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Dopo la proposta di Seungmin, il figlioletto fu felice come una Pasqua e sentendo la risposta positiva del padre di Jungkook, non poté che saltare dalla gioia.

I due bambini dunque si trovarono in auto insieme poi si diressero insieme ai due adulti a casa del più piccolo.
Jungkook cercò di scendere da solo dall'auto ma iniziò a zoppicare un po' perché ora che la paura era passata poteva fissarsi maggiormente sul dolore, quindi emise un lamento, poi il corvino gli disse "Puoi appoggiarti a me se vuoi" facendogli un sorriso per incoraggiarlo.

E così fece il bambino, riuscendo a entrare in casa piuttosto in fretta e a stendersi sul letto della sua stanza.
Una stanza tutta blu, piena di giochi, di piccole statuine di supereroi e in bella vista il trenino che gli era stato regalato da Jimin quattro anni prima.

Quando poteva ci giocava sempre, oppure rimaneva semplicemente lì ad ammirarlo, tanto lucente era.
Improvvisamente Jimin abbracciò il più piccolo, preso dalla voglia di coccole e amore.

I due passarono la sera a giocare, finché non vennero chiamati per la cena da Wonho e Minjee, che prepararono dei piatti squisiti.
"Grazie tante" disse Jimin sinceramente grato ai genitori di Jungkook, "Di nulla piccolo, siamo grati a te piuttosto, per essere sempre accanto al nostro amato Kookie" disse la donna, sorridendogli.

Una volta finita la cena, i due bambini cercarono di aiutare a sparecchiare per poi ritornare nella camera del piccolo Jungkook e giocavano spensierati, erano felici di stare insieme quella sera, Jimin non aveva mai dormito a casa del più piccolo, inoltre non potevano minimamente immaginare ciò che stava succedendo nel salone e in quel momento era meglio che il corvino occupasse la mente, il cuore e il tempo del castano.

Infatti Wonho era al telefono con la madre, più preoccupato che mai per il suo papà.
Aveva una certa età e questo era innegabile, da poco aveva passato gli ottant'anni e a quanto pare aveva iniziato a non stare molto bene, tanto che voleva Wonho, Minjee e Jungkook al suo fianco, voleva passare quelli che sarebbero stati gli ultimi anni della sua vita insieme al nipote che più amava.

Minjee era disperata tanto quanto il marito, perché il padre di Wonho era sempre stato un uomo forte, allegro, spensierato, che dava gioia e conforto a chiunque ne avesse bisogno.
Quando chiusero la chiamata, la donna guardò l'orario, era davvero tardi e i due bambini sarebbero dovuti andare a dormire.

Quando i due entrarono nella stanza del loro piccolo, videro che dormiva beatamente tra le braccia di Jimin, con un'espressione dolce su quel volto che purtroppo, ben presto, sarebbe stato rigato dalle lacrime.
Ma in quel momento decisero di lasciare la situazione in quel modo, posando un bacio sulla fronte di uno e dell'altro e uscendo dalla camera cercando di non fare rumore e di non svegliarli.

Quella sarebbe stata l'ultima notte che Jungkook e Jimin avrebbero passato insieme, perché Wonho era intenzionato a partire già il giorno successivo.
Lasciare insieme alla moglie il lavoro alla caffetteria era il primo passo, affrontare le lacrime del suo pargoletto adorato era l'ultima cosa che invece voleva fare.

Dire addio a Jimin, per Jungkook sarebbe stato difficile oltre ogni limite, forse la cosa più brutta da fare.
Ricominciare una nuova vita lontano dal suo migliore amico, a cui per altro quello stesso giorno aveva dato un bacio.. Sarebbe stato orribile per lui.

*

Wonho e Minjee avevano le valigie pronte chiuse nella loro stanza, per tutta la notte non avevano chiuso occhio, ora dovevano affrontare il problema più grande: spiegare la situazione al loro bambino.

Non volevano vederlo in lacrime ma dovevano per forza parlare con lui, non potevano portarlo via dal suo migliore amico in modo brusco e improvviso.
Decisero però il momento preciso in cui avrebbero detto a Jungkook di quella notizia, glielo avrebbero detto solo davanti a Eun e Seungmin, così da non dover dire due volte la stessa cosa.

Avrebbero passato la mattina in tranquillità, ma all'ora di pranzo - quando avrebbero preso una pausa - ne avrebbero parlato tutti insieme.

*

Giunsero al lavoro e i quattro svolgevano come sempre il loro compito, mentre i bambini per quel giorno si misero a un tavolo, sentivano bisogno di tranquillità, così presero una cioccolata calda fatta da Seungmin e mentre mangiavano e riscaldavano i loro corpicini, chiacchieravano come erano soliti fare ormai da tempo.

Non c'era mai un attimo in cui i due infanti non parlassero di qualcosa, e visto che erano uno accanto all'altro, se con una mano tenevano il cucchiaio con cui prendere la cioccolata un po' alla volta, l'altra se la tenevano stretta e quella scena era così tenera, che quando Minjee e Wonho si avvicinarono al tavolo dei due bambini quasi desiderarono di non disturbarli, di lasciarli per sempre nella loro gioia e spensieratezza.

Ma era già arrivato il momento.

"Bambini, potete venire un attimo con noi da Eun e Seungmin?" domandò tranquillo ma al tempo stesso serio Wonho, e Jimin e Jungkook - che già da un po' avevano finito la loro cioccolata e che ancora si tenevano per mano, stringendola a tratti più forte quasi avessero paura di perdersi - seguirono l'uomo.

"Eccoci qua" si annunciò il padre del più piccolo, guardando la moglie che aveva già gli occhi un po' lucidi.
"Che dovete dirci?" domandò Seungmin senza indugi, vedeva bene nello sguardo del suo collega e migliore amico che qualcosa non andasse.
"Ecco.. Noi partiremo nel pomeriggio per andare a stare dai miei genitori" disse l'uomo, lasciando tutti quanti a bocca aperta, specialmente il figlioletto che si separò da Jimin per portare le manine davanti la bocca.

"Perché papà?!" chiese stupito il piccolo, e con tutta la forza che aveva Wonho si abbassò all'orecchio del suo piccolo e rispose "Il nonno sta poco bene e ci vuole con lui".
Le lacrime di Jungkook, dopo la realizzazione, furono immediate e i suoi genitori lo avevano già immaginato, "Il n-nonno.. J-Jimin.. Bu-busan.. No..", "Starà bene" cercò di calmarlo Minjee, la sua amata mamma.

Jungkook in quel momento voleva solo stare tra le braccia del suo migliore e unico amico, del suo tesoro, di quello che sperava già diventasse l'amore della sua vita, così lo strinse forte a sé con le lacrime che non smettevano di scendere.

My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora