«Okay. Stai calma. So che non vuoi avermi in casa tua.» porta le braccia avanti come se volesse proteggersi da me «So che preferiresti vedermi morta. O comunque lontano da qui. Solo che sono in questo posto da qualche giorno. Non conosco nessuno, ieri sera ero ubriaca, in lacrime e depressa, così il barista mi ha detto "Ehi tu. Torna a casa". Mi sono guardata attorno e la mia casa sei tu.»
Avere una seconda opportunità, non è semplice.
Conosci i rischi, le ferite...
Conosci ogni punto positivo e ogni punto estremamente negativo.
«Oh cielo! Elizabeth...» porto una mano fra i capelli mentre avanzo senza più parlare.
Ma "chiedere" una seconda possibilità, è anche più difficile.
Sai che hai fatto male e chiedere perdono pretendendo di averlo...è quasi impossibile.
«Ti prego, facciamo pace. Farò di tutto» sussurra congiungendo le mani all'altezza del suo cuore
«Allora inizia a lavarmi le mutande perché ho bisogno di parlare con qualcuno.» le dico facendola ridere e correre nella mia direzione per potermi tenere stretta fra le sue braccia mentre piange come se non ci fosse un domani.
Per quanto il dolore possa uccidere, l'unica cura che hai, è giocare con l'assassino e sperare che camminando ricopra tutti i tuoi buchi.
Il suono del citofono, qualche secondo dopo, mi fa allontanare per poter spalancare la porta...ad Emily.
«Ciao...»
«Ciao Lexie.» mentre mi saluta abbassa la testa e questo è solo un altro senso di colpa che io non sopporto.
«È successo qualcosa?» le chiedo incrociando le braccia al petto, pronta a sentire altre scuse, lamentele o cose del genere
«No. In realtà no. Sta andando tutto bene...solo che vorrei poter uscire con te. Tu mi hai dato il coraggio di poter parlare con Johnny. Non mi va di perdere l'unica amica che ho...per un ragazzo che oggi c'è e domani chissà.» la guardo ridendo mentre con gesti impacciati sistema i capelli e subito dopo gli occhiali, come suo solito
«Uh! Questa è la giornata dei "fammi ritornare sui miei passi prima che la prendo in culo"?» le domando senza risultare poi molto seria, d'altronde lei non ha colpe. O almeno non in modo così sproporzionato. Vuole semplicemente incoronare il suo sogno e mia madre mi ripeteva sempre che i sogni sono fatti per diventare realtà, altrimenti sono solo inutili illusioni.
«Non è questo...» commenta a bassa voce non riuscendo a percepire la mia ironia
«Ehi! Ciao. Tu dovresti essere Emily. Giusto?» Elizabeth allunga una mano che stringe immediatamente quella di Emily
«Ciao, si. E tu?»
«Io sono Elizabeth. Le amiche di Lexie sono anche amiche mie»
«Fantastico!» commento annoiata rientrando dentro seguita a ruota da loro, adesso ho anch'io due cagnolini come Paola, mi chiedo cosa penserebbe se mi vedesse adesso.
«Stavo pensando di poter andare a mangiare fuori. Certo, un cornetto non basterà ma...potremmo passare del tempo assieme e ricucire le ferite.» esterna pimpante Elizabeth guardandoci per bene «A quanto pare, mi sembra di vedere che non sono l'unica a cui serve del filo»
«Mi sembra una buona idea. Tu che dici Lexie?» chiede restando a distanza di sicurezza
«In casa ho tutto quello che ci serve. Perché spendere soldi?»
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𝙸 𝚑𝚊𝚝𝚎 𝚢𝚘𝚞×𝖄𝖔𝖚 𝖍𝖆𝖙𝖊 𝖒𝖊×
RomansaL'odio che c'è fra due ragazzi sembra voler mangiare il loro amore, l'odio che c'è fra due ragazzi è solo un modo per sentirsi forte. Ma se l'odio che riversano l'un l'altro fosse solo amore?