21•Cambiamenti in vista•

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La felicità di mio padre piuttosto che tranquillizzarmi mi ha spiazzata ancora di più.
Ha portato via le uniche certezze che avevo, o almeno quelle che pensavo di avere.

Credo di riuscire a vedere Johnny in modo diverso, e tutto solo adesso, solo quando neanche si potrebbe. Da quando mi ha parlato dei suoi sentimenti i suoi occhi sono diversi, o forse sono solo io che non riesco più a vederli come prima.
Ora che sono stesa sul mio letto con le mani congiunte sulla pancia e lo sguardo perso nel vuoto, penso che mi manca, vorrei averlo qui e litigare con lui. Vorrei incontrarlo subito e parlare di cose diverse, belle, intelligenti...non le solite battute smielate che ci siamo ripromessi di ripetere insieme fino alla fine.

Nei giorni seguenti al natale e poi al capodanno, tutto riprende il proprio passo, forse alcuni passi sono anche più grandi delle gambe. Non riesco più a guardare Johnny negli occhi, ogni volta che si avvicina col chiaro intento di prendermi in giro per una qualsiasi cosa stupida, sento di non poter controllarmi...lui è perfetto e noto che ci sto provando anch'io, passare ore ed ore davanti alla specchio non era mai stato nei miei piani, guardami adesso!

Ogni volta che ritorno a casa mio padre non manca di ricordarmelo e ciò mi aiuta a pensare che tutto andrà male.

Siamo ad inizio giugno, in questi giorni si terrà la nostra recita e finalmente qualcosa potrà cambiare davvero.

«Dimmi il suo nome!» esclamai qualche giorno fa mentre eravamo in giro per Chicago. Ma l'unica cosa che fece, fu abbassare il suo volto per sorridere. In quel momento mi sentivo accaldata e sicuramente ero tutta rossa; sapevo e so, che fra me e Johnny non potrà esserci nulla, in realtà non ho mai preso in considerazione il semplice fatto di creare una famiglia con lui, si sfacerebbe dopo un giorno se tutto andrebbe nel verso giusto.

«Tempo al tempo» rispose semplicemente mettendosi le mani in tasca.
...
Se le cose sembravano di non poter andare peggio...ora davvero non so cos'altro ci sia di peggio.

Ho provato a trattenere mio padre con ogni scusa possibile, anche quella del "non mi sento bene", ma nulla è stato abbastanza da far fermare la sua voglia di cambiare.

Cambiare vita.

Cambiare casa.

E tutto sarebbe stato più accettabile, se solo la casa si fosse rivelata un buco sotto terra, nella zona più desertica del mondo o fra la puzza di mucche. Invece noooo! La casa è esattamente quella di Johnny...! Stupida io che pensavo che tutto si sarebbe risolto litigando, magari non l'avrei più visto, o magari...ci sarei finita a letto per errore. Ma ora, ogni cosa si è rigirata, ed io non so neanche dove mettere le mani.

Tutto è successo perché le parole: felicità e semplicità, nella mia vita non ci stanno bene. Non ci sono mai state bene e quando lo dimentico, tutto si ripresenta per mettermi al corrente di ciò che devo ricordare sempre, in ogni momento.

Quando la porta, dietro la quale stavo sperando si dissolvesse nell'aria, si spalanca, il sorriso caloroso di Betty è il primo a fare capolino.
«Ciao Lexie!» esclama gioiosa come sempre

«Betty!» la chiamo a mo' di saluto passandole di fianco per poter trainare la valigia - poco più piccola di me -, al piano di sopra.

Mi fermo quando noto il primo gradino e la voglia di trainarla ancora mi passa, sbuffo e con lo sguardo arrivo fin sopra.
«Sono tanti, eh?» domanda retoricamente e con serietà Johnny dopo essersi posizionato al mio fianco con le braccia incrociate al petto per poter guardare con me i numerosi gradini. Ruoto il mio viso verso il suo e prendo un bel respiro quando provo ad alzarla ancora da terra ma inutilmente. «Mh...vuoi una mano?»

 𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊× Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora