Capitolo 36

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Paris' pov

Salutare Amanda e Adrian è risultata una delle cose più difficili da fare. Non mi piace che dobbiamo separarci per essere al sicuro, ma è necessario. Così li ho abbracciati forti, con la promessa che fra qualche mese ci saremmo rivisti. Manda è riuscita a trovare dei biglietti aerei per la Spagna, dove si trova il padre di Adrian, esattamente per il giorno dopo che Clyde è venuto da noi ad avvisarci di essere in pericolo. Ieri io e William siamo arrivati a casa dei suoi zii ed è stato strano entrare con le valigie e vedere zia Abbie spiegarci dove avremmo dormito.

La stanza dove ci ospitano ha due letti singoli messi dalla parte opposta della stanza, una cassettiera e un piccolo armadio. Zia Abbie ha detto che avevano creato quella camera quando Clyde aveva circa sette anni, pensando che ogni tanto sarebbero venuti dei suoi amici a dormire, ma alla fine non ci è mai andato nessuno. Era un lupo solitario finché non ha incontrato Chase, ha detto zio Ross. Posso immaginare come doveva sentirsi solo al pensiero che i suoi genitori l'avevano scaricato dagli zii, ma credo davvero che forse è meglio così. É diventato forte e un bravo ragazzo, almeno se è vero che con me era se stesso anche quando si fingeva Blake.

Stare a casa dei suoi zii però non è male, è un ambiente che già conosco e dietro casa loro c'è una collina completamente nel verde. Per William è più difficile, non aveva mai neanche conosciuto gli zii di Clyde ed ogni tanto vedo che si sente fuori posto. Ha avuto a stento il tempo di salutare Bethany e Darren, perché per il momento è meglio evitare di vedere chi frequentiamo di solito e utilizzare il cellulare. Per quanto riguarda me, ancora non ho avuto il coraggio di incontrare i miei due migliori amici. So che sarebbero comprensivi e non c'è niente di male nell'ammettere che sto soffrendo, ma ancora non sono pronta per i loro sguardi pieni di compassione e per quanto loro vogliano essermi vicini, non capiranno mai cosa sto passando. Devono sapere che il mio allontanamento è solo un modo per combattere il dolore e niente di personale contro di loro, perché mi hanno mandato un messaggio dicendo di prendermi tutto il tempo che mi serve e che mi vogliono bene e, per la prima volta in giorni, ho risposto ad entrambi.

«Siamo quasi arrivati.» Clyde mi sta trascinando per la collina dietro casa dei suoi zii, dicendo che è essenziale che mi insegni una cosa. Credo di aver capito di cosa si tratta, dal momento che vedo una parte della pistola sbucare da oltre i suoi pantaloni. Liam è con zio Ross, lo sta aiutando a costruire non ho neanche capito che cosa. «Eccoci.» La parte di selva dove ci fermiamo è simile a dove abbiamo camminato finora, con l'unica differenza che ci sono alcune x colorate su degli alberi. «Io e Chase venivamo qui quando dovevamo allenarci per sparare. Avevamo il permesso per andare al pentagono, ma alcune volte è meglio esercitarsi nel silenzio e da soli, sai?»

Annuisco, anche se non lo so. Mi sta raccontando qualcosa su di sé. Non inventata, come il fatto che a lui e Chase piace giocare a paintball, ma qualcosa di reale. «Perché mi stai per insegnare a sparare?»

«Voglio che tu sappia difenderti, Macaron.» Quasi sussulto a quel soprannome, mentre lui non sembra farci caso. Forse l'ha addirittura fatto apposta per vedere la mia reazione. «In questi giorni lo insegnerò anche a Liam, non dovete dipendere solo da me o mio zio. Quei figli di puttana andranno in galera, ma ho bisogno di sapere che voi ve la sappiate cavare.»

Dubito che se qualcuno mi minacciasse con una pistola io avrei la freddezza di sparargli. Non sono quel tipo di persona. Annuisco e Clyde mi fa cenno di posizionarmi davanti ad un albero, a qualche metro di distanza. «E se passa qualcuno e gli sparo per sbaglio?» L'ansia si sta impossessando di me e Clyde trattiene una risata, ma con scarsi risultati. «Io sono seria, non prendermi in giro.»

«Scusa.» Si schiarisce la voce nel tentativo di calmarsi e poi mi sorride, mentendomi una mano sulla spalla in segno di conforto. «Qui non viene mai nessuno, stai tranquilla, al massimo colpisci un albero un po' più infondo.» Annuisco e l'attimo dopo Clyde è al mio fianco, che mi spiega come levare e mettere la sicura alla pistola. Quando fa provare a me ho qualche difficoltà, ma riesco a farcela dopo qualche tentativo. Mi rassicura che è normale, ma non ne sono tanto sicura. 

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