi l'estate.» gli sorrido e nello stesso tempo sento la mano di Johnny stringere la mia, lo guardo e dopo un sorriso mi tira con sé.

Iniziamo a correre e lui urla di fare spazio, sento il peso del tempo, il colore sfocato delle varie luci in corridoio; più corriamo, più tutto sembra andare con estrema lentezza, i capelli svolazzano seguendo il nostro ritmo e le nostre risate aumentano ogni attimo di più. Sembra di essere in un di quegli spazi temporali strani.

Non si può comandare, non si può fermare.

Non siamo noi a scegliere di essere felici ma quando stoppare tutto.

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora