Capitolo 25

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Clyde's pov

«Buongiorno.» Paris si stiracchia mentre entra in cucina e devo costringermi a distogliere lo sguardo quando la maglietta le si alza, lasciando una striscia di pelle scoperta. Darren sta ancora dormendo in salotto, russando rumorosamente. Non c'è traccia di William e Bethany, mentre io ho dormito una favola nel mio sacco a pelo. Ancora meglio quando Paris si è infilata dentro per stare insieme. Almeno Clyde Junior si è comportato bene.

Sorrido nella sua direzione. Ho fatto attenzione a sgusciare fuori dal sacco a pelo senza svegliarla stamattina. «Ciao, Macaron. Dormito bene?» Si è pure ubriacata ieri sera. Beh, mai quanto Darren e Bethany, ma diciamo che ad un certo punto ha iniziato a ridere così forte che ho pensato che prima o poi si sarebbe sentita male. Eppure non è successo.

«Stranamente sì.» Non capisco se mi sta prendendo in giro o "stranamente" è riferito alla sbronza. In tutti i casi non me ne frega. Mi avvicino e le lascio un bacio sulle labbra, ma lei fa una smorfia. «Che schifo Blake, non ho neanche lavato i denti. Avrò un alito che può ammazzare.»

La bacio di nuovo. «Non chiedo morte migliore.» Ed è vero. Se proprio devo scegliere come morire, tra Steven che mi ammazza, Adam o i suoi scagnozzi, preferisco di gran lunga morire felice, qui con lei. Questa volta è lei a sorridere e a baciarmi. Per ogni cosa dolce che dico lei mi bacia, per cui sto cercando di essere sempre molto gentile.

«Darren sta entrando in cucina. Darren chiede di smetterla di limonare per dieci secondi.» Quell'idiota entra con una mano davanti agli occhi e un sorrisetto. Con un braccio allungato arriva fino alla macchinetta del caffè, prende il bicchiere già preparato -che avevo preparato io per me, ma questi sono dettagli a cui lui non pensa- e riesce dalla cucina continuando a prenderci in giro. Paris ed io intanto abbiamo smesso di baciarci, solo per guardarlo male. «Darren sta uscendo dalla cucina, potete pure farlo come due conigli per quanto gli riguarda.»

«Io un giorno ti strozzerò.» Gli dice Paris, facendogli anche una linguaccia, che però lui non vede perché è ancora con gli occhi coperti.
Ride e si allontana, finché non lo sentiamo più. «Hai visto William e Beth? Anche stanotte quando mi sono infilata nel tuo sacco a pelo non c'erano.»

Faccio spallucce. Odio dover cambiare argomento per mettere in atto i piani contorti dell'FBI, ma Steven si accorge quando mento, per non parlare di Chase. Se oggi pomeriggio dovessero chiedermi cosa mi ha detto Paris sulla questione, ed io inventassi un mucchio di frottole, mi scoprirebbero dopo due nano secondi. «No, ma se non si svegliano entro due ore salutameli.»

Paris corruga la fronte. «Te ne vai? Di già?» Mi costringo ad annuire. Mi ripeto che è per la missione, che non è la prima volta che le mento, ma è diverso. I primi giorni che mi sono inventato tutte quelle frottole, su Chase che è mio cugino e il mio trasferimento dal Michigan, non provavo qualcosa per lei. Adesso sì. Adesso sento di star sbagliando.

«Volevo parlartene. Tra poco finisce il liceo, almeno per me, e tra qualche mese sarò al college. So che il rapporto con i miei non è dei migliori, per cui voglio trovarmi un lavoro per mantenermi da solo. Quindi oggi mi concentro su quello.» Vorrei darmi un pugno da solo non appena finisco di parlare. E anche se il piano funzionasse, dopo cosa succederà? È questo quello che mi spaventa davvero. Per cui spero proprio che Paris non cada nella mia trappola.

Annuisce e va vicino ai fornelli, forse per farmi un altro caffè dato che Darren me l'ha rubato. Sono sicuro che a lei il caffè non piace. «Sai già cosa cercare?»

«Quello che c'è. Mi va bene tutto.» La abbraccio da dietro, dandole un bacio sulla guancia. Poi appoggio il mento sulla sua testa. Mi sento un bastardo. Lei è il mio primo amore, ed il suo, e non posso credere che tra sette miliardi di persone mi sono dovuto innamorare davvero dell'unica persona di cui non dovevo farlo. Per l'FBI Paris e William non sono altro che un mezzo per arrivare ad Adam Collins. Per me adesso sono molto più di questo. Liam è un mio amico, so di poter contare su di lui e Paris è semplicemente lei. Ormai, è tutto per me. A parte i miei zii e Chase non ho mai provato un desiderio così intenso di proteggere qualcuno. Mio padre ogni tanto mi dava del cretino perché durante le esercitazioni mi mettevo davanti a Chase per proteggerlo dalle pallottole, anche se erano finte. Ma non è colpa mia se sono una persona protettiva, soprattutto verso chi voglio bene.

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