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Al Min's Coffee intanto, proprio mentre Jungkook, Hoseok e Namjoon erano già in viaggio da almeno due ore, Jimin, stava lavorando insieme a Seungmin e a Eun, anche se la mamma di Jimin ormai non lavorava più molto insieme a loro, visto che da poco più di due anni a questa parte lei e il marito avevano avuto un altro piccolo Park, che insieme hanno deciso di chiamare Haemin.

Il piccolo, in quel momento, visto che in caffetteria c'era davvero tantissima gente, era stato lasciato dai genitori di Eun, che lo trattavano sempre con estrema cura e gli volevano un bene infinito.
Jimin intanto era veramente indaffarato, come del resto i suoi genitori, e mentre loro preparavano il tutto, il biondo correva di qua e di là con i vassoi tra le mani, servendo il tutto ai diversi clienti presenti al locale.

Si avvicinò un attimo ai suoi genitori, che nel frattempo stavano preparando l'ennesimo ordine, per dirgli "Dovremmo proprio cercare un po' di personale in più, che ne dite? Non possiamo rimanere solo noi" e loro annuirono "Hai ragione, Minnie, cercheremo qualcuno".

*

Nel frattempo i tre ragazzi erano già arrivati in un piccolo hotel e sistemato le valigie nella loro camera, dopodiché uscirono dall'albergo per andare a mangiare qualcosa visto che erano già le due del pomeriggio e i loro stomaci avevano cominciato a brontolare un po' già quando stavano per arrivare a Busan.

Mangiarono in un fast food lì vicino, anche perché erano un po' stanchi, era un posticino carino e confortevole, ma non rimasero molto, anche perché volevano riposare almeno un'oretta prima di andare alla ricerca del Min's Coffee.

Dopo tutto erano anni che Jungkook non vedeva Busan e di certo la sua città natale doveva essere cambiata durante quel tempo.
Dunque Jungkook, Hoseok e Namjoon tornarono in hotel nella loro stanza sazi mentre sbadigliavano pure perché l'abbiocco si faceva sentire come non mai.

Una volta in camera, dopo qualche breve chiacchiera, Jungkook e Hoseok si addormentarono, Namjoon rimase sveglio solo per cercare una strada e andare al Min's Coffee. Non sapeva il perché, o forse non c'era un vero motivo, semplicemente aveva voglia di vedere al più presto quel locale che il suo migliore amico tanto amava.

*

Al locale, Jimin - come i suoi genitori del resto - non aveva un attimo di tregua e anche se era veramente contento di tutti i clienti che avevano, si sentiva decisamente stanco.
A un certo punto, mentre stava servendo gli ennesimi clienti, entrarono altri tre ragazzi e sperò davvero che fossero gli ultimi, anche perché non era rimasto più spazio, solo un ultimo tavolo vicino alla vetrina del locale.

Questi ragazzi comunque non sembravano completamente della sua zona o comunque di Busan stessa, infatti era la prima volta che li vedeva.
Solo uno però, attirò l'attenzione del biondo, il ragazzo al centro, con i capelli magenta, non era solo per il colore insolito ed estremamente bello, ma perché alcuni tratti gli sembravano familiari.

E più passava il tempo ad osservare quel ragazzo, più si convinceva di conoscerlo già. Decise però di non fare subito un passo avanti, piuttosto prese la loro ordinazione, anche solo per osservare  quel giovane da più vicino.
Non lui, ma uno dei tre - che aveva i capelli di colore biondo scuro e un paio di occhiali da sole - ordinò per tutti, così Jimin cercò di riprendersi un attimo e annotare l'ordine nel suo piccolo schermo.

Pochi minuti dopo, il biondo arrivò con l'ordinazione al tavolo degli ultimi tre ragazzi, lì servì e poi, finalmente poté fermarsi.
Andò al bancone, in cui anche i suoi genitori erano fermi e vide la madre prendere il telefono, probabilmente per sapere come stesse Haemin, il padre invece si stava prendendo un momento di relax proprio come lui.

A quel punto allora, Jimin domandò proprio a Seungmin se il suo presentimento fosse corretto come pensava.
"Papà, guarda quei ragazzi là vicino alla vetrina" e l'uomo lo fece, così il figlio continuò, "Ora punta lo sguardo sul ragazzo al centro", "Sì? Va bene, lo sto guardando", allora Jimin arrivò al punto "Sono forse io pazzo o quel ragazzo è il figlio dei Jeon, Jungkook?", "Cosa te lo fa pensare?" domandò il padre e Jimin rispose "Guardalo meglio, so che è un po' lontano ma neanche troppo, forse è un azzardo un po' grande, dopotutto sono comunque molti anni che non lo vedo, né lo hai più visto tu.."

Si sentiva confuso Jimin, dopo aver finalmente liberato tutto ciò che aveva provato tempo prima nell'ultima lettera infatti, sperava solo di rincontrare Jungkook il più presto possibile e stringerlo forte a sé come non aveva potuto fare quella volta in cui insieme a Taehyung era andato a Gwangju solo per lui.

Se ne era liberato solo adesso perché in quegli anni, molto spesso aveva ripensato alla scena che gli si era presentata davanti, e tutte quelle volte si sentiva un idiota per essere scappato in quel modo, senza nemmeno salutare Jungkook, senza nemmeno dargli un'occhiata più da vicino per vedere come fosse cambiato in tutti quegli anni il suo aspetto, tutte quelle volte stava davvero male al pensiero.

Adesso invece, nonostante si sentisse ancora uno stupido al solo pensiero, non stava poi così male, voleva solo rivederlo presto, tutto qui, voleva fargli sapere che il suo cuore non aveva mai avuto posto per nessuno, perché ancora aspettava il suo ritorno, ne era rimasto veramente folgorato da bambino e tutt'ora, quando pensava al suo piccolo Kookie, i suoi battiti erano più veloci di quanto potesse immaginare.

Una volta finito, i tre ragazzi gli ordinarono il conto, Jimin lo portò e loro pagarono, poi, senza perdere altro tempo uscirono dal locale, mentre il viso del magenta sembrava un po' triste e pensieroso.

*

"Forse Jimin non ci lavora lì" disse Jungkook un po' sconfortato, mentre uscivano dalla caffetteria.
E mentre i due ragazzi misero una mano di conforto sulle spalle del più piccolo, il ragazzo che li aveva serviti corse loro incontro.

O meglio, andò ad abbracciare Jungkook da dietro, "C-Cosa succede?" domandò il magenta un po' spaventato da quel contatto improvviso.
"Sei Jungkook? Jeon Jungkook?" chiese il biondino, ancora attaccato alla sua schiena, e il più piccolo disse semplicemente "S-Sì, sono.. Sono io", poi il cameriere si staccò, andando davanti ai tre ragazzi, poi disse "Mi sei mancato tanto Kookie..".
"J-Jimin? Sei tu?" domandò il minore, ancora leggermente spaventato da prima, ma ora decisamente emozionato.
"Sì Jungkook, sono proprio io" rispose finalmente il biondo, che adesso aveva un nome, e per il magenta fu forse il più bel nome da sentire.

My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora