[ capitolo ventiseiesimo ]

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Un po' più tardi del pomeriggio finalmente arrivammo a Zagabria. Dopo quel pasto alla stazione di servizio al confine con l'Austria non mi sentii meglio, mi fece solo venire ancora più nausea. Durante il viaggio ci fermammo un altro paio di volte per riposarci un pochino e ogni volta controllavo se avessi ricevuto qualche messaggio. A causa del cattivo segnale non seppi nulla a riguardo.

"Alleluia!", con grande sollievo sospirò Korina quando parcheggiai la macchina davanti al palazzo in cui abbiamo il nostro appartamento già da quattro anni. Solo di recente Dominik si trasferì nello stesso palazzo qualche piano più in basso.

Uscimmo dall'auto e tirammo fuori le valige dal bagagliaio. Per fortuna c'era l'ascensore. Entrammo nel buio ingresso e la prima cosa che Korina controllò era se avessimo ricevuto qualche lettera in questi ultimi mesi.

"Solo bollette.", disse prendendo tutte le buste dalla cassetta, poi ci dirigemmo verso l'ascensore. Schiacciai il pulsante e mi appoggiai al muro freddo. Quando le porte si aprirono, la prima persona che vidi fu Dominik e subito dopo accanto lui c'era una ragazza un po' più bassa di lui con i capelli quasi del suo stesso colore.

"Oh, hey! Bentornate.", ci salutò con fare insicuro mentre io e Korina guardavamo curiosamente la ragazza accanto a lui. Ero sicura che fosse la ragazza che l'aveva chiamato durante la nostra conversazione al telefono.

"Ma hey!", rispose con tono sfacciato Korina, al che io la diedi una gomitata. Non volevo che in quel momento facesse una scenata, anche perché Dominik per me è davvero una storia finita, e pareva che lo fosse anche per lui.

"Non ci fai conoscere la giovane signorina al tuo fianco?" "Pardon, mi scuso.", rispose sarcasticamente avvicinandosi al viso di Korina. Questa situazione non mi stava per niente preoccupando perché loro due sono quei tipi di amici che amano provocarsi tra di loro, ma alla fine sono comunque migliori amici. "Lei è Dorotea mia cugina dalla Bosnia.", scusa?

"Piacere!", disse allegramente ed ora ero sicura al 10% che fosse lei la ragazza che avevo sentito. Gentilmente mi tese la mano, io volevo solo che qualcuno mi tirasse uno schiaffo. "Tu sei sicuramente Tonka, Dominik mi ha parlato molto bene di te." "Sono io.", risposi serrando le labbra e stringendole la mano.

Dominik mi guardava con espressione seriosa. Non mi dispiaceva così tanto che la nostra relazione fosse finita, mi dispiaceva di più il fatto che probabilmente avevo distrutto anche la nostra amicizia. Come ho potuto anche solo pensare che mi avrebbe potuto tradire con qualcuno?

"E tu sei scuramente Korina!", disse di nuovo allegramente stringendo ora la mano di Korina che era serissima. So che non si sarebbe mai pentita delle sue azioni, perché lei crede che l'uomo non andrà da nessuna parte se si pente per qualcosa per l'eternità. Si, l'ha imparato dai suoi studi in psicologia.

"Sono io.", sospirò profondamente stringendole la mano. Evitai lo sguardo di Dominik e aspettai solamente che questa incomoda situazione finisse. "Okay, noi ora dovremmo andare, è stato un piacere per noi avervi incontrati e.."

"Aspetta, posso parlare rapidamente con Tonka? Da soli?", domandò Dominik all'improvviso, interrompendo così l'intervento di Korina di fuggire in appartamento.

"Beh se proprio dovete..", iniziò Korina lanciandomi uno sguardo insicuro, al che io alzai le spalle e lasciai andare la valigia.

Sospirai profondamente mentre mi allontanavo da loro e velocemente Dominik si unì a me. Stette i piedi di fronte a me osservandomi con i suoi occhi scuri mentre lo sguardo vagava in giro.

"Tonka, vorrei che parlassimo.", disse avvicinandosi a me di un passo. "Non sopporto litigare con te.", il tono della sua voce era in qualche modo triste, cosa me mi rese difficile l'intera situazione. Soprattutto ora che ho scoperto che in realtà non mi ha mai tradita. Questo lo potrei fare solo io, che sono debole ad ogni gesto di Ante. "Vorrei che ci riconciliassimo."

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora