Jimin il giorno dopo aver conosciuto il piccolo Jungkook, aveva chiesto alla sua mamma e al suo papà se potessero fare un giro per negozi così che quando si sarebbero rivisti - quindi poco dopo Natale - avrebbe potuto donare al castano un regalo che lo avrebbe fatto felice.
Quindi toccò a Seungmin aprire la caffetteria quella mattina, mentre Eun e Jimin si diressero al centro commerciale in un negozio di giocattoli.
I due cercarono per almeno un'ora qualcosa insieme a una commessa, e finalmente dopo lunghe ricerche presero un trenino tutto rosso con tre vagoni.Usciti dal negozio, portarono il regalo a casa, poi si diressero al Min's Coffee, così che Eun aiutasse Seungmin e Jimin potesse incontrare anche quel giorno Jungkook.
Arrivati lì, entrambi sentirono il pianto di un bambino e subito pensarono la stessa cosa, doveva essere il castano.Proprio come immaginato, videro il pargolo in lacrime, lo sguardo triste, le guanciotte bagnate e il labbruccio esposto.
A quella visione, il corvino non poté che correre incontro Jungkook e abbracciarlo forte.
"Kookieee" urlò nel mezzo del locale, mentre si faceva spazio tra i tavoli con agilità.Una volta davanti al bambino dai capelli castani, lo abbracciò forte "Scusami se non mi hai trovato stamattina, ho fatto una cosina importante" spiegò al più piccolo, non lasciandolo nemmeno per un secondo.
Sentirlo piangere gli aveva fatto male, e in quel momento promise a sé stesso di non lasciare Jungkook mai più solo.
Poco dopo infatti chiamò la madre le fece una richiesta all'orecchio, voleva sorprendere il bambino che era ancora accanto a lui ma da cui aveva sciolto l'abbraccio poco prima dell'arrivo di Eun."Mamma mamma.. Che ne dici se a Natale Jungkook e i signori Jeon vengono da noi?" domandò innocentemente e la donna gli rispose "Ma certo piccolo mio" facendo nascere sul volto del corvino un sorriso sincero che contagiò anche la madre.
La donna poi tornò al lavoro mentre Jimin raggiunse il castano, e quest'ultimo gli domandò "Che gli hai detto?" con aria curiosa, ma la risposta del più grande fu "È un segreto" poi provò a fargli l'occhiolino, senza però riuscirci.
"Uffi non riesco a fare l'occhiolino" si lamentò il corvino, e il bambino accanto a lui scoppiò in una fragorosa risata, che fece stare meglio Jimin.
Non voleva che Jungkook piangesse e sentirlo ridere lo rincuorava, amava quel suono così bello e pensò di volerlo sentire per sempre.Anche quel giorno lo passarono nel retro del locale, ma stavolta rimasero al coperto, perché faceva piuttosto freddo e dopo la richiesta fatta alla madre non si sarebbe mai perdonato se per caso Jungkook si fosse preso un raffreddore o la febbre, voleva davvero la sua compagnia per Natale.
Così piuttosto che a giocare, passarono delle ore a parlare di tutto e di più, delle cose che più gli piacevano, del colore preferito e di tanto altro, ma quando iniziò a fare un po' troppo freddo Jimin disse "Meglio rientrare" e presa la piccola manina di Jungkook nella sua, ritornarono all'interno della caffetteria.
"Piccoli! Siete tornati!" disse con un tono gioioso la signora Eun, e Jimin mostrò le manine unite alla madre, sorridendo d'istinto.
La donna si avvicinò ai due, si mise alla stessa altezza dei bambini, e posò un bacio sulla fronte di ognuno.Jungkook sentiva di voler già bene a quella donna, sentiva di poterla considerare come una seconda mamma, anche se nessuno avrebbe mai battuto quella sua.
Nel suo cuore Minjee era sempre la migliore mamma del mondo e niente e nessuno al mondo avrebbe cambiato quel pensiero che aveva della sua amata mammina.Poco dopo anche Minjee si avvicinò al terzetto, visto che tutti i clienti erano stati serviti.
In ogni caso non arrivava molta gente, era quasi Natale e tutti correvano ai ripari per gli ultimi regali da acquistare, quindi in caffetteria non si lavorava fino ad essere stanchi morti, come invece succedeva in altri periodi dell'anno."E allora? Come sta il mio piccolo ometto?" domandò, prendendo in braccio quel dolce pargoletto di Jungkook.
La donna notò il visino rosso del bambino e non poté dare risposta certa se fosse per la sensazione di freddo che ancora non lo aveva ancora abbandonato o se invece fosse leggermente imbarazzato.In ogni caso Kookie non si era mai sentito meglio, e passare quel pomeriggio a parlare insieme a Jimin era stato bello come il precedente, forse un po' di più, visto che a un certo punto si era accoccolato alla spalla del corvino e quest'ultimo aveva preso a carezzargli i capelli setosi e scuri.
Amava quando qualcuno gli toccava i capelli in quel modo, infatti, mentre erano fuori rischiò persino di addormentarsi sulla spalla del corvino per quanto rilassante fosse quel movimento che il bambino più grande faceva senza nemmeno pensarci chissà quanto.
"Sto tanto tanto bene mammina" rispose all'improvviso il castano, ancora tra le braccia della madre, con un sorrisino appena accennato.
Il suo cuore ancora piccolo aveva iniziato a battere più forte dopo aver pensato a quel momento tanto dolce, rilassante e anche piuttosto intimo per la loro età.Erano piccoli, piccolissimi approcci all'amore, piccolissimi gesti che pian piano li avrebbero portati a innamorarsi l'uno dell'altro, senza alcuna via di scampo.
Ma d'altronde, l'amore era una cosa meravigliosa, e chiunque potrebbe soffrire per amore, ma perché non prendere anche il lato positivo delle cose? Perché limitarsi ad essere tristi quando si pensa all'amore? Bisognerebbe essere più felici quando si pensa ad un sentimento così forte come questo, e per un motivo o per un altro quei due piccoli pargoli lo erano, preferivano viverlo da soli quell'amore."Sono contenta piccolo mio" disse la madre in risposta, dopodiché baciò la guancia di Jungkook e portò il bimbo di nuovo con i piedi per terra, vicino al suo nuovo amico e ritornò al lavoro, visto che il campanellino che stava all'entrata della caffetteria aveva appena iniziato a produrre un piccolo suono che aveva attirato la sua attenzione.
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My only baby [Jikook]
FanfictionJimin e Jungkook si conoscono fin da piccoli, questo perché i loro genitori lavoravano insieme in un cafè di Busan, ma per questioni familiari sono costretti a separarsi per molto tempo. Dieci anni più tardi i due ragazzi si incontreranno di nuovo...