I sei passarono quella notte tutti insieme, e mentre i quattro adulti stavano a chiacchierare sul largo divano dopo aver cenato, Jimin e Jungkook stettero delle ore a giocare.
Casa Park era davvero molto molto grande, si divideva in due piani e la parte in cui i sei si trovavano era quella inferiore.
In quel piano c'erano varie stanze: la cucina, un enorme salone, un bagno e la lavanderia.
Al piano superiore c'erano le camere da letto - una per Eun e Seungmin, una piuttosto grande per Jimin e una per gli ospiti, anche quella piuttosto grande e con un letto matrimoniale - e un lussuoso bagno.Quando poi tutti furono sul punto di addormentarsi, vennero messi a letto i due bambini - nello stesso, visto che c'era solo quello del corvino in quella stanza - e poi i quattro adulti presero una stanza l'uno, finendo a riposare in pochi istanti per la troppa stanchezza.
*
La neve cadeva sui tetti e sulle strade di Busan la mattina di Natale, e quando i due bambini si svegliarono uno accanto all'altro e videro il bianco ricoprire tutto dalla finestra della camera del corvino, corsero per le scale intenti a uscire fuori per giocare.
Ma ovviamente i genitori - già alzati da qualche ora, che stavano seduti al tavolo gustandosi una tazza di caffè appena uscito dalla moka - lì fermarono poco prima di aprire la porta che li separava da quel mondo di divertimento.
"Altolà! Dove state andando?" disse Seungmin ai due piccoli, e Jimin rispose al padre con la sua dolce vocina e un sorriso stampato sul volto, dicendogli semplicemente "Nevica papà!"
e muovendo i pugnetti su e giù freneticamente nella speranza di soddisfare quel capriccio."Ma siete in pigiama, non potete uscire così" contestò l'uomo, "Ma papà, è Natale!" ribatté ancora il corvino, e a quel punto arrivò Eun.
"Tesoro" si rivolse al bambino, "Facciamo così, prima facciamo colazione tutti insieme, poi vi vestite e usciamo a giocare con la neve" gli fece l'occhiolino, poi chiese conferma all'infante."Va bene Jiminie?" e il bambino di fronte a lei scosse la testa su e giù, abbracciando la sua mamma, che mentre parlava si era abbassata all'altezza del figlio.
"Grazie tante mammina" disse con sincerità, poi si staccò da lei e prese la manina di Jungkook.I due si diressero al tavolo e finalmente il più piccolo poté salutare i suoi genitori e insieme fecero una bella colazione, poi, come promesso, vennero preparati e tutti e sei uscirono dalla casa dopo aver indossato i cappotti, i bambini giocavano felici e i genitori facevano loro attenzione ma rimanevano a chiacchierare come al solito.
Erano amici stretti i quattro adulti, ormai erano anni che Wonho e Minjee lavoravano al Min's Coffee, e così come loro, anche i figli erano più uniti che mai nonostante si conoscessero solo da tre giorni, che però sembravano una vita.
Quando ritornarono dentro casa, per l'ora di pranzo, scartarono i regali a cui nessuno aveva ancora pensato fino a quel momento.
Nel momento in cui Jungkook seppe che Jimin aveva preso un regalo per lui, quasi non pianse, un po' perché era felice di questo e un po' perché lui non ci aveva nemmeno pensato.Vide quel trenino uscire fuori dalla carta regalo natalizia rossa e verde e non poté fare altro che sorridere spensierato, era del suo colore preferito e lo aveva scelto il suo Jimin-ssi, non poteva essere più felice di così in quel momento.
Si ritrovò ad abbracciare il bambino davanti a sé, felice come non mai per quel regalo, e non era solo per il trenino, ma anche perché Jimin, il suo Jimin, ci aveva pensato col cuore a quel regalo, e avrebbe davvero voluto ricambiare.
Come se gli avesse letto nel pensiero, il corvino gli disse "Non hai alcun bisogno di regalarmi qualcosa in cambio" e portò la propria mano sul viso di Jungkook, ad asciugare quelle lacrime, di cui il più piccolo non si era minimamente accorto.
"Kookie non piangere dai" gli disse, facendogli il solletico ai fianchi, cercando di farlo ridere e riuscendo nel suo intento all'istante.
Quella risata era oro per il bambino di sei anni, era così preziosa che l'avrebbe tenuta giorno e notte in testa per sempre, senza mai dimenticarsene.*
Le ore passarono in casa Park, non ci si annoiava mai e il tempo passò più velocemente di quanto ci si sarebbe aspettato, e arrivata la sera, dopo aver mangiato ciò che era rimasto dal pranzo più altro cibo preparato da Eun, i tre ospiti ritornarono a casa propria, con un sorriso sincero sul volto e la stanchezza che li colpì di botto una volta dentro l'auto.
Sicuramente fu così per Jungkook, visto che un attimo dopo essere stato sistemato nel seggiolino d'auto, si addormentò, con un sorriso sulle labbra al pensiero di quei due giorni così belli in compagnia del suo migliore amico e dei suoi genitori, che sentiva quasi come una seconda famiglia, nonostante il tempo trascorso con i tre fosse davvero davvero poco.
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Avrei dovuto pubblicare ieri ma non mi sentivo molto bene e quindi ispirata per scrivere.
Spero tanto che vi piaccia💜
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My only baby [Jikook]
FanfictionJimin e Jungkook si conoscono fin da piccoli, questo perché i loro genitori lavoravano insieme in un cafè di Busan, ma per questioni familiari sono costretti a separarsi per molto tempo. Dieci anni più tardi i due ragazzi si incontreranno di nuovo...