"Questo non sarebbe dovuto succedere.", dissi allontanandomi da lui e alzandomi dalla sedia. Mi ha baciata ed io, stupida, ho ricambiato miseramente.
"Cosa intendi?", mi chiese perplesso e si alzò dal letto. Mi sentivo una persona terribile. Il ragazzo che mi ama veramente mi aspetta a casa ed io qui a baciare la persona che mi disse che non mi avrebbe più voluto vedere.
"Sono venuta a parlare e tu subito hai sfruttato questa situazione per soddisfare i tuoi bisogni.", dissi iniziando ad aprire la porta, ma lui me lo impedì e si mise davanti per non farmi uscire.
"Tonka, esageri.", dissi calmo, ma vedendo la sua espressione potevo dire che lo era. "Ora parleremo normalmente." "Non lo faremo.", dissi e provai in qualche modo ad arrivare alla maniglia, ma lui non si mosse. "Lasciami andare fuori, non voglio parlare con te."
"E perché? Perché ti ho baciata e tu inaspettatamente hai ricambiato?", domandò sarcasticamente ed io rabbrividii di nuovo. Ante mi ha baciata ed io ho ricambiato.
"Si, proprio per quello. Adesso ti prego di lasciarmi in pace a vivere la mia vita e tu puoi continuare con la tua espansione della razza.", dissi ricordandomi subito delle parole Luka dell'altro giorno. Mi guardò impallidito e poi mi prese per i fianchi e mi spinse verso la porta.
"Tonka, al momento mi stai facendo arrabbiare e credimi che non è un bene. Se ti ha tanto dato fastidio quel dannato bacio, allora ci dimenticheremo che sia successo, okay?", disse nel modo più calmo possibile.
"No.. non è okay.", dissi a malapena mentre mi perdevo nell'azzurro dei suoi occhi. "Per quanto mi impegni, non riesco a dimenticare quella sensazione. Ma la situazione attuale è più che complicata e .."
"Amore, ti ho portato un kebab!", all'improvviso si sentì una voce maschile che apparteneva ad uno degli amici di Ante. Spalancò la porta fortemente così che io finii per scontrarmi con il petto di Ante.
Mi allontanai subito da lui ed uscii prima che dicesse qualcos'altro. Si, di nuovo fuggo, ma credo di non essere ancora pronta per poter parlare normalmente con lui. Soprattutto non dopo il bacio.
Ante Rebić's point of view
"Ooh, ma quella era l'infermiera che hai quasi scopato!", esclamò Filip lanciandomi quel kebab. "Vedo che hai davvero in programma di portarla a letto."
"Scusa? No, quella è Tonka.", mormorai rapidamente e mi sedetti sul letto. Passai le mani sul viso mentre per la testa si mescolavano milioni di domande. Alle quali ovviamente non avevo una risposta.
"Ah?", pronuncio ad alta voce, al che io gli lanciai uno sguardo perplesso. "Aspetta, aspetta, aspetta. Quella è Tonka?", domandò sottolineando ogni parola.
"Si, quella è Tonka.", risposi innervosito. È possibile che in solo quei venti minuti di conversazione mi sia tornato il desiderio che fosse mia?
"Quella Tonka che ti ha fottuto? Quella piccola Splićanka?", ma devo disegnargli tutto?
"È lei.", dissi sospirando. Sapevo che non avrei dovuto baciarla, ma è stato più forte di me. Mi serviva.
"Brate.. cosa farai ora?", mi fece già la centesima domanda del giorno e si sedette accanto a me.
"Sto seduto e piango.", risposi sarcasticamente. "Continuerò con la mia vita normale, cos'altro posso fare?" "Beh.. conquistarla di nuovo?" Voglio dire, si fa così nei film.", disse pensando e guadagnandosi un altro mio sguardo perplesso.
"Filip, stupido di uno, questo non è un film. Questa è la vita reale e perché guardi di nuovo quei film sentimentali?", domandai appoggiandomi al muro. Adesso dovrei trovare qualche modo per distrarre i miei pensieri da lei.
"Ah ah, adesso è solo nei film che succede, e fino a un paio di mesi fa dicevi come lei fosse la donna della tua vita e come avresti fatto tutto per lei.", rispose con la bocca piena di kebab che una volta era mio. Con quella frase mi colpì lì dove fa più male.
"Quello era cinque mesi fa. Lei non mi vuole più nella sua vita e nemmeno io voglio lei nella mia.", questa era probabilmente la più grande bugia che avessi mai detto questo pomeriggio.
"Nemmeno io non ti vorrei più se mi avessi detto che sono morto per te.", alzò le spalle, fu come se mi avessero tirato uno schiaffo. Sono uno stupido.
"Quello l'ho detto in un momento di rabbia. Come saresti stato se la tua ragazza ti avesse lasciato di punto in bianco?", alzai un po' il tono della voce e lui si scosse.
"Pensi che lei sappia che tu non l'abbia detto seriamente? Brate, ti comporti come se non fossi stato insieme a nessuno. Smettila di essere una pappa molla e dimostrale che la ami ancora.", disse accartocciando la carta del kebab in una pallina e lanciandola nel cestino della spazzatura.
"Mi stai facendo arrabbiare. Da quando sei così profondo? E da dove ti viene in mente che la amo ancora?", chiesi incrociando le braccia sul petto. Il problema è che tutto ciò che dice, ha un fondo di verità.
Non la amo, solo la.. desidero?
"L'ho immaginato dal nulla.", rispose ed io alzai gli occhi al cielo.
Voglio solo che questa giornata finisca il prima possibile e che me ne vada da questo dannato ospedale.
Tonka Strinić's point of view
"Per che cos'era?", mi domandò Dominik con il sorriso dopo averlo baciato appena aprì la porta.
Dovevo. Il solo pensiero del baio con Ante di qualche ora prima mi stava uccidendo.
"Mi sei mancato.", dissi brevemente ridendo e lui mi diede un bacio sulla fronte. Mi lasciò entrare nel suo appartamento, il quale si trovava due piani sopra quello che condividevamo Korina ed io.
"Sei solo stata al lavoro.", disse togliendomi il cappotto, poi lo appese accanto alla porta. Mi tolsi le scarpe ed entrambi andammo in salotto.
"E mi sono annoiata a morte.", confessai. Mi sedetti sul comodo divano, lui si sedette a fianco a me e mi abbracciò. "Quali sono i tuoi piani di oggi?"
"Beh ecco, ora tu ti rivesti e andiamo in centro, se ti va?", disse ed io annuii baciandolo rapidamente. "E quando torniamo dal centro, veniamo qui e guardiamo un bel film." "Mi piace l'idea.", sorrisi, poi mi alzai dal divano e andai in corridoio per vestirmi di nuovo.
Quando entrambi fummo pronti, iniziammo la nostra passeggiata nella stupenda Francoforte. Mi piace l'architettura di questa città e questo tempo, con la neve, aggiungeva un tocco ancora più magico.
Dopo un po' di tempo decidemmo di fermarci e andare in qualche bar. Non appena entrammo, sentii quel buonissimo odore di caffè e subito mi si scaldò il cuore.
"Questa Francoforte non è così male.", disse Dominik togliendosi il cappello.
Ci sedemmo accanto al termosifone dato che entrambi stavamo ancora tremando dal freddo a causa della bassa temperatura che era presente già da un paio di settimane.
"Si, è una bella città.", dissi appoggiandomi alla sedia.
Velocemente arrivò il cameriere per prendere la nostra ordinazione.
"Ti vedi qui tra qualche anno?", mi fece una domanda che mi lasciò scioccata. Non amo pensare al futuro.
"Non sono sicura. Spalato è comunque cara a me.", risposi brevemente sorridendo. Mi manca la mia città, e mamma che adesso è a Milano e Boni. Mi manca anche vendere le conchiglie.
"Una volta dovrai portarmi laggiù. Comunque, ti senti ogni tanto con tua mamma? Non dici mai niente di lei.", disse bevendo un sorso della sua bibita.
"Raramente, ma ci sentiamo. Per Pasqua pensavo di andare a trovarla a Milano.", risposi mentre con il cucchiaino mescolavo il mio caffè.
"A proposito, forse andrò anche a Spalato." "Potremmo andare insieme.", disse mordendosi il labbro ed io risi, è dolce.
"Ovvio, se non ti dà fastidio." "Perché dovrebbe?", chiesi perplessa ed alzai le spalle.
In quel momento il suo sorriso sparì ed ebbi quel presentimento di sapere cosa avrebbe detto.
"Perché ho la sensazione che tu non l'abbia ancora superato."
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Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)
FanfictionSPLIĆANKA - SECONDA PARTE «Dicono che il tempo curi tutte le ferite. Ma come fanno le mie a guarire se tu, la ragione delle mie ferite, sei di nuovo accanto a me?» ~ traduzione della storia di @pjacazivot ~ prijevod priče od @pjacazivot