Capitolo 38

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Paris' pov

Io e Liam chiediamo il giorno dopo a Clyde di vedere nostro padre. Non sono sicura di voler andare al suo processo e vederlo condannato, ma nonostante tutto è mio padre e anche se sono arrabbiata è lui che si trova in una prigione, non io. Non c'è un manuale che ti dice cosa fare quando tuo padre viene descritto come un criminale, perciò stamattina non sapevo cosa mettere. Ho optato per dei jeans e una maglietta nera, in modo da non attirare l'attenzione. Clyde si è offerto di accompagnarci fino a fuori la prigione, più per supporto morale credo per controllare che nessuno ci faccia male -e questo spiegherebbe la pistola che ha nel cruscotto della macchina-, ma apprezzo comunque il gesto. Come quello di Chase, che ieri ha cercato in tutti i modi possibili di distrarre me e William.

«C'é un poliziotto appena entrate, chiedete di vostro padre e vi porterà da lui. Non cercate di abbracciarlo o toccarlo, la polizia non ve lo permette e se vi lasciano da soli significa che ci sono le telecamere, cercare di non dire che sapete di Erik Lee.» Sono le raccomandazioni di Clyde quando ci lascia fuori la prigione. È un edificio grosso e grigio, con un pannello scorrevole all'entrata. Quando io e mio fratello entriamo ci fanno passare sotto un metal detector e ci fanno lasciare il telefono, le chiavi e il portafogli. Io non me lo sono neanche portato, ma Liam sì.

La prigione è molto simile al carcere, almeno per quello che fanno vedere in televisione, con l'unica differenza che chi si trova qui non ha ancora avuto un processo e, quindi, non sta scontando nessuna pena. Mi chiedo quanto tempo mio padre dovrà passare dentro il carcere.

Il poliziotto di cui ci parlava Clyde ci conduce in una sala che mi ricorda quella dell'interrogatorio dell'FBI. Liam deve avere la mia stessa sensazione, perché mi stringe la mano non appena entriamo. Non gliela lascio andare. Ci sediamo vicini e aspettiamo Adam. Per un po' mi sono chiesta anche se il suo nome fosse falso, come ha fatto Clyde per la missione. Sono letteralmente terrorizzata di rivedere mio padre: non so cosa aspettarmi.

«Ragazzi.» Esclama, non appena entra. Ha le manette legate ai polsi e una tenuta simile a quella carceraria. È già stato condannato, in poche parole. «Non mi aspettavo di vedervi.» Il poliziotto lo strattona per un braccio e lo fa sedere davanti a noi. Non mi piace il modo burbero che usa con mio padre, ma non posso dirgli proprio niente.

Liam si schiarisce la voce. È lui che mi ha convinto a venire qui, oggi. «Già, siamo sorpresi per l'iniziativa anche noi.» Papà ha lo sguardo triste e gli occhi segnati. Probabilmente non dorme bene da giorni, non lo biasimerei se fosse così.

«Come state? E Amanda e Adrian?» Ha la voce preoccupata, roca, mi ricordo che la usava sempre quando uno di noi si prendeva la febbre. Quello che io consideravo il mio eroe, il modello da seguire, non è altro che un delinquente. Mi mordo l'interno della guancia mentre guardo dietro di lui per non farmi venire le lacrime agli occhi.

William gli risponde che ce la stiamo cavando e che anche Amanda e Adrian stanno bene. Come ha consigliato Clyde evitiamo di dirgli che per il momento stiamo a casa dei suoi zii e che Amanda è in Europa dal suo ex: se lo facessimo dovremmo spiegargli il perché e salterebbe in mezzo anche il nome di Erik Lee. Anche se non l'ho mai visto mi mette in suggestione il solo nome.

William chiede a nostro padre come sta lui, invece, e cerco di ascoltare la sua risposta. Fa una battuta sul cibo, ma da quello che sembra non è in fin di vita. Sta bene, almeno fisicamente. «E tu, Paris, come stai? Sei silenziosa.»

Vorrei ridere. Rivederlo per la prima volta da quando ho scoperto la verità fa male, più di quanto possa sopportare. Sale la rabbia, alla sua ultima frase. Vorrei proprio vedere cosa farebbe lui al mio posto. «Sto splendidamente, papà, grazie di averlo chiesto. Sapere che il mio ragazzo era in realtà un agente dell'FBI che voleva arrivare a mio padre e che quest'ultimo è un fottuto criminale era il mio sogno. Altro che entrare all'università di Boston, adesso sai quanti spacciatori vogliono avere a che fare con me e Liam? Una vita di successo ci aspetta oltre il portone.» Faccio un sorriso sarcastico. «Della prigione.»

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