"La ragazzina di quattordici anni è una dei feriti nell'incidente.", dettò velocemente il dottore mentre tiravamo la ragazzina fuori dall'ambulanza. C'è stato un brutto incidente nel centro di Francoforte e da questa mattina eravamo peni di lavoro. Almeno non pensavo ad altro e potevo concentrarmi solo una cosa, il mio lavoro. Portammo la ragazzina nel reparto di chirurgia, dato che doveva essere operata di urgenza. Non era in buone condizioni, ma pregavo Dio che tutto finisse bene. Dopo averla lasciata in quel reparto, mi guardai un po' intorno. L'ospedale era pieno di gente. Sarà davvero una giornata faticosa.
Dopo aver terminato la maggior parte del lavoro, arrivarono ancora più persone, il che significava che oggi avrei fatto uno straordinario. E mi andava bene, almeno non avrei dovuto incontrarmi con Dominik.
"Ti fa male se stringo la benda così?", chiesi al piccolo bambino che era uno dei leggermente feriti dell'intero incidente.
"Un po'.", rispose brevemente mentre allentavo la benda. Per un attimo guardai sua madre che era seduta a fianco a lui e gli accarezzava i capelli. Non potevo nemmeno immaginare quanto si spaventò la donna quando sentì che l'autobus della scuola quasi si scontrò contro un camion.
"Ecco qua, è tutto per ora. Più tardi gli cambieremo la benda un'altra volta, fino a quel momento è meglio per lui che solo si rilassi. Vi auguro una buona guarigione!", dissi e loro mi sorrisero lievemente come segno di ringraziamento.
"Tonka, cosa fai qui? Dovevi lavorare fino alle due e adesso sono già le sei di sera.", non appena uscii dalla stanza, la dottoressa mi fermò.
"Ci sono ancora tanti pazienti.", dissi alzando le spalle. "Davvero non è un problema per me restare di più."
"Ti ringrazio, davvero significa tanto, ma il tuo orario di lavoro è finito già da tempo, vai pure, ci sono abbastanza infermiere che possono terminare il lavoro. Avanti vai a casa e riposati.", mi disse e mi sorpassò. Sbuffai mentre mi diressi verso lo spogliatoio per cambiarmi i vestiti. Dopo essermi cambiata, camminai verso l'uscita, fino a quando qualcuno mi fermò di nuovo.
"Tonka, hai dei fiori al bancone.", mi disse uno dei colleghi di passaggio, al che lo guardo confusa. Fiori? Mi voltai verso il bancone dove vidi un mazzo di rose bianche. Ante? Solo lui mi aveva regalato le rose bianche, ma cosa ha fatto si che me le inviasse? Mi avvicinai al bancone e la prima cosa che feci fu estrarre il piccolo biglietto che sbucava dalla cima del mazzo. E no, non era stato Ante a mandare il mazzo. Era da parte di Dominik.
"Possiamo parlare?", sentii la voce di Dominik dietro di me. Mi morsi il labbro e mi girai verso di lui. Annuii con la testa perché semplicemente.. non avevo scelta. Mi avvicinai a lui mentre entrambi uscimmo dall'ospedale e ci dirigemmo al parco più vicino. Fuori era già buio e solo le luci della città ci illuminavano la strada. Per l'intero tragitto stemmo in silenzio e quel silenzio sgradevole cessò quando ci sedemmo sulla prima panchina libera del parco.
"Se pensi che il problema sia tu, pensi male.", interruppi quello stupido silenzio e appoggiai le rose sulla panchina. Adesso glielo avrei detto, doveva sapere.
"Va bene, Tonka. Solo mi interessa perché hai reagito così?", chiese insicuro ed io guardai da un'altra parte. Volevo solo che tutto ciò finisse.
"Il mio ex ragazzo è qui, a Francoforte.", dissi subito e incrociai le braccia al petto.
"Quel ragazzo?", chiese sottolineando 'quel'. Lui sapeva della maggior parte della storia tra me e Ante. Solo non sapeva che quel ragazzo era Ante Rebić.
"Si, quel ragazzo. E non devi dirmi che non c'è ragione di preoccuparsi perché ci siamo già visti un paio di volte.", dissi guardando il suo viso sorpreso.
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Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)
FanfictionSPLIĆANKA - SECONDA PARTE «Dicono che il tempo curi tutte le ferite. Ma come fanno le mie a guarire se tu, la ragione delle mie ferite, sei di nuovo accanto a me?» ~ traduzione della storia di @pjacazivot ~ prijevod priče od @pjacazivot