Chapter 4

8.2K 171 43
                                    

La notte l'avevo passata in bianco.

Tutto il tempo l'avevo speso pensando a dov'ero finita, ciò che mi aveva detto Christian ma soprattutto ad Anya.
Che quel maniaco di John che aveva stravolto la vita a tutti noi l'avesse ammazzata? Questo non lo sapevo, non potevo fare altro che sperare nel meglio.

Proprio quando mi stavo addormentando, iniziai ad udire alcune voci: dei pianti di un bambino piccolo, un neonato pensai, simili a quelli dei bambini dell'orfanotrofio in cui ero; ormai riuscivo a riconoscerli anche a un miglio di distanza.

Passarono minuti e minuti, ma quei pianti non cessavano.
Non capivo come mai gli altri non gli udissero poi realizzai che in quella casa c'erano almeno tre piani che io sapessi.
Io ero nel terzo, dove praticamente c'era una miriade di stanze vuote inutile non occupate da nessuno.

Aperta la porta, iniziai seguire il percorso che portavo a quei pianti, finché non giunsi ad una porta. La casa era un labirinto, pensai a quanto ero stata fortunata ad aver beccato la porta giusta.

In un lettino c'era un bambino che doveva aver avuto all'incirca dai due ai tre non di più, con gli occhi socchiusi celesti e i capelli biondastri: somigliava tanto ad Anya, tranne per i capelli che lei aveva neri.
Continuò a piangere; non capisco cosa speravo di ottenere dicendogli di calmarsi e di stare tranquillo, che in ogni caso non aveva funzionato.
Decisi di prenderlo in braccio.
Gli sussurrai qualcosa in russo per calmarlo e gli accarezzai i capelli ma niente da fare, non smetteva di piangere. Dalla disperazione, improvissai e iniziai a cantargli una canzoncina in tedesco che avevo ancora in testa dopo tanti anni in affido.
La ninna nanna di Brahms.
Continuai a cantarla e indovinate cosa: funzionò!
Lo rimisi a dormire dopo venti minuti che stavo facendo giri per l'enorme stanza colorata piena di giochi.

Tornai in camera mia, stando attenta a non fare rumore.

****

La mattina seguente mi alzai molto presto, forse anche prima di tutti; mi feci la solita doccia fredda e indossai alcuni vestiti che Lizzy mi aveva dato il giorno prima.

Verso le dieci , qualcuno bussò alla porta.
Non era Lizzy, era una donna che non avevo mai visto prima; la identificai come una delle domestiche solo dell'uniforme che quasi metà del personale della casa indossava.

《Signorina, è pregata a recarsi nella sala pranzo con me dove la signora Harmony l'aspetta》, disse lei.
Io ringraziai per poi procedere.

Mentre ci avviavamo verso l'ascensore, lei mi disse con tanto di gentilezza, finezza e una signorilità unica nel suo genere:《Signorina Ellie , oggi è in ottima forma come al solito》
《Grazie, cara!》, dissi io stranita. Insomma sono qui da poco più di tre giorni e tutti si comportano con me bene, fossi almeno una regina. Già, la cosa non m'ispirava per niente, mi sentivo costantemente osservata, pure dai muri.

Probabilmente era opera della signora Harmony che li aveva raccomandati a farmi sentire a mio agio. Non lo sapevo veramente ma avevo quel presentimento.

Quando arrivai al piano terra, nella sala da pranzo per la colazione, c'era un lungo tavolo di almeno sì e no otto metri come se avessero la corte in quel palazzo.
A tavola c'era ovviamente la signora Harmony con tutta la sua raffinatezza, un'altra donna più o meno sulla quarantina e una bambina mai vista prima con una bambola in mano.
C'erano tante sedie ma poche erano occupate.

《Vieni avvicinati, Ellie, tesoro. Non essere in imbarazzo; Maised, sistemale la sedia qui accanto, falla accomodare 》mi disse la signora Cooper e anche alla graziosa domestica che a quanto pare si chiama Maised.
Maised si avvicinò per sistemarmi la sedia ma io la bloccai e le dissi《Tranquilla, faccio io. Puoi andare Maised, grazie comunque 》
Lei rimase traumatizzata da quel gesto. E beh?Non sono una neonata, a sedermi ce la faccio, non servivano anche domestici per quello.
《Allora Ellie , come stai?》mi chiese Harmony incrociando le dita e poggiandoci il mento sopra.
《Molto meglio, perfettamente a dir la verità. Grazie mille 》dissi io cercando di sembrare il più educata possibile e composta.
《Meno male. Ah, lei è la signora Bethany, una mia cara amica dell'infanzia. Ci tenevo a farvi conoscere 》disse la signora Cooper indicando la donna accanto a lei che a quanto pare si chiama Bethany.
《È un piacere, signora Bethany》dissi io sorridendole.
《Piacere mio , mia cara Ellie 》mi disse lei.
《Quindi tu ti chiami Ellie?》mi disse la bambina più piccola.
《Isla!Comportati bene》disse Harmony riprendendo la bambina.
《Non si preoccupi signora Cooper , sembra una bambina molto brava. È giusto chiedere domande》dissi io sorridendo.
La bambina levò l'espressione imbronciata dal viso e mi sorrise.
Aveva capelli castani e occhi celesti come Christian. Che fosse sua figlia?Che cazzo sto dicendo. Ha solo 22 anni non può aver avuto una bambina a soli 16 anni. Sarà sua sorella , allora. In fondo solo Anya somiglia a sua madre.

No more a mistakeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora