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"Jimin! Ma ti sembra il modo di scappare?" urlò il padre, che dalla porta del locale fece comparire solo la testa e una mano per tenersi.
Dal canto suo il biondo iniziò a tremare leggermente per la voce un po' alta del padre, per poi staccarsi da Jungkook e andare a chiedere scusa.

Si avvicinò al padre e cercando di non farsi sentire dai ragazzi, gli spiegò a voce bassa "Mi dispiace tanto papà, ma.. ecco, ti ho detto prima che il ragazzo dai capelli magenta mi era familiare e quindi.. Ho seguito il mio istinto", tutto questo mentre attorcigliava i capelli un po' più lunghi attorno a un dito, decisamente in imbarazzo.

"Jimin?" lo chiamò il corvino, mentre uno sguardo stranito di Jungkook bruciava sulla sua pelle, così - anche se leggermente intimidito dal magenta - propose "Ti va di venire con noi?".
Tutto all' improvviso.

E mentre Jungkook colpiva piano il braccio del suo migliore amico come a dire "Ma che stai facendo?", il viso del ragazzo nominato si aprì in un enorme sorriso luminoso e angelico, "Certo" rispose poi guardò il padre che acconsentì silenziosamente.

"Grazie papà!" disse Jimin, abbracciando l'uomo e entrando dentro a salutare la madre per poi levare le vesti del cameriere, rimanendo semplicemente in quelle di sé stesso.

Quando uscì definitivamente dal locale, si avvicinò ai tre ragazzi che in tutto quel tempo - circa una ventina di minuti - erano rimasti lì impalati ad aspettare Jimin, dopodiché tutti e quattro iniziarono a camminare, Jimin tra Hoseok e Jungkook e all'altro capo del quartetto, Namjoon.

Jimin sentiva di essere finalmente davvero felice dopo dieci anni senza poter vedere il suo Kookie, come rinato, e anche solo essere in sua compagnia lo faceva stare bene, inoltre la compagnia dei due ragazzi non era affatto invasiva, anzi, i due erano veramente simpatici e soprattutto dolci con Jungkook, lo trattavano bene, come se fossero una famiglia.

E di questo Jimin ne fu veramente contento, perché adesso era sicuro che durante tutti quegli anni senza di lui, Jungkook non era rimasto da solo, si era fatto degli amici e la solitudine che Jimin aveva provato prima dell'arrivo di Taehyung, lui non l'aveva sentita.

Sperava davvero che fosse così, che anche nei brutti momenti fossero rimasti sempre accanto a lui, e se lo avevano fatto, allora, Jimin si disse che poteva perfettamente fidarsi di loro, anche se li aveva conosciuti solo in quella situazione.

Tutti e quattro nel frattempo stavano facendo un giretto per Busan, guidati principalmente da Jimin, visto che la città era cambiata molto durante gli ultimi anni.
Era presente molto più cemento, dunque erano aumentati i grattacieli, ma c'erano anche molti più posti di cultura, come ad esempio dei nuovi musei, o dei templi, o delle nuove zone in cui i giovani e non potevano divertirsi e stare sereni, come i parchi naturali o a tema, o ancora un acquario davvero enorme.

Tutto ciò, fino a qualche anno prima non c'era, Jungkook non aveva il minimo ricordo di tutto quello, per lui era tutto nuovo, proprio come lo era per Hoseok e Namjoon, che più vedevano tutte quelle attrazioni, più rimanevano stupiti e innamorati di quella città, certamente non mancavano le foto a tutti i luoghi che avevano visitato in quelle ore.

E mentre i due erano decisamente distratti dai panorami di Busan, Jimin ogni tanto si avvicinava a Jungkook e il magenta faceva lo stesso, ma molto meno spesso.
Probabilmente si vergognava un po' visto che c'erano i suoi amici lì con loro e voleva semplicemente stare in compagnia di tutti e tre e non solamente di Jimin.

Oltretutto, da quando Jimin si era unito al loro gruppetto, non faceva altro che osservarlo quasi da lontano, sentiva il cuore battere forte, lo sentiva davvero l'amore, ma doveva ancora abituarsi a questo nuovo Jimin, che comunque - pensò - non era neanche cambiato così tanto, era semplicemente cresciuto, si era decisamente fatto più bello.

Le sue dolci guanciotte rosella erano sempre lì, più carine che mai, il suo incredibile sorriso era sempre presente, i suoi occhi scuri ma incantevoli erano ancora lì, e come poteva Jungkook smettere di guardarli anche solo per un secondo? Era proprio impossibile.
Quelle labbra e quel nasino, avrebbe davvero voluto subito riempirle di piccoli e dolci baci, ma preferiva essere da solo con lui, preferiva avere un po' di privacy.
Non voleva nascondersi, questo no, però pensava di dover riconquistare in qualche modo la sua fiducia, erano troppi anni che non si vedevano per essere sicuro che Jimin si fidasse ancora di lui.

Cosa poteva fare? Voleva rimanere ancora un po' con lui, non voleva che andasse via, che si allontanassero per l'ennesima volta, proprio no.
Tutto ciò che voleva, proprio in quel momento, era stare con lui il più possibile, fino a che la luna, alta nel cielo, e il sonno - che lo avrebbe sicuramente fatto sbadigliare in modo carino - non avessero reclamato la sua presenza a casa.

In quel momento, si trovavano all'acquario, e da una parte Hoseok e Namjoon - quasi come dei bambini piccoli - avevano i volti attaccati al vetro, dall'altra, Jimin, vicinissimo a Jungkook, stava cercando di prendere la mano del più piccolo.

Non voleva che si spaventasse come era successo qualche ora prima, quando lo aveva abbracciato da dietro, ma in quel caso la paura era forse una reazione normale, dopotutto non lo aveva neanche riconosciuto mentre si trovavano all'interno del locale, tant'è che aveva notato il muso lungo che aveva messo una volta fuori dal locale.

Jungkook, sentito il minimo contatto con la mano di Jimin, sussultò anche se non in modo visibile, poi si voltò verso di lui e gli sorrise caldamente, innamorato di quelle delicate prove che il biondo faceva avvicinandosi a lui, poi strinse la mano del maggiore nella sua.

E quel contatto più stretto gli fece battere forte il cuore, solo quello bastava per spolverare, riscoprire quell'amore, il suo che era rimasto sempre lì, in attesa di un buon segno.

"Jimin-ssi, ti va di rimanere con noi per cena stasera?" domandò Jungkook preso un po' di coraggio.
Il biondo sorrise per l'ennesima proposta, e accettò subito. Così il magenta, rimanendo con la mano stretta a quella del ragazzo, cercò di risvegliare i due dalle meraviglie dell'acquario e gli disse "Oggi possiamo cenare tutti e quattro insieme fuori?", per fortuna i due accolsero bene quella richiesta e tutti insieme, proprio in quel momento, visto che erano le otto di sera, uscirono fuori da lì per andare a trovare un ristorante confortevole.

My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora