[ capitolo ventunesimo ]

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Ante Rebić's point of view

"Uhm.. Korina?", la chiamai toccandole un braccio con un dito. Si girò e sorrise perplessa. "Viene Tonka?"

"Dubito, non era proprio di buon umore.", rispose alzando le spalle. "Ma ho un piano."

"Che piano?", chiesi confuso, lei fece spallucce e si rigirò. Se confondere le persone fosse stato uno sport, lei e Tonka avrebbero avuto la medaglia d'argento. Mi girai e tornai al mio posto sul divano. Quel posto aveva già leggermente preso la forma del mio sedere da quanto ero stato seduto. Tutti parlavano con qualcuno e si divertivano mentre io stavo qui seduto e bevevo una birra tiepida. Pareva che sarei anche morto da solo.

Il campanello mi fece alzare di nuovo dal mio posto. Sospirai profondamente lasciando la lattina mezza vuota sul tavolino di vetro. Questa volta il mio cuore non impazzì perché gli unici che aspettavamo erano Makoto e Almamy. Andai alla porta e la aprii.

"Buonasera! Avanti entr..", mentre dicevo quella frase, così alzai lo sguardo dal pavimento verso il viso che non assomigliava né a Makoto, né ad Almamy. "Cazzo.", mormorai fra i denti quando il mio cervello finalmente analizzò chi esattamente era in piedi di fronte a me.

"Hey, ecco.. sono solo venuta a portare il regalo che Korina aveva dimenticato.", disse un po' in imbarazzo e le sue guance diventarono sempre più rosse. Così come il mio cuore batteva sempre più forte.

"Uhm.. si, okay. Korina!", esclamai senza togliere lo sguardo da Tonka. Mamma mia, nel momento in cui la guardai, mi dimenticai come mi chiamassi. Stupido innamorato.

"Oh, hey Tonka!", Korina venne da noi e così interruppe quel silenzio tra noi due. "Avanti entra, cosa fai adesso al freddo?"

"No, no, sono solo venuta a portare il regalo e adesso vado.", disse velocemente spingendo la borsa blu tra le mani di Korina.

"Oh, ecco i miei compari!", ora arrivò anche Filip che mise le braccia attorno alle spalle mie e di Korina. Mentirei se dicessi che questa situazione non mi stesse confondendo. "Che aspetti? Entra dentro alla festa dell'anno!", esclamò prendendo Tonka per il braccio e portandola di colpo in casa.

Ancora confusa cercavo di capire cosa fosse appena successo mentre Tonka dava la mano a Mijat visibilmente arrabbiata. Respirai profondamente e chiusi la porta. Appena la chiusi, Mijat venne a chiuderla a chiave, il che mi fece pormi altre domande.

Tornai al mio posto sul divano e Tonka era in piedi un po' più lontana da me. Discuteva qualcosa con Korina, la quale aveva un sorriso a trentadue denti. L'istante successivo Tonka si sedette svogliata dall'altra parte del divano, cosa che fece creare della tensione nell'aria.

"Non bevo, grazie.", disse con la sua voce imbarazzata ad Haller che le porgeva una lattina di birra e mi fece scappare un sorriso dalle labbra. Mi ricordai quando una volta le chiesi se avesse mai assaggiato dell'alcol, al che lei mi rispose che si ubriacava nel giro di un secondo.

Mentre tutti ballavano, parlavano e si divertivano, noi due eravamo seduti a mezzo metro di distanza e stavamo in silenzio. Noi due come se fossimo condannati l'uno all'altro.

Entrambi guardavamo le strane mosse di ballo di Luka e qui e lì il mio sguardo fuggiva verso di lei e lei di colpo si girava o abbassava la testa. Il silenzio tra di noi durò finché non decisi di mandarle un messaggio.

Io
Sai, non mordo.

Scrissi velocemente il messaggio e cliccai su 'invia'. Un paio di secondi dopo tirò fuori il telefono dalla tasca della sua giacca e subito iniziò a scrivere qualcosa.

Tonka
Lo so, Ante.

Arrivò il messaggio e quando alzai lo sguardo verso di lei, lei semplicemente serrò le labbra e passò una mano tra i suoi corti, una volta lunghi, capelli biondi.

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora