Capitolo 29

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Paris' pov

«Calmati, papà.» Sorrido mentre gli aggiusto per la milionesima volta la cravatta. Ancora non c'è nessuno, perché noi abbiamo dormito qui dagli amici di papà. È un bel posto, calmo, con un giardino immenso e bellissimo. È qui che hanno messo l'altare dove mio padre sta facendo avanti ed indietro. William è andato ad accogliere Darren, Blake e Bethany, che sono già qui. Ci aiuteranno ad accogliere tutti, mentre Adrian è con Amanda. Non volevamo lasciarla completamente da sola ed il piccolo ometto ha deciso di "prendersi l'ultima sera si libertà della madre", parole sue.

Mio padre gonfia le guance di aria. «Credo di sentirmi male, peggio di quando ho saputo la prima volta che saresti uscita con Blake.» Chi se la dimentica quella mattinata, ho abbracciato papà per mezz'ora per assicurarmi che respirasse ancora... «Davvero, Paris, e se non si presenta? Questo è il mio secondo matrimonio, non voglio rovinare tutto.»

«Non succederà.» Gli lascio un bacio sulla guancia. «Amanda non è come mamma, papà, non ti lascerà. Ti ama davvero e si presenterà. Cerca di goderti questo momento senz'ansia, va bene?»

Lui annuisce e si allontana un attimo per andare a parlare con i suoi amici, i residenti di questo posto, che sono dentro l'edificio. «Paris, tradirei tuo fratello con te in questo momento.» Bethany mi fa fare una giravolta per poi abbracciarmi. Da quando lei e Liam stanno insieme è molto più euforica e spesso mi sono chiesta se non si stia drogando la mattina.

Rido. «Stai benissimo anche tu, Beth.» In risposta lei fa un occhiolino. «I ragazzi?» Lei è venuta qui, ma non vedo ancora i tre idioti. Ormai sono unitissimi, per cui io e Beth li prendiamo in giro e li chiamiamo "i tre moschettieri". Mi ricordo ancora le risate che ci siamo fatte quando siamo andate in discoteca e ci hanno raggiunto tutti ubriachi. C'era anche Chase, che stranamente era il più sobrio, solo perché doveva guidare lui.

«Da qualche parte a fare i ciglioni. Sei una favola, comunque, sono sicura che Blake si pentirà di non essere al vostro matrimonio, oggi.» Le dò una spinta leggera per farla stare zitta, ridendo. «Davvero, Paris, è inutile che arrossisci così.» È vero: sono un peperone al solo pensiero. Odio la mia carnagione chiara, perché si vede subito quando le mie guance sono arrossate. Blake una volta mi ha toccato il naso e detto che gli piace che arrossisco sempre, perché sono tenera, ma questo non ha placato il mio rossore, anzi.

Prendo a braccetto Bethany e raggiungiamoci ragazzi. Stanno parlando con mio padre, che ride per qualcosa che ha detto il mio ragazzo. Sorrido. Ultimamente vanno molto più d'accordo e sono felice che la mia famiglia voglia bene a Blake in questo modo. «Ciao.» Saluto tutti, alzando anche la mano libera.

Darren fischia, squadrandomi. Alzo gli occhi al cielo e poi rido quando guarda il mio ragazzo e gli arruffa i capelli. «E fu così che il robot Blake smise di funzionare.» Papà guarda prima me e poi il "nuovo arrivato", che ormai è qui da abbastanza perché la smetta di chiamarlo così, e borbotta qualcosa di incomprensibile prima di andare via ad accogliere alcuni invitati che stanno arrivando. «Vi lasciamo da soli, adesso.» Bethany prende Darren e William per una mano e li porta a vedere l'altare e le sedie. Dentro l'edificio, invece, ci sono i tavoli per il pranzo e dove si balla. Questo posto è meraviglioso, adesso capisco perché papà e Amanda insistevano per sposarsi adesso, in questo mese. È ancora primavera, siamo a inizio maggio, con i fiori che iniziano a sbocciare ed il sole che inizia a farsi caldo sulla pelle.

«Non credo ci siano parole per descrivere quanto tu sia bella.» Me lo dice con tale dolcezza che credo mi si sciolga il cuore. Gli restituisco il complimento, perché anche lui è davvero stupendo. Ha una camicia bianca e una cravatta. Per tutti i santi. Blake con la camicia dovrebbe essere illegale. «Grazie, Macaron. Però ho conservato lo smoking per il ballo di fine anno.»

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