[ capitolo sesto ]

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Più tardi, prima di cena, tornammo al suo appartamento. Insieme preparammo i popcorn e poi ci misimo davanti alla televisione per guardare un film. Lasciai che fosse lui a decidere, considerando che non avevo molta voglia e molte idee.

Due ore prima..

"Perché ho la sensazione che tu non l'abbia ancora superato.", disse a bassa voce, ma abbastanza alta per sentirlo.

"Dominik.. io..", iniziai, ma le parole semplicemente non uscivano dalla mia bocca. Non so nemmeno io se l'ho superato oppure no. Ma so che Dominik è tanto caro e non voglio ferirlo in nessun modo, sebbene in questa situazione fosse in qualche maniera inevitabile.

"No, è tutto okay, capisco. Prima di iniziare questa relazione me lo avevi menzionato, quindi non ho nulla di cui sorprendermi.", mi interruppe e fece un piccolo sorriso. Il mio cuore si spezzò quando pensai che non riuscissi a dargli l'amore che si meritava senza dubbio, e la ragione di ciò è Ante Rebić.

"Scusa.", mormorai, al che lui mi prese la mano.

"Hey, non hai di che scusarti. Se servisse, ti aspetterei anche cent'anni affinché lo superi completamente. Voglio solo che tu sia felice."

Presente..

Il film era già a metà quando mi concentrai a guardarlo. Dominik non notò nemmeno che fossi assente, il che era anche una cosa buona. Non voglio disturbarlo, ma allo stesso modo voglio dimostrargli che mi importa di lui.

Appoggiai la testa sulle sue spalle, al che lui mi abbracciò con le sue braccia e mi avvicinò di più a lui.

"Oggi sono stato bene.", disse, io alzai la testa e lo baciai. Ricambiò il bacio che con ogni secondo diventò più lungo e appassionato.

Velocemente la sua maglia si ritrovò da qualche parte sul pavimento ed io ero seduta su di lui. Non eravamo ancora andati così lontano.

"Aspetta Tonka.", disse piano allontanandosi un momento da me.

"Che c'è?", gli chiesi mentre nel buoi cercavo i suoi occhi marrone scuro. Respirò profondamente e mi guardò.

"Non voglio che tu lo faccia solo per dimostrarmi qualcosa.", disse e lentamente accarezzò la mia mano. Ora mi sentivo una persona ancora più terribile. "Non voglio che tu poi te ne penta.", serrai le labbra e mi sedetti di nuovo accanto a lui.

Una lacrima mi rigò la guancia. Esisteva un giorno in cui non piangessi? Da quando avevo rivisto Ante, facevo solo cose senza pensare. Si, mi aveva rallegrato la vita in quel mese, ma avevo la sensazione che ora il karma mi stesse tornando tutto dopo aver rotto con lui in quel modo.

"Scusa, sono una stupida.", dissi piano, lui mi abbracciò e lasciò un piccolo bacio tra i miei capelli.

"Non sei stupida, non dirlo.", disse a bassa voce e passò il palmo della mano sulla mia guancia un paio di volte. Davvero non amo piangere davanti alle altre persone. "Ti amo.", mi sussurrò all'orecchio e l'ultima cosa di cui mi ricordai fu che ci addormentammo abbracciati.


Ante Rebić's point of view

"Ma perché allora faceva finta di non capire la nostra lingua? Le ho dovuto spiegare come uno scemo come sei scivolato sul ghiaccio.", disse Mijat innervosito mentre puliva un po' la stanza dell'ospedale. Oggi pomeriggio vado finalmente a casa.

"Ed in più abbiamo menzionato l'espansione della razza.", parlò Luka, al quale questa situazione faceva ridere. Si, Filip ha detto loro che la famosa infermiera è la 'mia' Tonka e ci fu un'intera discussione attorno a ciò.

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora