"Ancora dieci minuti.", mormorò Korina mentre riempiva la quarta tazza di caffè. Entrambe eravamo terribilmente stanche. Penso che i turni di notte siano tre volte più difficili di quelli di mattina o di pomeriggio.
"Non vedo l'ora di stendermi a letto.", dissi appoggiandomi al bancone. L'ospedale al momento era vuoto e speravo che nessuno sarebbe più entrato ora che si avvicinava la fine del nostro turno.
"Abbiamo bisogno che una di voi due vada a controllare la signora con la tubercolosi al secondo piano.", esclamò il dottore del nostro turno. Io ero ancora appoggiata lì e guardavo come le lancette dell'orologio si spostavano lentamente. Il tempo passava così lentamente quando non succedeva nulla.
Passai una mano tra i miei capelli corti. Si, li tagliai terribilmente corti un mese dopo la rottura con Ante. Avevo bisogno di cambiare ed iniziai per prima cosa con i 'cambiamenti fisici'. E mi piaceva.
"Uhm, infermiera! Abbiamo bisogno di aiuto!", urlò qualcuno all'inizio del corridoio in un tedesco abbastanza brutto. "Vai a quel paese, dovevi proprio andare sul ghiaccio?", si sentì la stessa voce, ma questa volta in una lingua che capii il doppio meglio.
Mi girai di riflesso verso l'entrata dove vidi quattro ragazzi. Tutti e quattro erano vestiti bene, ma solo uno catturò la mia attenzione. Quello in mezzo che stavano aiutando a camminare. Quello che ora non mi sarei aspettata di vedere.
"Tonka, vai tu a vedere cos'hanno mentre io mi cambio e poi andiamo.", non notai nemmeno che Korina fosse tornata. Solo ora notai quanto mi batteva forte il cuore e quanto stessi respirando a malapena.
"Potete aiutarci cazzo?", disse di nuovo uno di loro in tedesco, il che mi riportò seriamente sulla terra. Annuii con il capo e mi avvicinai a loro.
Sto sognando e questo non sta succedendo. Ero solo stanca e mi sembrava che Ante fosse qui.
"Cosa gli è successo?", chiesi incerta in un tedesco traballante mentre osservavo ogni centimetro dello stanco viso di Ante sul quale c'erano un paio di graffi, stessa cosa per le ginocchia, punto in cui i pantaloni erano rotti.
"Adesso come le spieghiamo che il coglione si è ubriacato ed è caduto come un pero in mezzo a Francoforte?", chiese arrabbiato il ragazzo dai capelli corti all'altro che stava tenendo un Ante visibilmente ubriaco.
"Venite con me.", risposi brevemente, poi andai verso la stanza più vicina. Stavo per mettere la mano sulla maniglia e solo ora notai che mi tremava.
Tonka, questo è solo un sogno. Tra qualche secondo ti sveglierai nel tuo letto accanto a Dominik.
Entrammo nella stanza e loro misero Ante sul letto. Dallo scaffale presi del cotone e dello spray disinfettante. Tornai al letto dov'era steso. Aveva un sorriso da ebete in viso che avrebbe fatto sorridere anche me, ma ora la situazione era un'altra.
"Perché due più due fa quattro e non ventidue?", domandò guardando il suo gruppetto di amici mentre spruzzavo lo spray sul cotone. In termini di alcol e come lo influenza, sembrava fosse rimasto lo stesso.
"Quindi hai qualcosa da chiedere.", subito rispose il ragazzo con i capelli corti. Cercai di rimanere calma mentre passavo con movimenti lenti il cotone sulla ferita sul ginocchio di Ante, che ogni tanto si muoveva un po'. Non è facile nemmeno per me, Ante.
"Mijat, se fosse infortunato?", chiese con paura il ragazzo che era appoggiato al termosifone. Gesù, ma questi sono Mijat, Luka e Filip.
"Sinceramente spero di no. Non so quanto sia sicuro lasciarlo solo in ospedale con questa infermiera.", rispose ed io tossii. Non appena finisco, vado a casa.
"L'espansione della razza si fermerebbe.", disse il ragazzo che sembrava il più giovane di tutti. Se mi ricordo bene, Luka è il più giovane.
"Strano che non abbia ancora preso l'AIDS.", sospirò Filip, ed io ebbi la sensazione che qualcuno mi stesse stringendo il cuore sempre più forte. Mi fa piacere che in qualche modo è andato avanti, ma non mi sarei aspettata che avrebbe preso quella strada.
Il mio sguardo per tutto il tempo era concentrato sul volto, ora corrugato, di Ante. Perché io? Perché adesso? Nella mia testa ancora risuonava il suo 'sei morta per me', per cui ora posso ringraziare Dio che sia ubriaco e sicuramente non mi avrebbe riconosciuta.
Quando gli pulii tutte le ferite, misi una fasciatura dov'era necessario. Iniziai a mettere tutte le cose al loro posto, ma mi fermò un tocco. O meglio, una mano calda sulla mia fredda. Subito i brividi mi percorsero il corpo e riportai lo sguardo ai suoi occhi azzurri che cercavano i miei.
"Non andare.", disse piano con un grande sorriso ancora in volto. Ma cosa gli fa l'alcol?
A quello gli altri tre solo sbuffarono ed io mi trattenni a malapena dal non gridare.
"Ante, per piacere, lascia stare la ragazza.", disse Luka che teneva le mani sul viso. Ante lasciò la mia mano come un bambino obbediente.
"Volevo solo chiederle se mi dava un bacino della buonanotte.", disse Ante ad alta voce incrociando le braccia sul petto, ed io allora mi alzai e misi tutto apposto.
"L'unica cosa che puoi ricevere ora per la buonanotte è uno schiaffo.", di nuovo disse Mijat nervoso. Non vedo l'ora di svegliarmi da questo incubo.
"Potete portare a casa il paziente senza problemi e più tardi solo gli cambiate la fasciatura. Vi auguro una buona giornata.", dettai velocemente tutto in tedesco e terminai la frase con il sorriso più falso che avrei potuto fare in quel momento. Loro annuirono mentre Ante si dimenava sul letto.
Uscii dalla stanza e andai verso lo spogliatoio dove Korina era già pronta per andare. Credo di non essere ancora cosciente di ciò che è successo.
"Tonka, perché sembra che tu abbia visto un fantasma?", mi domandò dandomi il mio cappotto beige. Lo indossai e misi la sciarpa attorno al collo.
"Sono solo stanca.", risposi, poi uscimmo dallo spogliatoio e dall'ospedale. Il nostro turno era finalmente terminato e ora tocca alle colleghe del turno di mattina.
Sentivo ancora come il cuore mi batteva a velocità anormale. Per la testa mi passava una sola frase, ovvero che questo 'incontro' è stato identico al nostro primo.
Io lavoravo e lui era ubriaco e diceva cose che non mi avrebbe mai detto se fosse stato completamente sobrio.
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Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)
Fiksi PenggemarSPLIĆANKA - SECONDA PARTE «Dicono che il tempo curi tutte le ferite. Ma come fanno le mie a guarire se tu, la ragione delle mie ferite, sei di nuovo accanto a me?» ~ traduzione della storia di @pjacazivot ~ prijevod priče od @pjacazivot