Quattro giorni dopo..
Da quattro giorni non riuscivo a liberarmi di Ante e della sua fantastica squadra.
Il primo giorno tutti e quattro si presentarono nuovamente in ospedale facendo finta che Ante fosse andato a sbattere con la macchina. Scoprii che stavano mentendo quando Ante iniziò a ridere istericamente, e avrebbe dovuto essere morto.
Il secondo giorno mi seguirono fino a casa con la loro enorme auto nera. Non si notavano affatto.
E ieri mattina dopo essermi svegliata guardai fuori dalla finestra e vidi una grande scritta sulla neve nel parcheggio che diceva 'Ti amo ancora dolcezza" e Mijat ed Ante erano nascosti dietro un bidone della spazzatura. Fuggirono non appena mi videro uscire dal palazzo, poi per la seguente mezz'ora cercai di cancellare la scritta. Non sono normali.
Ecco, oggi alla fine del turno è venuto solo Ante.
"Cosa vuoi?", gli chiesi mentre mettevo il cappello in testa e allacciavo il cappotto. Non vedevo l'ora che tornassero i giorni caldi per far sciogliere questa neve.
"Sai cosa voglio.", rispose cercando di tenere il mio passo. Il ginocchio gli dava ancora fastidio.
"Non parleremo, lasciatemi in pace. Sono stanca e vado a casa.", dissi innervosita, poi uscimmo dall'ospedale. Rabbrividii dalla testa ai piedi a causa della fredda aria di Francoforte.
"E con chi vai a casa?", domandò con un grande sorriso in volto che causò una mia espressione confusa. Accelerai il passo verso la mia macchina e vidi com'era messa male.
"Non l'avete fatto davvero..", mormorai piano avvicinandomi all'auto e ora potevo vedere chiaramente che mi avevano bucato tutte e quattro le gomme. "Questa è la cosa più patetica che avreste potuto fare." "Avanti, ti porto io a casa.", disse ancora con un grande sorriso, allora andai da lui e gli diedi uno schiaffo.
Non posso credere quanto coglione possa essere.
"Preferirei andare con i mezzi pubblici piuttosto che sedermi nella tua macchina.", risposi e mi resi appena conto che nemmeno sapevo che autobus va verso casa mia. Brava Tonka.
Sebbene fossi consapevole di non avere idea di come fosse fatta Francoforte, fiduciosa mi girai e subito tirai fuori il telefono per cercare la fermata più vicina. Grazie a Dio, Ante non mi seguì.
Mi sedetti sulla panchina alla fermata, alla quale non c'era anima viva. Adesso dovevo solo aspettare il primo autobus che dovrebbe arrivare tra una decina di minuti. Appoggiai la testa al vetro e respirai profondamente. Fu una bella sensazione dare uno schiaffo ad Ante dopo tutte le sue stupidaggini.
Chiusi gli occhi per un attimo e il momento successivo quando li riaprii, l'autobus si fermò davanti a me. Non ci volle molto. Pagai il biglietto per non so dove, dopodiché mi sedetti nel penultimo posto vicino al finestrino. Finalmente un po' di pace.
~ "Splićanko, hai bisogno di un passaggio?", mi chiese, al che alzai gli occhi al cielo. Veramente ne avevo abbastanza di lui. Ignorai la domanda e continuai a camminare velocemente.
"Guarda che non mordo!", esclamò accelerando. Guidava al mio stesso passo.
"Non ho bisogno di un passaggio.", dissi non rivolgendogli uno sguardo nemmeno per un secondo.
"Sai che non smetterà di piovere così presto.", disse ancora non fermandosi. Ma non può semplicemente continuare a guidare e lasciare me in pace?
"Okay ci sto. Credi che ogni ragazza pensi che sia carino se le chiedi di aver bisogno di un passaggio?", domandai visibilmente innervosita. Voglio solo arrivare a casa al più presto.
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Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)
FanfictionSPLIĆANKA - SECONDA PARTE «Dicono che il tempo curi tutte le ferite. Ma come fanno le mie a guarire se tu, la ragione delle mie ferite, sei di nuovo accanto a me?» ~ traduzione della storia di @pjacazivot ~ prijevod priče od @pjacazivot