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"Mamma.. Chi è quel bambino?" domandò il piccolo Jimin alla donna, mentre indicava un infante che stava vicino al bancone del coffee shop - appartenente ai suoi genitori - tutto solo.

Piccolo com'era, Jimin non pensava che dovesse essere lasciato solo, dunque aspettò la risposta della mamma per capire se poteva andare a giocare con lui.
"Oh.. lui è il figlio di Wonho e Minjee, vai pure a parlarci tesoro" rispose la donna dai lunghi capelli castani, legati in una crocchia ben ordinata.

Jimin prese al volo l'occasione data dalla sua mamma per fare compagnia al bambino, si diresse verso di lui e lo salutò con la manina "Ciao" disse, facendo un sorrisino per non intimorirlo.
"C-Ciao" balbettava il più piccolo, "Come ti chiami?" chiese il corvino, e il minore gli rispose con un tono molto basso "Jungkook" poi aspettò qualche secondo e chiese a sua volta "E tu? Come ti chiami?"

Anche lui piuttosto timido, ma sicuramente non quanto il bambino di fronte a sé rispose "Io sono Park Jimin, i miei genitori sono i.. - pensò un po' prima di dire quella parola un po' difficile, poi capì come pronunciarla e continuò il suo discorso - proprietari di questo posto" tutto questo sempre con un dolce sorrisino sulle labbra, non era finto, era davvero felice di parlare con Jungkook, e voleva farne spuntare uno anche su quello del corvino.

"E i tuoi genitori? Dove sono?" fece quella domanda un po' stupidamente, visto che i suoi erano dei dipendenti del locale.
Il bambino li indicò "La mia mamma è lì a quel tavolo, e il mio papà a quell'altro"
"E come mai sei tutto solo? Non hai amici?" chiese ancora, ma a quella domanda il castano fece semplicemente segno di no con la testa, in modo davvero carino, tanto che ancora una volta sul viso del piccolo Jimin spuntò un sorrisino tenero.

"Beh, da adesso in poi hai me, che ne dici?" gli propose il corvino, e stavolta Jungkook fece sì con la testa e finalmente Jimin raggiunse il primo obiettivo che si era prefissato, farlo sorridere.
Il bimbo più grande pensò che il sorriso del più piccolo fosse davvero carino, e pensò anche che voleva vederlo molto più spesso.

"Vieni con me" disse ancora il corvino dopo pochi istanti di silenzio, per poi prenderlo per mano e portarlo nel posto che più preferiva del cafè: il giardino sul retro.
Lì c'era solo la palla e tanto tanto prato verde, e ai due bambini andava bene così.

Giocarono per delle ore, non facendo minimamente attenzione all'orario, finché sulle loro teste non si fece buio.
Chissà se i genitori si erano preoccupati per i due bambini.

Beh, in effetti non vederli più all'interno del locale aveva fatto perdere la testa ai quattro adulti, ma la mamma di Jimin, la signora Eun, immaginava dove suo figlio avesse portato il nuovo piccolo pargolo.
Infatti, quando se ne rese conto, disse agli altri tre di non preoccuparsi, poi andò a cercarli fuori dal locale e li vide.
Giocavano beati e ridevano, erano di una tenerezza mai vista prima, così stette un po' di tempo a guardarli da lontano non volendo disturbare.

Quando si accertò che entrambi stessero bene, rientrò, avvertendo il marito e i genitori di Jungkook di stare tranquilli, perché non era successo proprio nulla di male, si stavano solo divertendo.

I bambini facevano amicizia così, giocando e ridendo, e magari succedeva anche qualcos'altro, ma chi poteva saperlo? Erano bambini, non capivano davvero fino in fondo i sentimenti verso altre persone che non facevano parte della famiglia.

Una volta che i due si accorsero del buio sulle loro teste decisero di rientrare nel locale.
Jimin prese la manina di Jungkook, ed entrambi si diressero verso l'interno del locale e una volta davanti ai genitori separarono le loro piccole mani e corsero incontro agli adulti che li avevano aspettati pazientemente con un sorriso sulle labbra.

"Allora Kookie, ti sei divertito?" domandò Minjee, la dolcissima mamma del bambino dai capelli castani, mentre un sorriso dolce come lei nasceva sul suo volto.
Il bambino rispose agitando energicamente la testa su e giù, e sia Wonho che Minjee subito dopo presero entrambe le mani del piccolo e iniziarono a farlo dondolare per un po' di tempo.

Intanto i genitori di Jimin e lo stesso corvino si avvicinarono alla famiglia Jeon, e mentre i quattro adulti si ritrovarono a parlare ancora di quella giornata, i due bambini si fecero una promessa.

"Che ne dici di vederci ogni giorno qui?" propose il corvino, un po' più grande del castano, e quest'ultimo rispose a gran voce "Siii!" facendo prendere un colpo ai quattro adulti vicini a lui, "Oh Kookie, non pensavo potessi avere così tanta voce" disse il padre di Jimin, Seungmin, effettivamente sorpreso da quanta energia possedesse quel bimbo di quattro anni.

E Jungkook semplicemente sorrise all'adulto, era incredibilmente tenero, infatti i cuori delle due coppie e di Jimin si sciolsero in un istante.
Erano tutti dannatamente innamorati di quel pargolo, di quella creatura in cui era possibile vedere uscire la parola "carino" da tutti i pori.

Lo stesso Jimin si era innamorato di quel sorriso dolce, in un solo giorno, e si sarebbe portato nel cuore quell'immagine stupenda.
Wonho a quel punto decise una cosa, e la propose subito agli altri tre adulti, "Perché non facciamo una foto tutti insieme? Sarà un ricordo speciale per tutti", così Seungmin e Minjee presero i propri bambini tra le braccia e Wonho scattò una fotografia con la piccola polaroid che spesso si portava dietro.

Dopo pochi istanti uscì fuori dalla macchina una foto tanto bella quanto dolce: i due bambini infatti, il motivo principale per cui il signor Jeon aveva proposto la foto, erano molto vicini tra loro e il braccio di Jimin era attorno alle spalle di Jungkook e viceversa.

"Che giorno è oggi? Lo scrivo nella foto" domandò l'uomo, dai capelli castani come quelli del figlio, "Il 22 dicembre" rispose Minjee, e l'uomo prese a scrivere sul retro della fotografia, poi tutti si salutarono e mentre i signori Jeon finalmente tornavano a casa con il loro bimbo tra le braccia, i signori Park chiudevano per quel giorno il coffee shop di cui erano i proprietari: il Min's Coffee.

My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora