[ capitolo diciassettesimo ]

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Ante Rebić's point of view

"Sono invecchiato aspettandoti!", esclamò Filip dall'altra parte del bar in cui ci trovavamo almeno una volta alla settimana. Mi tolsi la giacca e mi sedetti accanto a lui.

"Fratello, mi sono a malapena svegliato.", dissi prendendomi la testa fra le mani. Sebbene la visita mattutina a Tonka in ospedale avrebbe dovuto essere un divertimento per innervosirla, dal momento in cui arrivai a casa non mu uscì più dalla mente.

"Sono le due di pomeriggio. Chi hai portato a letto ieri notte?", domandò bevendo un sorso del suo caffè che subito di mi ricordò di ordinare qualcosa.

"Te amore, non ti ricordi?", chiesi sarcasticamente imitando la sua voce femminile. "Sai anche tu che quello stile di vita per me è finito da tempo."

"Adesso ti interessa solo Tonkić Balonkić?", domandò come se non sapesse la risposta. Annuii e poi ordinai al cameriere. "Comunque, visto stiamo già parlando di lei, volevo chiederti se magari sapessi come si chiama quella sua amica."

"Quale amica?", chiesi confuso incrociando le braccia al petto.

"Beh quella che lavora con Tonka.", disse facendo spallucce e in viso gli si poteva esattamente leggere che quella misteriosa ragazza un po' gli piacesse.

"Non ne ho idea. Quando sono vicino a Tonka, guardo solo lei e non le sue amiche.", tirai fuori il telefono dalla tasca e fotografai le nostre tazzine e la misi sulle storie di Instagram. La nostra tradizione.

"Mi sei proprio di aiuto.", mormorò insoddisfatto mentre con il cucchiaino mescolava quel poco caffè che era rimasto nella sua tazza. "In realtà potresti essermi di aiuto."

"Come?", domandai disinteressato bevendo un sorso del mio caffè troppo caldo. Adesso avrò la lingua bruciata per la prossima settimana.

"Vai da Tonka a chiederle come si chiama e.. chiedile il suo numero.", serrò le labbra ed io quasi scoppiai a ridere. Questa era forse la prima volta che Filip mi chiedeva qualcosa del genere, visto che era sempre lui quello che prendeva le cose in mano.

"Tu davvero vuoi che mi uccida e mi seppellisca tre metri sotto terra?", domandai e in testa mi immaginai la sua espressione arrabbiata. Dolcezza.

"Ah dai Ante..", si lamentò facendo una faccia triste. "Questa è la prima e l'ultima volta che ti chiedo una cosa del genere.", corrugai la fronte e respirai profondamente.

"Che cosa mi fai fare.", dissi piano e poi velocemente bevvi il caffè e mi alzai dal tavolo. Adesso avevo anche la gola bruciata. "Se mi uccide, è colpa tua."


Tonka Strinić's point of view

"Hai visto la storia di Ante su Instagram?", mi chiese Korina che si stava preparando per il suo turno di pomeriggio mentre io mi preparavo a fare qualche esercizio fisico. Disse che dovevo liberarmi di tutte quelle calorie che avevo mangiato in un giorno. E oggi Dominik se ne sarebbe andato, perciò dovevo liberare un po' la mente.

"Non l'ho vista. Sai che l'ho bloccato.", risposi cercando il cd di Korina con gli esercizi. Un secondo dopo mi mise il suo telefono davanti al viso. Sullo schermo c'era una foto con due tazzine di caffè più una frase che diceva 'meine Liebe'. Al cento per cento era il soprannome per quella americana.

"Quel ragazzo va di fiore in fiore.", mormorò togliendo il telefono dalla mia vista e rimettendolo nella sua borsa.

"Non è affar mio.", dissi e poi finalmente trovai quel cd dall'altra parte della stanza. Lo presi e lo misi nel lettore dvd.

"Come vuoi.", disse alzando le spalle. "Ora vado, divertiti e non dimenticare di salutare Dominik!" "Non me lo dimenticherò.", esclamai, il momento seguente chiuse la porta ed io rimasi da sola. Velocemente mi cambiai in un top sportivo e dei leggins, poi iniziai con gli esercizi.

Splićanka #2 ~ Ante Rebić (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora