[ capitolo trentesimo ]

197 8 0
                                    

Un mese dopo, Marzo 2019.

"Al diavolo.", mormorai con un'espressione di dolore in viso. Il giorno prima della partita Filip decise di 'rompermi' durante l'allenamento e per usare un eufemismo, mi ha fottuto il ginocchio.

"Scusa brate!", si stava scusando per l'ennesima volta mentre insieme a Mijat mi portava dal nostro fisioterapista. Adi ci stava osservando con uno sguardo accigliato e sapevo che si era già rassegnato del fatto che non sarei stato a disposizione per la partita contro l'Inter.

Dopo una buona decina di minuti di saltelli su una gamba sola, arrivammo davanti alla porta dello studio. Tutti e tre ci fermammo e ci guardammo. Sapevo esattamente quale sarebbe stata la domanda.

"Chi bussa?", domandò piano Filip, al che io bussai alla porta davanti a me. Il rumore fu assordante. "Okay, busserà Ante."

"Buongiorno ragazzi!", la porta si aprì e ci trovammo di fronte al dottor Felix. Un tipo super. "Ante Rebić ha di nuovo problemi?"

"Ma Filip lo ha distrutto come un cono durante l'esame di guida.", esclamò Mijat aiutandomi a sedermi sul lettino. Mi tolsi la tuta in modo che Feliz potesse visitarmi il ginocchio. Interessante come questo fosse lo stesso ginocchio sul quale caddi il mese scorso.

"Non è colpa mia! Adi aveva detto di essere aggressivi e niente, sono andato ad affrontare il signor bestia.", si giustificò FIlip, al che lo guardai come a dire 'non sei normale'.

"Mijat, dagli una caramella per calmarsi.", disse Felix mentre mi visitava il ginocchio. Tonka l'aveva fatto più dolcemente.

"Ti ha distrutto bene.", mormorò stringendo più forte il mio ginocchio, al che io mi morsi il labbro talmente forte che ci mancava poco che uscisse sangue.

"E cosa facciamo a te?", chiesi appoggiandomi al freddo muro bianco dietro di me. Speravo che non si trattasse di un recupero terribilmente lungo perché mi aspettavano le partite con la nazionale, e con loro anche l'opportunità di finalmente rivedere Tonka e passare del tempo con lei.

Già che ci siamo, il nostro rapporto in questo mese è migliorato un po' in questo mese. Dice che adesso si sente bene e che quello che aveva era solo un'influenza. Ma qualcosa era cambiato in lei, ovvero che iniziò a mangiare cose molto specifiche. Ad esempio, che ogni tanto vuole mangiare il gelato al cioccolato che solitamente mangia a Spalato. Ma non ci facevo tanto caso, lo trovavo divertente, simpatico.

"Ti mandiamo a Belgrado.", rispose alzandosi e prendendo delle carte, probabilmente dei documenti, dal cassetto della scrivania. Alzai gli occhi al cielo e lievemente diedi un pugno sul lettino sul quale ero seduto.

"Laggiù riceverai un trattamento migliore per il tuo ginocchio, ed è più vicino alla Croazia, non è vero?"

"Certo.", risposi a bassa voce sospirando. L'unica cosa che si sentiva al momento nello studio era Felix mentre scriveva al computer e il rumore delle caramelle con cui Filip si stava ingozzando. Guardai Mijat che solo alzò le spalle. Come se lui avesse potuto aiutarmi in qualcosa.

"Ecco, ho mandato una mail al tuo manager per prenotarti l'aereo e una camera in un hotel.", annuii con il capo mentre mi sporsi dal lettino per saltare giù. Filip venne subito in mio aiuto, che truffatore.

"Grazie.", dissi stringendo la mano a Felix.

Appena noi tre uscimmo dallo studio, Mijat colpì Filip alla testa.

"Ahia!", esclamò Filip mentre gli tornava quello schiaffo, il tutto con me al centro.

"Avanti, adesso rompetemi anche una spalla, vi prego.", dissi sarcasticamente colpendoli entrambi allo stesso tempo. Dovevo approfittare di quell'occasione perfetta. "Domani mi porti tu in aeroporto.", mi rivolsi a Filip che solo annuì.

Belgrado, sto arrivando!


Tonka Strinić's point of view

"Tonka, non ti cucinerò la zuppa!", Korina alzò la voce ed io mi accigliai. "Sei davvero strana."

"E tu sei davvero nervosa da quando hai il ciclo.", mormorai nella speranza che non mi sentisse. Ma dubitavo che fosse quella la ragione del suo nervosismo. Piuttosto che le mie richieste insolite di cibo che ho. Ma non riuscivo a trattenermi.

"Voglio vedere te tra un paio di giorni.", disse lanciando il canovaccio sulla mia testa. La cosa bella era che ci arrivava a distanza di un paio di giorni l'una dall'altra.

"Buongiorno!", in appartamento entrò nient'altro che Dominik. Si, siamo di nuovo sue amiche. Ma solo amiche e nulla di più. Gli avevo detto che ora stavo con Ante e lui se n'era fatto una ragione.

"Ecco, ti ho portato i biscotti.", disse dandomi un sacchetto di biscotti.

"Grazie.", ringraziai brevemente e feci la linguaccia a Korina.

"Aspetta, aspetta, aspetta. Tu volevi che io ti cucinassi la zuppa e a lui hai chiesto i biscotti?", domandò leggermente innervosita ed io solo annuii. "Seriamente hai qualcosa che non va in testa."

"Grazie.", dissi di nuovo prendendo una manciata di biscotti appena fatti e ancora caldi. Davvero non sapevo come mai fossi diventata così vorace nell'ultimo mese. Serrai le labbra e afferrai il telefono quando mi accorsi che lo schermo si stava illuminando. "Mi sta chiamando Ante.", dissi alzandomi dal divano mentre venivo osservata da Dominik e Korina e andai in camera mia.

"Ma buongiorno.", disse sospirando. Appoggiai il telefono tra la spalla e la guancia mentre con le dita rompevo un pezzo di biscotto.

"Buongiorno.", lo salutai con la bocca piena, al che lui, da come sentivo, si mise a ridere.

"Amore, cosa mangi adesso?", domandò e dalla sua voce si capiva che si stava trattenendo dalle risate. Non era colpa mia se ultimamente avevo tanto appetito!

"Biscotti.", mormorai appoggiando il sacchetto sul comodino. Penso fosse veramente ora di smetterla di mangiare. "Per favore adesso non dirmi che diventerò la tua piccola cicciottella, prometto che inizierò a fare esercizio!", dissi e lui rise di gusto.

"Stai tranquilla Tonka. Ti amo a prescindere di come tu sia.", disse e mi fece scappare un sorriso dalle labbra. "Volevo dirti che domani andrò a Belgrado."

"Belgrado?", chiesi visibilmente sorpresa. "Cosa vai a fare laggiù nel bel mezzo del campionato?"

"Oggi durante l'allenamento Filip mi ha letteralmente fottuto il ginocchio e quindi vado a fare riabilitazione.", rispose, dal tono della sua voce si capiva che era innervosito. Credo che l'intento di Filip non fosse di fare male ad Ante così tanto.

"Aha, interessante.", mormorai mentre aprivo il computer davanti a me. Potrei sorprenderlo questo fine settimana andando a Belgrado. Proprio come lui aveva fatto venendo a Spalato. L'euforia in me stava già crescendo.

"Molto.", disse poco entusiasta. "Non vedo solo l'ora che tutto ciò passi e poi venire a Zagabria con la nazionale. Non ti libererai di me in quei giorni."

"Non vedo l'ora.", dissi cliccando su 'prenota' i biglietti per Belgrado. Non immaginava nemmeno quanto presto ci saremo visti e questo mi emozionava ancora di più.

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora