[ capitolo ventinovesimo ]

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Ante Rebić's point of view

"Non perdonerò una cosa del genere!", il signor Filip Kostić alzò il tono della voce così che l'intero aeroporto di Francoforte poté sentirlo. Da quando siamo partiti dall'Ucraina fino a questo momento in cui siamo arrivati a Francoforte, sta bisticciando con Korina perché si è persa il gol della stagione, secondo la sua opinione.

"Eddai Filip! Non è colpa mia!", strillò Korina che per tutto il tempo era in videochiamata con lui. Non sono ancora ufficialmente una coppia e già mi fanno innervosire. Filip più di Korina, ovviamente.

"E di chi è?", domandò facendo il labbruccio. Si stava comportando come se non avesse già sentito la risposta a quella domanda almeno cinque volte in tutta la giornata.

"La televisione!", all'unisono esclamammo Luka, Mijat, Korina ed io. Lei sosteneva che la televisione si bloccò proprio quando stava per cambiare canale sulla partita dell'Eintracht. Questa storia non mi convinceva, ma non avevo intenzione di immischiarmi nella loro questione. "Seriamente Filip, non arrabbiarti. Guarda, ti prometto che da oggi in poi guarderò ogni partita.", disse alzando il mignolo verso la telecamera. Filip fece lo stesso e poi fecero una sorta di 'promessa'.

"Penso che tu e Tonka siate la mia coppia preferita.", disse all'improvviso Luka mettendo un braccio sulle mie spalle.

Uscimmo dall'aeroporto e ci dirigemmo verso il parcheggio dove come sempre ci aspettava l'autobus Gaćinović.

"Vi siete almeno sentiti negli ultimi tre giorni?"

"Raramente. Lei studia per gli ultimi esami ed io, come ben sai, ho gli allenamenti.", dissi sospirando e mettendo la mia pesante valigia nel bagagliaio dell'auto. Credo che la ragione della nostra non comunicazione non sia solo perché lei studia ed io mi alleno. C'è qualcosa di più, e lei tiene questa distanza tra di noi.

"Una studentessa intelligente, a differenza tua.", disse dandomi uno schiaffo in mezzo alla fronte. Non mi ci volle tanto per ritornarglielo. Entrambi ci mettemmo a ridere mentre entravamo nella macchina di Mijat. Eravamo seduti sempre nello stesso modo. Mijat alla guida, io accanto a lui e quei due nei sedili posteriori. Raramente ci scambiavamo.

Un'ora dopo mi trovavo a casa nel mio comodo letto. In una mano tenevo il telefono e nell'altra un bicchiere di succo all'arancia. I miei capelli erano ancora umidi dopo aver fatto una doccia.

Fissavo il muro bianco di fronte a me aspettando che Tonka mi rispondesse.

"Hey, dammi solo un secondo che prendo gli appunti.", all'improvviso rispose e mi distrasse dai miei pensieri. Guardai lo schermo e lei era già da qualche parte dietro l'inquadratura. Un paio di istanti e tornò nell'inquadratura con un mucchio di carta in mano, mentre la coda che si era fatta stava per sciogliersi da un momento all'altro.

"Studiamo ancora insieme?", le domandai quando prese un evidenziatore giallo e iniziò a sottolineare.. qualsiasi cosa.

"Gli ultimi esami si avvicinano pericolosamente. Lo scorso mese non ho quasi studiato nulla.", disse prendendosi la testa tra le mani e bevendo poi un sorso di acqua. Era un bene vedere che non viveva più di thè e pastiglie. Almeno così pensavo.

"Lo so.", accesi la televisione così da non rimanere in un silenzio di tomba. "Vuoi che ti chiami quando hai finito di studiare? Così non ti disturbo.", chiesi guardando un po' lei e un po' la televisione di fronte a me.

"Non mi disturbi Ante. Parla tranquillamente di qualsiasi cosa.", rispose sciogliendosi la cosa, così che i suoi capelli si appoggiarono sulle spalle. Avrei dato qualsiasi cosa per poter essere accanto a lei e disturbarla dal vivo baciandola mentre studia. Che dolcezza.

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora