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Jimin pianse dopo aver visto l'auto della famiglia Jeon allontanarsi da lui, Jungkook versò lacrime vedendo che il suo migliore amico scompariva dalla sua vista, dalla sua vita, scivolava via come una goccia di pioggia.

Entrambi si mancavano già terribilmente e il viaggio verso Gwangju era appena iniziato.
Lì Jungkook avrebbe scoperto cosa succedeva al suo amato nonnino, sarebbe rimasto per anni da solo, in una nuova scuola, con nuovi compagni, che come quelli vecchi probabilmente non avrebbe mai apprezzato per davvero, con cui non avrebbe mai davvero fatto amicizia, con cui avrebbe semplicemente convissuto in classe.

Arrivarono circa quattro ore più tardi in quella città e alla porta li aspettava già la signora Jeon, che li abbracciò forte quando li vide.
"Ciao mamma" Wonho la strinse forte a sé, non si vedevano da un po' d'altronde.
"Come sta papà?" chiese, "Male figlio mio, male" rispose la donna, cercando di essere forte, di non piangere di fronte al figlio appena arrivato con la moglie e il bambino.

Mentre Minjee e Jungkook sistemavano le loro cose nelle stanze indicate dalla signora, Wonho si diresse nella camera da letto dei suoi genitori per vedere le condizioni del padre.
Gli prese un colpo quando lo vide quasi pelle e ossa, la signora si avvicinò a suo figlio, e gli sussurrò "I dottori dicono sia.. un tumore.. Tu però non dirlo a Jungkook, voglio solo che si godano gli ultimi anni insieme" e il figlio fece un cenno di assenso.

Poi andò da suo padre, "Ciao papà, come ti senti?" lo guardava dritto negli occhi, come non aveva mai fatto forse per un sacco di tempo.
"Beh, essere costretto a letto per un tipo come me.. È un peso enorme figliolo" l'anziano signore gli parlò a cuore aperto, non si sarebbe mai aspettato potesse arrivare una cosa di quel tipo a placare così tanto la sua vita.

Da poco tempo la situazione si era aggravata, e proprio per questo il signor Jeon aveva chiesto la presenza dell'unico figlio che avevano insieme alla deliziosa famiglia che si era creato.
"Non dire nulla a Kookie, quel bambino è una benedizione, è così dolce e bene educato.. Vorrei davvero stare in sua compagnia fino al mio ultimo respiro"
"Non dire così papà, ti passerà" disse Wonho, cercando di trasmettere almeno un po' di speranza all'uomo sul letto, "Figlio mio, sono già vecchio, se non è per la malattia è per l'età, non darmi speranze che non ci sono", il giovane padre cercò di abbracciare il proprio senza fargli male in alcun modo, con tutta la delicatezza di cui era capace.

Gli sussurrò "Tu sei forte papà, lo supererai, e noi ti staremo accanto per tutto il tempo che vorrai" poi lo guardò negli occhi, in faccia, e notò come quel male lo avesse colpito a fondo, come lo stesse cambiando.
Il nonno del piccolo Jungkook era un uomo dalla straordinaria vitalità, e vederlo così, su un letto, fatto più di ossa che di carne, faceva male, tanto.

"Adesso chiama il piccolo e fallo venire qui da me" disse l'uomo, e il giovane si allontanò dalle braccia del padre, lasciando subito la stanza per chiamare la moglie e il figlio.
Intanto il signor Jeon cercava di alzarsi dal letto con l'aiuto della moglie, rimasta vitale come sempre, ma abbattuta dal male che stava passando il marito con cui aveva condiviso più di sessant'anni.

"Nonno!" giunse Jungkook ad abbracciarlo con un dolce sorriso sulle labbra, gli voleva così tanto bene un esserino così piccolo, che l'anziano non poteva sentirsi altro se non grato di quel pizzico di vitalità e amore rimasto nella sua vita, che di lì a breve probabilmente sarebbe finita.
"Kookie!" ricambiò il saluto, posando una mano tra i capelli del piccolo per accarezzarli con amore.

"Come stai nonno?" chiese il bambino, con innocenza, pur sapendo che non stesse bene.
In quel momento l'uomo si sentiva bene nel sentire tutta la dolcezza e la benevolenza che il suo amato nipotino gli stava trasmettendo, così gli disse "Sto bene piccolo mio, e tu come stai?"
"Sto sempre bene quando sono con te nonnino" rispose stringendo con ancora più forza l'anziano.

Il signor Jeon non poteva che sorridere a quell'affermazione, ma poco dopo sentì le lacrime inumidirgli gli occhi, e l'ultima cosa che voleva fare era piangere di fronte al suo nipotino, quel dolcissimo bambino a cui voleva un bene dell'anima e da cui sarebbe stato difficilissimo separarsi, era l'unico forse che non voleva lasciare da solo.

Cercò di tenere le lacrime per sé, sperò che si ritirassero da sole e per fortuna fu così.
Quando il piccolo lo guardò, gli disse semplicemente "Ti voglio tanto bene nonno" senza nemmeno osare staccarsi dal corpo del nonno, che trovava molto più magro senza sapere il perché.

Poco dopo Minjee arrivò nella stanza dei suoi suoceri e le si strinse il cuore vedendoli stretti l'uno all'altro in quel modo.
L'uomo alzò lo sguardo e vide la moglie di suo figlio sulla porta e la chiamò "Minjee, vieni qua anche tu", lei si avvicinò e come il suo bambino strinse l'uomo, più forte di quanto non avesse mai fatto in tutti quegli anni che era rimasta accanto a Wonho e alla sua famiglia.

Gli voleva bene, doveva ammetterlo, d'altronde avevano un bellissimo rapporto e non si sarebbe mai aspettata una cosa simile, non per lui, nessuno meriterebbe di stare così male, tanto meno lui, quel fiore così colorato in un giardino di anime spente, che piano piano andava appassendo.

My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora