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Arrivò il giorno tanto atteso, e Jimin non stava già più nella pelle.
Appena sveglio infatti, dopo aver guardato l'orologio e aver anche notato che giorno fosse, aveva sorriso, ed il suo cuore aveva preso subito a battere più velocemente.
Scese le scale di fretta, salutò i suoi genitori - che intanto stavano sorseggiando un caffè - poi si preparò qualcosa di veloce da mangiare.

E tutta la mattina era passata così, in fretta, la valigia era pronta già da due giorni ma era molto piccola visto che lui e Taehyung sarebbero rimasti a malapena tre giorni a Gwangju.

Quei tre giorni però, sarebbero sicuramente bastati per renderlo immensamente felice.

Arrivato a scuola, salutò quello che ormai poteva ben considerare il suo migliore amico, e rimasero a chiacchierare fino a che il professore della prima ora non arrivò.

Entrambi erano davvero molto felici che fosse finalmente giunto venerdì, un po' perché la settimana era stata molto lunga e stancante, un po' perché non vedevano l'ora che finissero le lezioni per salire su quel treno.

Quelle ore volarono, per fortuna, il venerdì infatti, era molto leggero, quindi in poco tempo uscirono dalla scuola, fecero un lungo tratto di strada insieme, per poi dirigersi ognuno in casa propria, prendere la valigia e il biglietto e si diedero appuntamento alle 16.

Visto che il treno sarebbe partito alle 16.45, Taehyung raggiunse casa di Jimin e i due vennero accompagnati da Eun fino alla stazione centrale, Jimin salutò la madre un'ultima volta, poi si addentrarono nella grande stazione e stettero ad aspettare solo alcuni minuti seduti su una delle panchine accanto al binario corretto.

Dopodiché, quando videro che la gente iniziava a prendere posto fecero lo stesso anche loro, poi le porte si chiusero, e il treno si mise in marcia.

I due ragazzi erano felici come una Pasqua, Jimin perché in poche ore avrebbe incontrato l'amore della sua vita, Taehyung perché adorava vedere Jimin così contento e automaticamente lo era anche lui.

In pochissimo tempo i due ragazzi avevano legato così tanto che la felicità di uno era quella dell'altro, così come la tristezza o la rabbia.
Certo si poteva pensare fossero davvero molto molto stretti, e forse anche qualcosa di più, ma così non era, solo.. Era una amicizia veramente molto forte e i due non potevano che essere gioiosi del rapporto che avevano.

*

Passavano le ore, e il cuore di Jimin fremeva sempre più, faticava a fermarsi, tutto ciò che il corvino provava era semplicemente gioia, un'immensa gioia, che gli bastava per mantenere quel sorriso fisso sulle sue labbra, ma non lo faceva apposta, non era per apparenza, lui era veramente felice di poter finalmente vedere dopo sette anni Jungkook.

Un Jungkook cresciuto, a cui mai aveva smesso di pensare, e in cuor suo sperava che fosse lo stesso anche per il castano che stava andando a trovare.

Erano ormai quasi le otto di sera e i due finalmente arrivarono a destinazione, trovarono un taxi e mostrarono all'autista il foglietto con l'indirizzo della casa di Kookie.

In pochi minuti si trovarono lì, davanti a quella casa, era già sul punto di imbrunire, ed i lampioni erano accesi.
E lì, Jimin, così come Taehyung, vide una cosa che non avrebbe voluto vedere mai nella sua vita e che di certo non si sarebbe mai aspettato.

Ed il suo sorriso si spense.

Jungkook era seduto su un piccolo tavolino che aveva in giardino, e sopra di lui c'era un ragazzo che stringeva la sua mano.

Il suo cuore si spezzò, sperava davvero di non essere stato dimenticato, ma evidentemente non era così.
Si era innamorato di qualcun altro.
Questa era l'unica cosa che aveva pensato.
Fece un piccolo segnale a Taehyung di allontanarsi.

Era sera, in quei pochi istanti in cui sentì il suo cuore ferito, il cielo era diventato più scuro, e decise di andar via.
I due ragazzi non avevano molti soldi con sé, pensavano infatti di poter essere felicemente accolti in casa Jeon.

Ma così non fu, o meglio, dopo aver visto quella scena, Jimin non voleva più saperne, così i due dovettero trovare un hotel, per non pagare troppo avrebbero dormito nella stessa stanza, ma ovviamente in due letti separati.

*

Jungkook aveva alzato lo sguardo per un istante, aveva sentito un brivido attraversare la sua schiena, e quando i suoi occhi avevano incontrato un Jimin cresciuto non poté crederci.

Per un attimo pensò fosse solo una semplice visione, in quei giorni infatti ci aveva pensato davvero molto, ma vederlo lì gli fece quasi perdere la testa.

Se era venuto lì da lui doveva esserci un motivo, allora perché stava andando via? E poi perché era in compagnia di un altro ragazzo? Chi poteva essere? Non ne aveva la minima idea, ma poi abbassò gli occhi sulla propria mano, e vide la propria e quella di Hoseok attaccate.

Forse... Aveva pensato che lui e il suo migliore amico fossero una coppia?
Però così non era, Hoseok stava tenendo la sua mano solo perché Jungkook aveva chiesto qualche ora prima un aiuto, visto che a scuola gli avevano lasciato un esercizio un po' complicato e aveva bisogno della mano esperta del suo amico.

Hoseok era bravissimo, e chi meglio di lui avrebbe potuto aiutarlo, pensò.
Però questo aveva fatto fraintendere tutto a quello che sembrava Jimin.
Dopo tutto non poteva esserne sicuro, erano sette anni che non si vedevano, e Jungkook non aveva ancora una grande immaginazione, vedere Jimin - con gli occhi della mente - ormai grande, gli pareva infatti molto difficile.
Inoltre quel ragazzo stava correndo via a gran velocità, quindi i suoi tratti non erano ben visibili.

"Hey Hobi..." disse dopo un po', e il corvino rispose "Dimmi Kookie", al che il ragazzino domandò "Potresti staccarti da me? Vorrei alzarmi un attimo, inoltre è ormai buio, vedrò di finire l'esercizio da solo in camera".

All'improvviso aveva assunto uno strano tono, sembrava forse un po' nervoso, ma al tempo stesso giù di morale.
Subito Hoseok fece ciò che gli era stato chiesto, e Jungkook si avvicinò al portone, si girò un secondo, disse al suo migliore amico "Ci vediamo domani Hobi", poi rientrò in casa sua.

I suoi occhi si riempirono di lacrime, proprio come quelli di Jimin, che inseguito da Taehyung, non aveva la minima intenzione di fermarsi.

"Hai visto anche tu quello che ho visto io Tae..?" chiese quasi infuriato, ma così triste che non trovò alcun modo per controllarsi se non quello di voltarsi e afferrare la maglia dell'amico, voleva delle conferme, aveva praticamente i paraocchi in quel momento, e un secondo parere gli avrebbe fatto bene.

Sentiva la gelosia riempire il suo cuore come non aveva mai fatto prima di allora, "Già.. Jimin-ah, anche io ho visto le loro mani unite una sull'altra, chiaramente" rispose l'arancione.

"Andiamo in un hotel, saranno dei giorni terribili Tae..." disse per finire Jimin, poi iniziò a singhiozzare e la mano del suo amico finì sulla propria schiena.
Taehyung cercò di farlo riprendere almeno un po' prima di entrare in un qualsiasi hotel, voleva solo che il suo migliore amico stesse bene.


My only baby [Jikook] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora