Jimin e Taehyung passarono alcune ore a conoscersi, anche se spesso e volentieri il corvino aiutava il padre col servizio ai tavoli, e arrivati alla sera, quando chiusero la pasticceria, il più grande accompagnò il ragazzo dai capelli arancio a casa visto che stava lì vicino.
"Allora ci vediamo domani a scuola" disse Jimin un istante prima che Taehyung mettesse piede in casa.
"Certo" rispose il minore, accennando un sorriso.Quando la porta venne chiusa, Jimin si allontanò dall'uscio di casa Kim per dirigersi a casa sua.
Mise le cuffiette alle orecchie e ascoltò un po' di musica per riuscire a rilassarsi, era stata una bella giornata dopotutto ma si sentiva piuttosto stanco.Una delle sue canzoni preferite era "Your song" di Elton John, semplicemente perché ogni volta che la ascoltava, pensava a Jungkook e sul suo volto si apriva sempre un enorme sorriso.
Presto avrebbe condiviso questa storia con Taehyung, aveva davvero una grande voglia di parlare con qualcuno di Jungkook e dell'amore che provava, nonostante fossero già passati sette anni dall'ultima volta che lo aveva visto.
Sperava che Taehyung gli desse qualche consiglio, d'altronde era giusto amare un ricordo? Lui pensava di sì ma improvvisamente la voglia di rivedere Jungkook si fece grande nel suo cuore.
Giunto a casa, cenò insieme ai genitori che lo avevano atteso, dopodiché andò in camera sua e decise di scrivere al suo nuovo amico, che subito gli rispose e i due chiacchierarono un po' di tutto ciò che gli passava per la testa, a cuor leggero.
*
Nei giorni successivi i due ragazzi legarono maggiormente, così, visto che Jimin aveva iniziato a fidarsi di Taehyung, decise che era il momento di esporsi, di raccontare del bambino che da piccolo aveva rapito il suo cuore e che tutt'ora lo teneva stretto tra le sue mani.
Così, dopo la scuola, andarono direttamente alla caffetteria, poiché a casa né Seungmin, né Eun erano presenti.
In quel momento per fortuna erano in pausa, avrebbero riaperto circa un'oretta più tardi, quindi i genitori di Jimin si avvicinarono ai due ragazzi."Jiminie - lo chiamò sua mamma - perché non vi mettete sul retro del locale? Io adesso preparo qualcosa per voi e ve la porto" disse la donna, e subito gli occhi del moro si fecero splendenti e un grande sorriso si fece spazio sul suo viso.
"Grazie mamma" rispose Jimin, posando sulla guancia della madre un dolce bacio, poi i due si alzarono in piedi e si diressero dove indicato, sedendosi per terra contro la parete esterna del locale.
Jimin guardò Taehyung negli occhi, voleva notare ogni singola espressione fino a quando non avrebbe smesso di parlare.
"Senti Tae" disse, preso di coraggio, "Vorrei parlarti di una cosa veramente importante per me".
"Va bene, parla pure" gli rispose, accennando un piccolissimo sorriso e poggiando una mano sulla sua spalla, quasi a dargli conforto, poiché sembrava davvero qualcosa di serio.Taehyung non aveva mai legato con nessuno in quel modo ed essere in grado di percepire in qualche modo lo stato d'animo del suo nuovo amico, quasi lo rendeva felice, ma al tempo stesso lo rese serio, sentendo il tono leggermente tremolante di Jimin.
"Ecco..." il corvino iniziò a raccontare tutta la storia, mentre non smetteva di guardare negli occhi di Taehyung, che, scuri com'erano, gli trasmettevano una grande sicurezza e forza d'animo.
Il ragazzo dai capelli arancio non batté ciglio, facendo attenzione ad ogni singola parola che Jimin pronunciava.
E quando il corvino prese un ultimo respiro più profondo e si zittì, cominciò a pensare, a realizzare tutto ciò che gli era appena stato raccontato.Jimin provava dei sentimenti per un ragazzo, anzi, aveva provato qualcosa per un bambino e tutt'ora non riusciva a toglierselo dalla testa, oltretutto non aveva alcuna voglia di dimenticarlo, piuttosto aveva una gran voglia di incontrarlo, sapere come fosse diventato, sapere se ancora anche lui provasse ancora sentimenti per Jimin o se fosse andato avanti per la sua strada lì a Gwangju.
Il silenzio aveva riempito quello spazio già da qualche minuto, e per un attimo il corvino pensò che Taehyung non fosse d'accordo con le relazioni omosessuali, così, molto preoccupato, domandò con voce tremante "A-a-allora?"
Taehyung si risvegliò dai suoi pensieri, non capendo perché all'improvviso il suo amico avesse cominciato a tremare visibilmente.
"Che succede Jimin-ssi? Perché tremi?" domandò, e l'amico diede voce ai suoi pensieri "N-Nulla.. Solo che ho pensato che non volessi parlare p-perché.. Non trovi giuste le relazioni tra d-due persone dello s-stesso sesso"."Oh no... Da anni sono un ally, perciò non hai nulla di cui preoccuparti, anzi, per me ognuno dovrebbe poter amare chiunque voglia", Taehyung sorrise al suo amico e lo strinse forte a sé.
"Non dovresti mai avere paura di quello che la gente pensa di te, l'importante è che l'amore che provi per Jungkook sia vero" sussurrò al suo orecchio, cercando di confortarlo.Rimasero in quel modo per qualche istante, poi i due si separarono ed Eun comparve sulla porta con due piatti tra le mani, gli aveva portato un pezzo di torta Kookie.
"Ecco a voi ragazzi, tra un attimo vi porto qualcosa da bere" disse la donna, "Grazie signora Park" rispose l'arancio, dando il primo morso a quella torta che - solo a guardarla - gli aveva fatto venire l'acquolina in bocca.Finito il dolce e bevuta un po' d'acqua, i due ragazzi tornarono a parlare e a un certo punto Taehyung propose "Che ne diresti di andarlo a trovare?", sentendo quelle parole, il cuore di Jimin iniziò a battere più velocemente, a palpitare.
"È un'idea grandiosa" rispose Jimin, con tutto il viso contratto per la gioia.
"Se vuoi posso accompagnarti io se non ti va di andare da solo" disse ancora il ragazzo dai capelli arancioni, "Per me va bene Taehyung" ribatté il corvino, più felice che mai.Aveva condiviso finalmente quella storia con qualcuno, e sentire che non lo avrebbe lasciato andare da solo a Gwangju lo sorprese, ma al tempo stesso ne fu davvero felice.
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My only baby [Jikook]
FanfictionJimin e Jungkook si conoscono fin da piccoli, questo perché i loro genitori lavoravano insieme in un cafè di Busan, ma per questioni familiari sono costretti a separarsi per molto tempo. Dieci anni più tardi i due ragazzi si incontreranno di nuovo...